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Martedì, 16 Aprile 2024
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Vaccini, le ragioni dell'obbligo: il documento pubblicato dall'Istituto superiore di sanità

Il successo delle strategie vaccinali, che ha determinato la scomparsa quasi totale di alcune malattie e, quindi, la riduzione della percezione della pericolosità del contagio, ha agevolato il diffondersi di movimenti di opposizione alle vaccinazioni

Pubblicato sul sito dell’Istituto superiore di sanità (Iss) un documento che analizza l’impatto epidemiologico delle patologie per le quali il decreto ha reso obbligatorie le vaccinazioni. Il documento è uno strumento di lavoro consegnato dagli esperti dell’Iss alla Commissione Igiene e sanità del Senato in occasione della sua recente audizione sul decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, recante “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale”.

Secondo gli esperti dell'Iss l’alto livello di copertura vaccinale osservato in Italia fino al 2012 ha determinato un significativo decremento dell’incidenza delle malattie prevenibili da vaccinazione, e all’eliminazione di polio e difterite.  Al contrario l’incidenza della varicella, per la quale non è ancora in atto un programma nazionale di vaccinazione dei nuovi nati, si mantiene a livelli elevati.

Di seguito si riportano i dati relativi al carico di malattia che le malattie considerate all’interno del DL attualmente in discussione provocano in Italia: 

Poliomielite: Nessun caso di malattia

vaccini poliomelite-2

Difterite: Nessun caso di malattia (solo 3 forme di difterite cutanea, segnalate nel 2017 causate da ceppi non tossinogenici, che tuttavia potrebbero subire trasformazioni e diventare pericolosi) 

Epatite B: Incidenza in diminuzione dal 1991 (anno di introduzione del vaccino) con scomparsa dei casi nei bambini. L’abbassarsi delle coperture espone al rischio i singoli individui a contrarre la malattia che come sappiamo essere causa di cronicizzazione in età adulta nel 5-10% degli infetti, mentre in età neonatale nel 90% degli infetti. La forma cronica porta ad una degenerazione progressiva del fegato che causa insufficienza epatica, cirrosi ed un elevato rischio di epatocarcinoma. 

Pertosse: Numero di casi è notevolmente diminuito a partire dagli anni 2000 grazie al progressivo aumento delle coperture vaccinali, attestandosi annualmente sotto i 1.000. Tuttavia, ad oggi, il numero di bambini, al di sotto di 1 anno di età, ricoverati per pertosse è in aumento. L’incremento delle coperture è essenziale per ridurre e contenere la circolazione del microrganismo. 

Parotite: La parotite è una malattia infettiva acuta virale altamente contagiosa che può presentare varie complicanze, inclusa l’orchite nei pazienti maschi, la pancreatite, e la meningite asettica. Le complicanze sono più frequenti tra gli adulti rispetto ai bambini. Il trend della malattia è in netta riduzione anche se, non avendo raggiunto la soglia critica di copertura vaccinale (95%) necessaria ad interrompere la circolazione del virus, spesso si verificano epidemie sul territorio nazionale.

Hemophilus influenzae b (Hib): In epoca pre-vaccinale era la principale causa di meningite nei bambini piccoli in Italia. Grazie all’introduzione della vaccinazione anti Hib nel calendario italiano nel 1999, il numero dei casi sì è ridotto drastica-mente. Sono più colpiti il primo anno di vita (3,70 x 100.000), i bambini (0,40 x 100.000) e gli ultra sessantacinquenni (0,94 x 100.000). Raggiungendo coperture elevate (95%) nei bambini permette di interrompere la trasmissione anche nelle altre fasce di età. Nel 2016 sono stati segnalati 140 casi di malattia batterica invasiva da Haemophilus influenzae in Italia la maggior parte dovuti ad un siero tipo diverso dal b. Tuttavia il numero di casi prevenibili da vaccino è aumentato dal 2011 al 2016 (6 casi nel 2012, 5 casi nel 2013, 7 casi nel 2014, 4 casi nel 2015, 12 nel 2016).

Morbillo: Ad oggi, dall’inizio dell’anno in corso, sono 3000 i casi di morbillo segnalati in Italia, la maggior parte dei quali registrati in adolescenti e giovani adulti. L’Italia è seconda in Europa, solo dopo la Romania, per numero di casi registrati. L’età media dei casi colpiti è di 27 anni, e circa un terzo sono stati ospedalizzati. Il rischio di complicanze nel corso dell’epidemia attualmente in corso è particolarmente elevato. Un’elevata copertura vaccinale in età scolare contribuirebbe ad aumentare l’immunità di gregge, proteggendo così anche le persone in età più avanzata, che hanno comunque diritto alla vaccinazione gratuita grazie al piano di eliminazione del morbillo (l’eliminazione del morbillo dall’Europa sarebbe dovuta avvenire già nel 2015).

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Rosolia: L’obiettivo dei programmi vaccinali contro la rosolia è quello di prevenire l’infezione in gravidanza e quindi la rosolia congenita. In Italia, nel periodo gennaio 2005 - agosto 2015 sono stati segnalati 163 casi di rosolia in gravidanza e 77 casi di rosolia congenita. Nello stesso periodo, tra le donne infette, è stato segnalato un nato morto, un aborto spontaneo e 32 interruzioni volontarie di gravidanza.

Varicella: Dal 2009 il numero di casi è pari a circa 60.000 l’anno e si mantiene costante fino al 2013. Solo il mantenimento di coperture vaccinali elevate permette il contenimento della malattia e di evitare che la malattia possa spostarsi nelle fasce di età più adulte causando quindi maggiori complicanze

Meningococco B: Nel 2016 sono stati segnalati 232 casi di malattia invasiva da meningococco, 67 (36%) dei quali sostenuti da meningococco B. La maggior parte dei casi di malattia si concentra nei bambini al di sotto dei 6 mesi di età.

Meningococco C: Nel 2016 sono stati segnalati 232 casi di malattia invasiva da meningococco, 80 dei quali (43%) è stato causato dal meningococco C che è risultato il sierogruppo predominante in Italia. I più colpiti sono rappresentati dai bambini fra 0 – 4 anni e negli e adolescenti e adulti fra 15 e 24 anni. 


Proprio il successo delle strategie vaccinali, che ha determinato la scomparsa quasi totale di alcune malattie e, quindi, la riduzione della percezione della pericolosità del contagio, ha agevolato il diffondersi di movimenti di opposizione alle vaccinazioni per motivi ideologici o religiosi.

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Di conseguenza, a partire dal 2013 si è registrato un progressivo e inesorabile trend in diminuzione del ricorso alle vaccinazioni, sia obbligatorie che raccomandate, che ha determinato una copertura vaccinale al di sotto del 95%. Considerando che l’OMS raccomanda il 90% per tutti i vaccini3, per garantire la cosiddetta «immunità di gregge», è necessario non scendere al di sotto del 95% per proteggere, sia, indirettamente coloro che, per motivi di salute, non possono vaccinarsi che i soggetti che non rispondono ai vaccini. Anche i dati di copertura relativi al 2016 (coorte del 2014) mostrano questa tendenza sia a 24 che a 36 mesi, tranne per il morbillo, per cui si osserva un ripresa ma ben lontana dal raggiungimento del 95% necessario per il raggiungimento dell’eliminazione.

Un calo che ha riguardato sia le vaccinazioni obbligatorie (anti-difterica, anti-polio, anti-tetanica, antiepatite B), che alcune di quelle raccomandate. Le uniche coperture che hanno mostrano un incremento del dato nazionale sono pneumococco e meningococco (nei due anni precedenti avevano registrato bassi valori in alcune Regioni e PA). Anche i dati di copertura vaccinale per morbillo e rosolia sono passati dal 90,4% nel 2013 all’85,3% nel 2015 per poi osservare una lieve risalita nel 2016 ma comunque lontani dal raggiungimento della copertura necessaria per eliminare il virus (95%).

Un trend confermato anche dalle coperture vaccinali nazionali a 36 mesi (relative ai bambini nati nell’anno 2012 e 2013), che permettono di monitorare la quota di quei bambini, inadempienti alla rilevazione vaccinale dell’anno precedente, che sono stati recuperati. Le coperture a 36 mesi mostrano valori più alti rispetto a quelle rilevate per la medesima coorte di nascita a 24 mesi l’anno precedente arrivando al 95% nella coorte 2011 e del 2012 per le vaccinazioni contenute nell’esavalente, mentre per le coorti successive del 2013 le vaccinazioni a 36 mesi non raggiungono il 95%.

In Francia si sta considerando l’obbligatorietà vaccinale per 11 malattie infettive, del tutto in linea con quanto proposto in Italia: continua a leggere il rapporto completo TESTO_Commissione_definitivo-2

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