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Sabato, 20 Aprile 2024
Scuola

Sempre più alunni disabili nelle scuole, ma con meno sostegno: "È un'emergenza nazionale"

La denuncia del sindacato Anief: servono nuove norme per fronteggiare il fenomeno

Secondo l'Istat, gli alunni disabili iscritti nelle scuole italiane sono 280mila. Quasi il doppio dei 160mila registrati nel 2006. Si tratta di un dato in crescita, con circa 10mila nuovi iscritti all'anno e il sostegno agli allievi con disabilità grave riconosciuta è ormai una emergenza nazionale. A lanciare l'allarme, citando questi dati, è Chiara Cozzetto, portavoce del sindacato Anief, che chiede nuove norme per fronteggiare il fenomeno perché non bastano interventi ordinari per risolverlo. 

In questa situazione, ha denunciato Cozzetto - intervenuta a Firenze nel corso della Conferenza 'Precariato, Diplomati Magistrale e Sostegno: quali soluzioni?', svoltasi nella sala Gigli del Consiglio regionale toscano e organizzata dal consigliere regionale, Paolo Marcheschi e dalla referente regionale FdI per la scuola, Michela Senesi - rimane però in vigore la Legge 128/2013, che ferma al 66% i posti in organico di diritto. A cui si aggiunge il nodo della mancata attribuzione del corretto monte ore agli alunni certificati. Non sorprende, quindi, se la richiesta in tribunale per vedersi riconoscere le ore settimanali è in sensibile crescita. 

Troppi precari tra gli insegnanti di sostegno

''Il sostegno agli alunni disabili - ha ricordato la sindacalista - è un'emergenza che parte dall'organico, composto da poco più di 100mila docenti di ruolo e altri 50mila che continuano ad operare in deroga, quindi con supplenze fino al 30 giugno, senza prospettiva alcuna di essere stabilizzati per via della Legge Carrozza 128/2013 che negli ultimi cinque anni nessuno al governo o sui banchi del Parlamento ha avuto il coraggio di cancellare. Ma i dati nazionali ci dicono anche che ci sono 30mila docenti già specializzati che continuano a lavorare con le graduatorie d'istituto, quindi come precari, perché le GaE vengono loro negate anche laddove le graduatorie provinciali ad esaurimento risultino esaurite: anche questa barriera d'accesso verso le Graduatorie a Esaurimento deve essere abbattuta''.

"Sostegno, non un'ora di meno!: l'iniziativa dell'Anief

Ma il problema del sostegno nella scuola italiana, ha spiegato poi la delegata Anief, è anche un altro, quello della "mancata attribuzione del corretto monte ore agli alunni certificati".

Cozzetto ha denunciato infatti come gli uffici scolastici riducano "ormai quasi sistematicamente le richieste di didattica speciale certificate, costringendo quasi sempre le famiglie a scagliarsi prima sui presidi, poi sugli ex provveditorati e infine sul Miur". Queste iniziative da parte delle famiglie però finosco spesso per rivlearsi inutili, spingendole o a rassegnarsi oppure a tentare la vita del tribunale. "Ed è in questa fase che interveniamo noi, con l’iniziativa legale gratuita 'Sostegno, non un’ora di meno!', che solo lo scorso anno ha prodotto oltre cento cause vinte, con altrettanti alunni che si sono visti assegnare le ore settimanali previste e le famiglie risarcite, ma non è questa la strada per la vera tutela degli alunni con disabilità. È lo Stato che deve tutelarli e non può accampare “ragioni di bilancio” negando loro il diritto fondamentale all’istruzione e all’inclusione”, ha concluso Cozzetto. 

Una scuola sempre più 'precaria': "Migliaia di supplenze, ecco i numeri della vergogna" 

Quello di ricorrere ai giudici, per vedersi riconoscere le ore settimanali stabilite dalla equipe di medici cui gli uffici scolastici non danno seguito, è diventato un fenomeno sempre più comune, soprattutto nel Sud Italia. La tendenza in crescita, rilevata nel 2018, è confermata dal report pubblicato dall’Istat sull’integrazione degli alunni con disabilità: il 9% delle famiglie di alunni con disabilità della scuola primaria e il 5% della secondaria di primo grado hanno presentato negli anni un ricorso per ottenere l’aumento delle ore di sostegno. E si sono rivolti al Tribunale civile o al Tar, il 6,7% delle famiglie degli alunni della scuola primaria e il 4,7% di quelle della scuola secondaria di primo grado.

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