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Venerdì, 19 Aprile 2024
Scuola

Gli studenti tornano in piazza contro l’alternanza: "No sfruttamento, servono risorse per l'istruzione"

Nuova protesta in tutta Italia dopo lo sciopero del 13 ottobre per gli studenti delle medie e delle superiori. "Vogliamo maggiori finanziamenti per il diritto allo studio, un'alternanza scuola/lavoro di qualità e più investimenti sulla formazione dei docenti”, dice a Today Giammarco Manfreda della Rete degli Studenti Medi

A un mese dalle proteste nazionali del 13 ottobre gli studenti tornano in piazza. La data scelta è simbolica: il 17 novembre è infatti la Giornata mondiale dello studente, la ricorrenza anniversario della rivolta studentesca del 1939 a Praga contro l'occupazione nazista. 

I temi sul piatto sono ancora una volta il diritto allo studio e l'alternanza scuola/lavoro e gli studenti chiedono un piano di investimenti mirati per garantire l'accesso all'istruzione e la qualità dei percorsi formativi. La mobilitazione riguarda gli studenti medi e universitari, con manifestazioni nelle principali città italiane.

“In questo paese studiare è diventato ormai un lusso. Il numero chiuso a livello nazionale impedisce a centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi di iscriversi all’Università - dichiara in una nota Elisa Marchetti, coordinatrice dell’Unione degli Universitari (UDU) - Questa legge di bilancio pensa a distribuire sgravi ma non riesce ad invertire la tendenza all’abbandono degli studi, che sia interna al percorso scolastico, nel passaggio all’università (solo un diplomato su due ormai si immatricola) o nel corso degli studi universitari”.

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Manifestazione Studentesca 4-2

"Torniamo in piazza con rivendicazioni forti", dice a Today Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, che in un comunicato denuncia la politica dei “bonus spost e sostanzialmente inutili e negli sgravi unilaterali verso il mondo dell’impresa, come quello previsto per chi assume gli studenti che hanno svolto almeno il 30% delle ore di alternanza scuola/lavoro nella propria azienda, scambiando quello che dovrebbe essere uno strumento didattico per una fonte occupazionale”.

Dopo le manifestazioni di ottobre "dal governo e dal ministero sono arrivate risposte insufficienti", chiarisce Manfreda, ricordando quelle che sono le principali rivendicazioni degli studenti. "Chiediamo risposte anche sul diritto allo studio, totalmente assente per le scuole medie superiori e inferiori. Nell'ultima legge di bilancio c'è un fondo di appena 30 milioni, che serve davvero a poco, e c'è il famoso bonus cultura, erogato a tutti i 18enni indistintamente a prescindere dal reddito". 

Serve invece ben altro, dice Manfreda, ricordando la situazione drammatica fotografata da Save the Children con il suo ultimo Atlante dell'infanzia a rischio, da cui emerge ad esempio che contesti di disagio socio-economico aumentano il rischio di insuccesso scolastico. "Vogliamo maggiori finanziamenti per il diritto allo studio, un'alternanza scuola/lavoro di qualità e più investimenti sulla formazione dei docenti". 

La Rete degli Studenti medi chiede ancora l'approvazione della Carta dei Diritti degli Studenti in Alternanza come strumento contro sfruttamenti e storture. Proprio la Rete degli Studenti Medi ad ottobre aveva pubblicato uno studio sul tema, con interviste a 4mila ragazzi iscritti alla quarta superiore di istituti professionali, tecnici e licei: il 48% di loro ha dato una valutazione positiva dell’esperienza di alternanza scuola/lavoro, mentre il 33% si è dimostrato fortemente critico e uno su due ritiene che il proprio percorso non sia stato tarato sui propri interessi e sulle proprie capacità. 

Protestano contro l’uso distorto dell’alternanza e gli sgravi anche gli studenti della Rete della conoscenza (Unione degli studenti e Link), che organizzano una giornata di assemblee di confronti fra studenti, lavoratori e disoccupati per denunciare l’immissione di fatto nel mercato del lavoro di un milione e mezzo di studenti che forniscono manodopera gratuita, in vista poi dell’appuntamento previsto il prossimo 24 novembre con gli Stati generali dello sfruttamento. 

“Con le mobilitazioni di oggi apriamo una settimana di mobilitazione in tutta Italia contro lo sfruttamento degli studenti in alternanza scuola-lavoro - dichiara Francesca Picci, Coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti - Le risposte del MIUR sono insufficienti: vogliamo subito uno Statuto degli studenti in alternanza che garantisca percorsi di qualità e totalmente gratuiti per gli studenti". Per Martina Carpani, Coordinatrice nazionale di Rete della Conoscenza, "gli sgravi fiscali per le assunzioni sono uno spreco di denaro pubblico, i miliardi stanziati con il Jobs Act per gli stessi sgravi hanno aumentato solamente i contratti precari".

Nel pomeriggio, l'Uds sarà in piazza a Montececitorio insieme ai lavoratori "per denunciare l’ingiustizia di uno Stato che investe sullo sfruttamento piuttosto che sulla formazione dei giovani", mentre Unione degli Universitari e Rete degli Studenti medi organizzano una conferenza stampa presso la sala Caduti di Nassirya del Senato per denunciare il grave stato di sottofinanziamento dell’istruzione pubblica nel nostro paese e presentare le proposte degli studenti.

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