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Giovedì, 25 Aprile 2024
Scuola

La Francia vieta per legge gli smartphone a scuola. E l'Italia?

In Francia vietato l'utilizzo degli smartphone in classe. In Italia l'ex ministro Fedeli aveva invece aperto ai cellulari sui banchi, dando però ai docenti la scelta di lasciarli usare e come. Il neoministro Bussetti sceglierà di adeguarsi alla linea di chi lo ha preceduto o prenderà spunto dalla chiusura dei nostri cugini d'oltralpe?

Dal prossimo primo settembre sarà vietato l'utilizzo dei telefonini da parte degli studenti di tutte le scuole. In Francia. L'Assemblea Nazionale ha approvato la proposta di legge presentata da "En Marche", il partito di Emmanuel Macron. Le uniche eccezioni previste sono per i ragazzi portatori di handicap o per particolari "utilizzi pedagogici".

Si tratta di una misura promessa dallo stesso Macron durante la campagna elettorale, destinata ora ad avere un effetto su tutte le famiglie francesi: secondo Le Figaro, il 93% dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni nel 2016 aveva un telefono portatile. Per l'approvazione definitiva serve anche il sì del Senato e non è esclusa la possibilità che il testo ne esca modificato.

Con questa legge si vuole mandare un segnale alla società, ha detto il ministro dell'Istruzione Jean-Michel Blanquer, ma dall'opposizione (sinistra radicale, socialisti e parte della destra) arrivano forti critiche contro la misura, definita superficiale e strumentale, visto che in Francia le scuole già vietano l'uso dei cellulari durante le lezioni ed hanno la possibilità di applicare in maniere autonoma restrizioni più ampie. 

Cellulari in classe, come funziona in Italia

E in Italia? Come in Francia, anche da noi il dibattito su "cellulari sì" e "cellulari no" è stato sempre un tema molto sentito e gli stessi docenti risultano divisi. Nel 2007, una circolare dell'allora ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni autorizzava le scuole a proibire l'uso dei cellulari durante le ore di lezione e all'interno degli istituto, salvo particolari finalità didattiche.

Smartphone in classe, pro e contro secondo gli insegnanti 

Dieci anni dopo, l'ormai ex ministro Valeria Fedeli aveva invece ribaltato questa posizione, aprendo all'uso dello smartphone in classe e incaricando una commissione di "saggi" del Miur di stilare un regolamento, la quale a gennaio aveva poi rilasciato un decalogo sull'utilizzo di questi dispositivi nella scuola: nessuna imposizione da parte del ministero, ma una scelta, con i docenti incarcaricati di "introdurla e condurla in classe" per "educare alla cittadinanza digitale" e "all'uso competente e responsabile del mezzo". 

Smartphone (anche) a scuola? No, grazie: "Elemento di distrazione, grave danno per gli alunni" 

Se la Francia quindi vieta, l'Italia lascia libera scelta (ma scarica tutto sulle spalle dei docenti). Oggi è l'ultimo giorno di lezione in molte scuole del Paese e ora bisogna vedere cosa succederà in questi mesi prima del nuovo anno scolastico, quando i ragazzi torneranno sui banchi di scuola. Il nuovo ministro Marco Bussetti seguirà la strada già avviata da chi lo ha preceduto o sceglierà il modello francese? Un anno fa Bussetti definiva la Buona Scuola "un'ottima legge", anche se ora  nel contratto di governo tra Lega e M5s la 107 risulta annoverata tra "le riforme che hanno coinvolto il mondo della scuola" in questi anni e che "si sono mostrate insufficienti e spesso inadeguate". Il premier Conte ha invece già detto che l'intenzione dell'esecutivo è di "non stravolgere la legge sulla Buona Scuola". 

Il sito specializzato Skuola.net ha ricordato oggi i dati raccolti all'indomani dell'annuncio del Miur sull'uso dello smarpthone in classe: il 45% degli studenti usa tranquillamente lo smartphone in aula per scopi personali: 16% per chattare con gli amici, il 13% per controllare cosa succede sui social network, il 12% per fare ricerche su Internet (magari per aiutare i compagni durante le interrogazioni), il 4% per svolgere i compiti in classe o direttamente per giocare.

Intanto Forza Italia si schiera con la linea Macron. "Ben venga l'utilizzo di pc, tablet e cellulari in classe solo se questi facilitano l'apprendimento e lo studio dei nostri ragazzi - ha fatto sapere Maria Stella Gelmini capogruppo alla Camera di FI ex titolare del dicastero di Viale Trastevere - Tra chat e social network, gli insegnanti sanno benissimo quanto sia complicato evitare a scuola l'uso dello smartphone. Non a caso, in Francia il divieto dei cellulari in classe è diventato legge e credo che come istituzioni e come genitori abbiamo il dovere di impegnarci in questa direzione. Presenterò quindi - ha annunciato - in Parlamento un proposta di legge che vieti l'utilizzo dei telefoni cellulari tra i banchi di scuola, affinché ci sia un uso consapevole di questi dispositivi digitali, solo se in linea con la didattica e propedeutici allo studio". 

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