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Martedì, 23 Aprile 2024
Scuola

Medicina a numero chiuso ma in Italia c'è carenza di dottori: tutte le contraddizioni

Mancano medici in Italia, ma il numero chiuso per studiare all'università non pare essere in discussione, scatenando tra l'altro intorno ai test quella che le associazioni studentesche chiamano una guerra tra poveri

Tu chiamale, se vuoi, contraddizioni. Mancano medici in Italia, ma il numero chiuso per studiare all'università non pare essere in discussione, scatenando tra l'altro intorno ai test quella che le associazioni studentesche chiamano una guerra tra poveri. Secondo qualcuno infatti il superamento dei test è infatti più agevole per quegli studenti che provengono dalle scuole migliori e che possono permettersi di prepararsi con corsi privati dal costo di migliaia di euro.

Servizi Trasfusionali, c'è carenza di medici

E' di oggi la notizia che nei Servizi Trasfusionali italiani mancano 470 medici, circa il 30% dell'organico che sarebbe necessario a garantire tutti i servizi. Lo afferma un monitoraggio del Centro Nazionale Sangue, effettuato accogliendo le indicazioni emerse nell'ultima consultazione plenaria del Sistema trasfusionale del maggio scorso, secondo cui il numero dei trasfusionisti è in calo costante dal 2015. La carenza, sottolinea il Cns nel giorno dei test d'ingresso alla facoltà di Medicina, mette a rischio tutte le prestazioni legate al sangue, dalla raccolta alle trasfusioni necessarie agli interventi chirurgici e alle terapie per chi soffre di malattie come la talassemia.

Secondo il censimento, al 10 luglio 2019 la dotazione complessiva di medici in servizio presso i circa 270 Servizi trasfusionali italiani, espressa in numero Full Time Equivalent (FTE o equivalente a tempo pieno), risulta di 1.588 unità, in calo dell'8% rispetto allo scorso dicembre, con un trend in discesa che non varia dal 2015. La carenza di 470 medici nell'organico attuale, sottolinea il Cns, nel prossimo triennio è destinata ad aggravarsi ulteriormente a causa del turnover. Le regioni con maggiori carenze sono il Lazio -58,5 unità, la Sicilia -53, la Puglia -51, Campania -45, la Lombardia -44.

"Le attività di Medicina Trasfusionale - afferma il Direttore Generale del Cns Giancarlo Maria Liumbruno - rivestono un ruolo assolutamente strategico e insostituibile per il supporto dei più impegnativi e delicati percorsi assistenziali diagnostico-terapeutici, da quelli di emergenza e urgenza, al trattamento delle emopatie, alla chirurgia di media e alta specialità e dei trapianti di organi oltre che alle attività cliniche e chirurgiche elettive. I dati evidenziano uno scenario in rapida evoluzione e configurano una carenza di medici significativa che rende urgente la necessità di interventi finalizzati, anche a integrare l'assegnazione dei posti delle scuole di Specializzazione in Ematologia e in Patologia Clinica e Biochimica Clinica con un numero congruo di posti aggiuntivi per poter far fronte alla richiesta di specialisti che già oggi è in grave sofferenza".

La rete trasfusionale, grazie alla produzione di oltre 7.000.000 di unità di emocomponenti all'anno, garantisce il fabbisogno di sangue ed emocomponenti per la terapia trasfusionale a circa 650.000 pazienti.

Numero chiuso per studiare Medicina: "Un fallimento"

Proprio oggi si tiene il test d'accesso per il corso di laurea in Medicina e Chirurgia e Protesi Dentaria, il primo dei 5 per i corsi a numero programmato nazionale, al quale seguiranno i test per il corso di studi in Medicina Veterinaria il 4 settembre, per il corso di studi in Architettura il 5, per il corso di studi in Formazione primaria l'11 e per il corso di studi in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria e Protesi Dentaria erogati in lingua inglese il 12.

"Nonostante il tema del superamento del Numero Chiuso per i corsi di Area Medica sia stato molto presente nel dibattito pubblico e fosse presente anche tra i punti principali del Governo, ci troviamo ancora una volta ad assistere all'ennesima lotteria dei Test d'accesso per i corsi a numero programmato nazionale", dice Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari: "Un evidente segnale di quanto gli investimenti in Istruzione e Università e Ricerca siano soltanto promesse elettorali e frasi spot, che poi nella realtà non trovano mai applicazione, neanche dopo l'evidente crisi in cui il nostro Servizio Sanitario Nazionale si è venuto a trovare a causa della carenza di Medici, che manifesta ancor di più il fallimento del Numero Chiuso".

Medicina, perché il test d'ingresso è una "guerra tra poveri"

Per Gulluni "anche quest'anno decine di migliaia di studenti saranno impegnati in quella che ormai rappresenta una vera e propria competizione, una guerra tra poveri, dove i soggetti economicamente meno abbienti e partono fortemente svantaggiati rispetto a chi, già consapevole della propria scelta, ha speso gran parte di quest'anno nella preparazione attraverso corsi privati a pagamento, incentivando attorno al Numero Chiuso un vero e proprio business. Siamo il paese con un numero di laureati di gran lunga inferiore alla media OCSE e con investimenti in istruzione e formazione dei giovani di gran lunga la di sotto della media Europea, eppure piuttosto che inversioni di rotta ed investimenti continuiamo a vedere Numero Chiuso e Test d'Accesso. Inspiegabilmente tutto questo continua ad accadere anche in quei corsi in cui da anni il numero di partecipanti al Test e assolutamente paragonabile o addirittura inferiore al numero dei posti messi a bando, come Architettura e Formazione Primaria, in cui il Test è solo una formalità che tuttavia rappresenta una spesa ulteriore per i partecipanti".

"Per tutte queste ragioni come UDU siamo oggi qui per far emergere ancora le problematiche in merito all'accesso, ovvero per ribadire quello che chiediamo da anni, cioè la necessità di superare il numero chiuso e di rifinanziare in toto il sistema universitario. Chiediamo l'immediata abolizione del numero programmato per i corsi in Architettura, Medicina Veterinaria e Formazione Primaria e un piano strutturato per superare nel medio periodo anche la programmazione per Medicina e Odontoiatria, prevedendo nel frattempo l'introduzione di un modello transitorio, che abbia l'obiettivo di arrivare alla totale apertura dei corsi dell'area medica con delle tempistiche chiare e brevi e con finanziamenti congrui alle peculiarità formative e didattica di tali corsi di studio". Ma non solo, serve anche "l'ulteriore ampliamento delle borse di specializzazione medica per eliminare l'imbuto formativo che gli studenti si trovano alla fine del proprio percorso di studi".

Medicina, Fgc: "Test d'ingresso è selezione di classe"

Protesta degli studenti organizzata dal Fronte della Gioventù Comunista (Fgc) in occasione delle prove di accesso alla facoltà di Medicina, all'università La Sapienza di Roma. "Siamo contrari ai test di medicina poiché questi non sono altro che un meccanismo di selezione di classe per i futuri medici oltre che un danno per il sistema sanitario italiano - ha commentato Gianluca Lang responsabile università Fgc Roma – Il superamento dei test è infatti più agevole per quegli studenti che provengono dalle scuole migliori e che possono permettersi di prepararsi con corsi privati dal costo di migliaia di euro. In questo modo il fattore determinante nella selezione non è la reale potenzialità dei candidati, ma la possibilità di avere una preparazione migliore ottenuta grazie alla propria disponibilità economica".

"Se non si parte dalle stesse condizioni, di certo non se ne può fare una questione di merito. L’Italia - ha aggiunto Lang - soffre da anni una cronica mancanza di personale medico e sanitario. In 7 anni abbiamo perso 9mila medici e mancano 50mila infermieri. Anni di tagli da parte di tutti i governi in applicazione ai diktat europei hanno portato la sanità pubblica al collasso a vantaggio di quella privata: continuare a ridurre il numero di medici formati tramite i test di medicina non fanno altro che assecondare questo smantellamento. Per queste ragioni ci opponiamo a questo numero chiuso e allo stesso tempo rivendichiamo un sistema sanitario diverso, in cui non manchino i medici e che sia realmente pubblico, gratuito e di massa".

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