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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Circolare prego!

Ovvero spingere il sistema europeo verso un’economia circolare, con meno prelievo di “capitale naturale”, meno rifiuti, emissioni ed inquinamento, riciclando di più grazie a tecnologie e processi green. Ma non solo.

Ecco le proposte del Consiglio Nazionale della Green Economy – CNGE a Renzi perché le faccia proprie durante la presidenza italiana nel semestre europeo che inizia il 1 luglio. Sei i grandi temi trattati: fiscalità ecologica, clima e energia, agricoltura sostenibile, risorse idriche, rifiuti, crescita e occupazione verde. Un pacchetto di provvedimenti che vogliono non solo migliorare l’efficacia delle politiche ambientali, ma anche alleggerire la pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese e facilitare quella ripresa economica che tutti auspicano e che tarda a manifestarsi.

In sintesi ecco i punti salienti della proposta del CNGE:

Fiscalità Ecologica: prima di tutto attuare una riforma dei sussidi pubblici nel settore dell’energia (solo in Italia, premiando a volte settori ad alto impatto ambientale, quotano dai 2 ai 5 miliardi di euro l’anno di maggior costo per la collettività e minori entrate per lo Stato), poi rivedere i principi stessi della fiscalità generale in modo da avere una maggiore integrazione con quella ambientale facendo sì che chi inquina e depaupera il “capitale naturale” paghi e che il denaro così prelevato sia utilizzato per abbattere il debito pubblico e finanziare l’eco-innovazione. Per realizzare questo cambio di rotta nelle politiche fiscali si chiede “di dare attuazione agli indirizzi di contabilità ambientale per misurare il valore del capitale naturale e dei servizi eco-sistemici, con l’obiettivo di integrare la contabilità ambientale nei conteggi economici e di bilancio”. Se questo si realizzasse si potrebbe spostare il carico fiscale dal lavoro all’ambiente di almeno 10 punti in 5 anni.

Clima ed Energia: è necessario convincere gli Stati della Ue ad adottare politiche “ambiziose” per ridurre ulteriormente le emissioni di gas serra, sviluppare le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica. Patti chiari, controlli, premi per i virtuosi e sanzioni per i ritardatari.

Politica Agricola Comune (PAC): con il sostegno alle produzioni di qualità, premiando le aziende e i processi orientati alla sostenibilità, facilitando il consumo a Km0 anche grazie ad un’etichettatura trasparente (e controllata) che lasci spazio a nuove denominazioni certificate come “prodotto di Montagna” o “prodotto di Fattoria”. Infine il CNGE sfiora la questione spinosa degli OGM e, prendendo atto che l’Europa sta di fatto permettendo ai singoli stati di scegliere se usarli o no, chiede norme chiare per proteggere i modelli agricoli italiani, orientati alla tradizione e alta qualità, consentendone il divieto.

Riciclo e riutilizzo delle acque reflue industriali e agricole: stimolare la produzione di un quadro normativo moderno, con parametri e procedure definite, per permettere il riutilizzo di queste risorse così utili, specie nelle aree aride del continente.

Rifiuti: adottare una strategia integrata per ridurli e incrementare significativamente il riciclo ma, soprattutto, rafforzare il principio della Responsabilità del Produttore perché sia chiamato a rispondere dell’impatto ambientale del bene che commercializza una volta che questo finisce il suo ciclo di vita.

La Green Economy come motore di sviluppo: finanziare e sostenere la ricerca, l’innovazione e le strutture produttive green in modo che possano essere elemento propulsivo per la crescita e opportunità di occupazione. Le risorse possono essere trovate – secondo il CNGE – non inserendo questo capitolo di spesa nei vincoli del Patto di Stabilità ed elevando la Green Economy a priorità nel progetto di sviluppo dell’Unione Europea.

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