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Sabato, 20 Aprile 2024
Scuola

Coronavirus, la riapertura delle scuole si allontana: "Rischio che non ci possiamo permettere"

Anna Ascani, viceministra Istruzione (Pd) da poco guarita dal coronavirus, in collegamento con Agorà su Rai3: "Io cerco di dare ascolto a quello che dice l'Oms e il nostro Iss che ci dicono entrambi che le scuole sono purtroppo i luoghi in cui il contagio si moltiplica"

La riapertura delle scuole per terminare l'anno scolastico in classe è un miraggio, a meno di sostanziali novità nelle prossime settimane. "Quello che ci dicono gli scienziati prevale su tutto, riaprire le scuole è un rischio e noi questo non ce lo possiamo permettere" dice Anna Ascani, viceministra Istruzione (Pd) da poco guarita dal coronavirus, in collegamento con Agorà su Rai3. "Io cerco di dare ascolto a quello che dice l'Oms e il nostro Iss che ci dicono entrambi che le scuole sono purtroppo i luoghi in cui il contagio si moltiplica - dice Ascani - Anche se bambini e ragazzi sviluppano questo virus con sintomi molto meno pesanti purtroppo anche da asintomatici rischiano di contagiare gli altri, rischieremmo riaprendo le scuole una nuova esplosione del contagio".

La ripartenza delle attività, di tutte le attività, sarà prudente. "Siamo ancora in piena epidemia, è chiaro che avere la massima precauzione non è una scelta ma un obbligo in questo momento soprattutto in Lombardia, la Regione più colpita in assoluto. E' chiaro che si deve pensare a cosa succede nel momento in cui la curva epidemica si abbassa davvero e c'è la possibilità di ripartire, lo si sta facendo insieme alle Regioni" dice ancora Ascani.

A proposito dei tempi per la riapertura delle scuole, chiarisce Ascani, "il nostro problema è capire come conciliare l'esigenza di dare il servizio scolastico con la sicurezza, per il momento le evidenze ci dicono che non c'è questa possibilità. Lavoriamo per avere modo, nel momento in cui ci daranno il via libera, di farlo". "Abbiamo delle persone che si stanno occupando di questo, per capire come si fa a praticare il distanziamento sociale dove ci sono bambini e ragazzi nella stessa aula per molte ore consecutive. Appena la scienza ci dirà che la curva si è abbassata noi saremo in grado di ripartire e di far ripartire la scuola che garantisce il diritto all'istruzione che è un diritto costituzionale".

"Non è vero che non si sta pensando alla ripartenza, semplicemente si immagina più probabile la ripartenza a settembre laddove siano garantiti gli elementi di sicurezza che per noi sono imprescindibili. Noi abbiamo fatto questa scelta, non da oggi e non solo per la scuola ma per tutto il nostro sistema nazionale, quella di avere grande attenzione per le indicazioni del comitato tecnico scientifico, pur sapendo che l'ultima parola spetta al governo". Così Giuseppe De Cristofaro, sottosegretario all'Istruzione, ospite di 24 Mattino su Radio 24. "Io sono convinto che si debba provare in tutti i modi a tornare in classe - continua - e capisco tutti i limiti della didattica a distanza che pure è servita perché ha colmato almeno in parte un buco e tenuto il filo. Non dimentichiamo che in questo momenti ci sono nel mondo un miliardo e mezzo di studenti a casa, una cosa senza precedenti. Alcuni Paesi stanno pensando di riaprire, molti invece no e sono la netta maggioranza. Il rientro lo possiamo immaginare solo in condizioni di totale sicurezza".

Alcuni Paesi riapriranno infatti le scuole già in questi giorni: "E' rischioso, sono nucleo di diffusione del virus. Noi stiamo facendo bene a non aprire. Ora bisogna lavorare su due fronti: mettere in sicurezza le attività produttive, e rafforzare la medicina del territorio" spiegava ieri Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell`Università di Pisa. Riguardo le dichiarazioni del ministro Boccia, che ha chiesto certezze dagli esperti scientifici, Lopalco ha replicato: "Se vuole io mi invento una risposta e gliela do. Ma sarà una risposta inventata, non una risposta basata su evidenze. Purtroppo le evidenze scientifiche si costruiscono lentamente e con fatica. Risposte certe, verità con la 'V maiuscola' non ce le possiamo mica inventare".

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