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Venerdì, 29 Marzo 2024
Scuola

Addio cellulari a scuola: la proposta di legge che li vieta per alunni e prof

Nel decreto legge per reintrodurre l'educazione civica nelle scuole primarie e secondarie ci sono due proposte di Lega e Forza Italia che mirano a vietare l'utilizzo degli smartphone tra i banchi. Il ministro Bussetti dice no: “Sono a favore dell'uso didattico”

Cellulari a scuola: anche per gli studenti potrebbe essere 'finita la pacchia'. Tra le norme contenute nel decreto legge che punta a reintrodurre l'educazione civica nelle scuole primarie e secondarie, ci sono due proposte di legge che mirano a vietare l'utilizzo dei cellulari nelle scuole, salvo in casi particolari, nei luoghi e negli orari dell’attività didattica. Un'idea che però non sembra scaldare il cuore del ministro dell'Istruzione Bussetti.

Il divieto contro gli smartphone tra i banchi è contenuto in una proposta firmata da Giorgia Latini della Lega e in un'altra di Maria Stella Gelmini, ex ministro dell'Istruzione, esponente di Forza Italia. Al momento si tratta soltanto di un'ipotesi, che però sta facendo molto discutere, soprattutto dopo l'inizio dell'iter in Commissione Cultura della Camera della proposta sul ritorno dell'educazione civica portata avanti dal leghista Massimiliano Capitanio

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Divieto dei cellulari a scuola, le differenze tra le due proposte

Nonostante i testi di Lega e Forza Italia vadano nelle stessa direzione, esistono delle differenze sostanziali tra le due proposte. Quella dell'onorevole Latini coinvolge nel divieto anche i docenti, che saranno così costretti a dare il buon esempio, in “nome dell’esigenza educativa di offrire ai discenti un modello di riferimento esemplare da parte degli adulti”. La punizione prevista per chi non rispetta le regole in realtà è una sola: il sequestro, ovviamente temporaneo, dell'apparecchio. Ad accompagnare questa punizione per i trasgressori ci dovrebbero essere anche una sorta di percorso educativo utile per la comunità, che prevede attività come le pulizie o le piccole manutenzioni. Il leghista Capitanio ha comunque placato le acque parlando di “ipotesi” e di “progetto non ancora depositato”.

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Già accorpato al disegno di legge sulla reintroduzione dell'educazione civica troviamo invece la proposta della Gelmini, che invece è molto più vicina alla norma attualmente in vigore. Il sul testo prevede  il divieto di utilizzo dei telefoni mobili e degli altri dispositivi di comunicazione elettronica all’interno delle scuole, ma comunque rimanda l'ultima parola ai singoli istituti, che dovranno fissare luoghi, casi e condizioni in cui rendere lecito l'utilizzo di telefoni cellulari o altri dispositivi elettronici. 

Cellulari a scuola, utili o deleteri?

Anche soltanto la possibilità di dire addio a smartphone e tablet tra i banchi, magari con il divieto esteso anche ai professori, ha subito scatenato un acceso dibattito. C'è chi li ritiene una ingombrante distrazione per gli alunni, anche se spesso sono finiti nel mirino della critica soprattutto per i video girati durante le lezioni. Ma se da un lato vengono 'demonizzati', esiste una seconda 'fazione' che invece li considera importanti. Uno di questi è proprio l'attuale ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, che parlando degli smartphone a scuola ha commentato: “L'utilizzo dei device per quanto riguarda la didattica è uno strumento fondamentale e quindi sono a favore del loro uso ma soprattutto ho fiducia nei nostri studenti. Credo molto nel loro senso di responsabilità sull'uso consapevole di questi strumenti ai fini di un migliore apprendimento. Condanno invece in maniera decisa l'uso per altri fini”. In effetti, vietare l'utilizzo di apparecchi informatici durante le lezioni è una strada che va inevitabilmente a scontrarsi con l'esigenza di migliorare la didattica con la tecnologia. 

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Stop ai cellulari in classe, i divieti già esistenti

Quello dei cellulari a scuola non è certo un problema che nasce oggi. Anzi, esistono zone in cui è già stato affrontato e in maniera molto decisa. In Francia Macron ha vietato l'utilizzo degli smartphone alle elementari e alle media anche nelle pause tra le lezioni e durante la ricreazione in cortile. In Italia siamo ancora in fase di ipotesi, ad eccezione del liceo paritario di Piacenza che da quest'anno ha deciso di porre rimedio a questo fenomeno costringendo gli studenti a consegnare i telefoni all’ingresso a scuola, per poi depositarli in dei sacchetti che 'isolano' gli apparecchi elettronici.

Divieto dei cellulari a scuola, il Codacons contro Bussetti

Al dibattito sull'ipotesi di vietare i cellulari nelle scuole si è aggiunto anche il Codacons, che in particolar modo ha contestato le parole di Bussetti: “Speriamo vivamente che le dichiarazioni odierne del Ministro dell'istruzione riguardo l'uso dei telefonini in classe siano uno scherzo di Carnevale anticipato. Lo afferma il Codacons, bocciando senza mezzi termini un possibile ingresso dei cellulari nelle aule”.

“Siamo pronti ad impugnare nelle sedi opportune qualsiasi provvedimento che autorizzerà l’utilizzo dei telefonini nelle aule scolastiche – ha spiegato il presidente del Codacons Carlo Rienzi – Al di là dell’aspetto fortemente diseducativo di una simile misura, si aprirebbe un rilevante fronte sanitario, considerato che sono stati scientificamente certificati i rischi connessi all’ uso degli smartphone, dal punto di vista sia mentale che fisico, specie sui più giovani. Già dal 2011 la Iarc, agenzia dell’Oms, ha classificato i telefonini come prodotti a rischio cancerogeno, e numerosi studi internazionali confermano i pericoli per la salute determinati dai telefonini, specie quelli di ultima generazione, che hanno un impatto biologico 4 volte maggiore, perché trasmettono contemporaneamente su più frequenze, per inviare dati, immagini, ecc.”.

“Un uso intensivo di apparecchi telefonici in uno spazio ristretto come una aula scolastica incrementerebbe in modo evidente i rischi per la salute degli studenti, e porterebbe ad una valanga di ricorsi da parte dei genitori e a provvedimenti inibitori da parte dei tribunali - conclude Rienzi -Come se non bastasse, la recentissima sentenza del Tar del Lazio che impone una campagna informativa sui rischi per la salute derivanti dall’uso dei telefonini, rende di fatto impossibile l’ingresso dei cellulari nelle scuole, considerato che è vietato diffondere tra i minori prodotti potenzialmente pericolosi”.

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