rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
T3 Basilicata

Fare innovazione? Mission possible ma con gli strumenti opportuni

A seconda delle esigenze delle singole realtà aziendali, quindi, è opportuno capire non tanto se fare innovazione, quanto piuttosto come farla, scegliendo il tipo di soluzione progettuale più adatta all’impresa di riferimento

Uno dei motori principali dell’economia del XXI secolo sarà sempre di più l’innovazione, la tecnologia e la ricerca. Viviamo in un periodo storico nel quale il maggior valore aggiunto deriva proprio da questi fattori. E ciò vale per i prodotti, ma anche per i servizi. Tutto, o quasi, nel mondo che viviamo si muove secondo il paradigma legato a quella che, non a caso, è denominata economia della conoscenza. 

L’innovazione tecnologica, come sosteneva l’economista austriaco Joseph Schumpeter, si crea principalmente attraverso la valorizzazione economica della creatività scientifica, quell’attività che è intimamente legata al concetto di invenzione. Generalmente questo processo avviene attraverso le seguenti fasi: ricerca di base, ricerca applicata, ricerca industriale, sviluppo precompetitivo, industrializzazione.

Nei primi due casi, ricerca di base e applicata, l’obiettivo è chiaro: creare conoscenza. Questo è il motivo per cui i finanziamenti a questo tipo di attività derivano principalmente da Enti Pubblici e dai Governi: si tratta di investimenti molto sostanziosi, con una elevata probabilità di fallimento o di scarsa applicabilità nell’immediato dei risultati in contesti produttivi, e che però segnano la frontiera culturale di una nazione o di un continente. Notevole, ad esempio, è il caso della Teoria della Relatività di Albert Einstein, pubblicata nel 1916, che per quasi 100 anni è stata ritenuta una scoperta scientifica astratta e che invece oggi viene utilizzata come base di conoscenza utile a far funzionare il GPS, ad esempio, in tutti i nostri device tecnologici.

Nel caso invece di ricerca industriale, di sviluppo precompetitivo e di industrializzazione, l’obiettivo è quello di creare un vantaggio competitivo, dunque economico e di mercato, per capitalizzare il massimo dell’extra profitto che può derivare dall’essere tra i primi innovatori presenti in un determinato segmento di mercato. Avendo una finalità prettamente commerciale, per queste attività giocano un ruolo fondamentale i finanziamenti delle grandi aziende, ma anche delle piccole e medie imprese (PMI).
 

Grafico1-2

Come declinare queste informazioni a livello aziendale? Diventa infatti quanto mai urgente implementare l’innovazione tecnologica a livello produttivo per rimanere o diventare competitivi sul mercato. Da un punto di vista prettamente didattico tale progettualità può essere classificata in base ai seguenti criteri: il contesto in cui il progetto si svolge e in particolare se coinvolge una sola organizzazione o più organizzazioni; l’obiettivo del processo di innovazione, ovvero se il processo è volto a creare una nuova tecnologia o a riprodurne e diffonderne una esistente.

In base ai criteri esposti si ottiene la seguente classificazione:

Grafico2-2

Nel caso di Spin off o Progetti di R&S (Ricerca e Sviluppo) l’obiettivo primario è quello di trasferire l’innovazione da un laboratorio al mercato. Diversamente, se l’obiettivo è quello di affidare lo sviluppo di innovazione tecnologica a terzi potrò ipotizzare un contratto di outsourcing di R&S. Se, invece, si ha intenzione di trasferire innovazione all’interno di diversi attori appartenenti alla stessa organizzazione si sta mettendo in pratica l’azione più elementare di Trasferimento tecnologico. Da ultimo, i progetti di Technology licensing or selling sono progetti in cui si vuole acquisire innovazione da soggetti terzi rispetto alla propria organizzazione.

A seconda delle esigenze delle singole realtà aziendali, quindi, è opportuno capire non tanto se fare innovazione, quanto piuttosto come farla, scegliendo il tipo di soluzione progettuale più adatta all’impresa di riferimento, avvalendosi dei numerosi strumenti ormai a disposizione del tessuto imprenditoriale che rendono tale operazione, a tutti gli effetti, una mission non solo possible, ma indispensabile alla sopravvivenza.

Esistono però modelli organizzativi e di politica economica in grado di supportare il tessuto imprenditoriale italiano in questa direzione? Come recuperare il gap competitivo? Esiste davvero un “caso Italia” o, meglio, un paradosso italiano all’innovazione? Alla prossima puntata.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fare innovazione? Mission possible ma con gli strumenti opportuni

Today è in caricamento