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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Tradizione VS innovazione? No, in agricoltura

In gergo si parla di "precision farming, una di quelle grandi innovazioni che stenta a essere introdotta nel nostro Paese". Massimo Iannetta dell'ENEA, ha spiegato che nel settore agricolo innovare non significa perdere in qualità, anzi

Il settore agricolo necessita di innovazioni tecniche affinché si possa parlare di agricoltura sostenibile, sia dal punto di vista economico che ambientale.  Come è possibile per il comparto rurale italiano, così intriso di tradizione, possa innovarsi riuscendo a non danneggiare l’ecosistema e a non perdere competitività sui mercati che, nonostante la crisi, continuano a premiare il cibo Made in Italy, assoluta eccellenza della nostra Penisola. Abbiamo chiesto di spiegare com'è la situazione italiana a Massimo Iannetta, Direttore dell'Unità Tecnica "Sviluppo Sostenibile ed Innovazione del Sistema Agro-industriale" dell'ENEA

Tradizione e innovazione sono termini che spesso vengono messi in antitesi. Questo vale anche per uno dei settori più tipici della nostra economia come l’agricoltura?

Sì, vale tantissimo. Tradizione non è altro che un'innovazione ben riuscita, perché duratura nel tempo. Questo per dire semplicemente che tradizione e innovazione possono andare tranquillamente a braccetto. Oggi, invece, nel settore agricolo, e agro alimentare in generale, si è creata un po' questa dicotomia, associando alla tradizione la tipicità del prodotto, e quindi il dualismo tra il concetto di tradizionale tipico, che vuol dire sano, e innovazione tecnologica e peggio ancora innovazione bio tecnologica come qualcosa di dannoso. Quindi tradizione e prodotto tipico come evocativo di qualcosa di naturale, innovazione come qualcosa di artificiale, ma questo non fa parte della nostra cultura, che da sempre ha cercato di integrare tradizione/innovazione con un bel pizzico di creatività che ha consentito ai nostri prodotti agricoli e agro alimentari di farsi conoscere in tutto il mondo.

Qual è un caso di innovazione che rispetta la tradizione?

Tutti i prodotti tradizionali del Made in Italy, dalla pasta, all'olio, al vino, sono tutti prodotti tradizionali, che per vincere la competitività sui mercati nazionali e internazionali hanno bisogno di innovazione. Questa innovazione è un'innovazione di tipo trasversale, che va sul processo e va sul prodotto. Quindi la nostra propensione, sopratutto per noi che facciamo ricerca e cerchiamo di trasferire i risultati della ricerca alle imprese, quella dell’ innovazione diventa uno strumento fondamentale per consentire alle nostre imprese agricole e agro industriali di collocarsi sul mercato creando poi valore aggiunto.

In gergo si parla di precision farming . Può spiegarci di cosa si tratta?

Precision farming è una di quelle grandi innovazioni che stenta ad essere introdotta nel nostro Paese, per tutta una serie di motivi, sono le così dette barriere che in qualche modo limitano l'introduzione dell'innovazione. Precision farming è appunto l'agricoltura di precisione che richiede competenze e tecnologie: da una parte fa riferimento a quelle che sono le caratteristiche colturali, quindi alle fasi fenologiche della coltura, dall'altra alle caratteristiche del suolo, sia quelle biochimiche che quelle fisiche e infine alle caratteristiche climatiche. Mettendo insieme questi diversi livelli informativi si riesce a ottimizzare l'uso dei fattori di produzione e in particolare dei concimi ma anche dell'acqua, integrando da una parte conoscenze e competenze nei settori dell'agricoltura e conoscenze e competenze nei settori della tecnologia più avanzata si riesce a ottimizzare l'impiego di questi imput di produzione che sono importanti sia da un punto di vista economico che da un punto di vista della sostenibilità ambientale, perché se si utilizzano meno fertilizzanti, meno antiparassitari e meno acqua si fa un bene al nostro agro-ecosistema.
 

Cosa sta facendo l’Enea per agevolare il trasferimento tecnologico alle imprese agricole?

Noi abbiamo costituito il centro servizi avanzati per l'agroindustria con Confagricoltura e Feder alimentare, con il supporto anche di un consorzio partecipato da ENEA, Consorzio in Bio, con l'obiettivo di svolgere un'azione di intermediazione tra l'attività di ricerca e le imprese. Quindi fare quel trasferimento tecnologico che oggi è essenziale e fondamentale per le nostre imprese.

Quali sono i maggiori ostacoli che l’innovazione tecnologica incontra nel nostro Paese?

Possono essere barriere tecnologiche, perché non riusciamo a introdurre un'innovazione adeguata possono essere culturali perché magari non abbiamo le imprese pronte a recepire queste innovazioni, possono essere sociali o economiche perché magari non ci sono le condizioni economiche per affrontare investimenti, ma possono essere, questo è una nota dolente, anche legate alla burocrazia, quindi all'incapacità del settore pubblico di incentivare l'introduzione di queste innovazioni, essere cioè motore dello sviluppo, piuttosto che semplicemente osservatore o arbitro. Quindi sburocratizzare, semplificare una serie di procedure sicuramente favorirebbe l'introduzione dell'innovazione così come una maggiore attenzione innovazione da parte degli istituti di credito che potrebbero con maggiori agevolazioni favorire il credito per le imprese che innovano.

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