rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Sport Israele

Calcio, la squadra simbolo della destra ebraica "apre" ai giocatori arabi

Il nuovo proprietario del Beitar Jerusalem, squadra di calcio israeliana (prima divisione), nota per gli eccessi anti-arabi di suoi sostenitori, ha annunciato oggi che "la religione" non è più un criterio per il reclutamento di nuovi giocatori

Calcio e religione, calcio e politica. In Israele lo sport assume spesso altri significati. Il proprietario del Beitar Jerusalem, squadra di calcio israeliana (prima divisione), nota per gli eccessi anti-arabi di molti suoi sostenitori, ha annunciato oggi che "la religione" non è più un criterio per il reclutamento di giocatori, suggerendo così che potrebbe ingaggiare calciatori arabi israeliani. In passato il Beitar Jerusalem, che ha vinto sei volte il campionato della prima divisione, è stato criticato per gli eccessi anti-arabi di alcuni dei suoi sostenitori. Il culb, che ha le sue radici nella storia della destra nazionalista israeliana, non aveva mai ingaggiato alcun giocatore della comunità araba israeliana che rappresenta il 17,5% della popolazione.

Gli arabi israeliani sono o musulmani o cristiani. "Il Beitar non è un club razzista. Da oggi la religione non è più un fattore nella scelta dei giocatori del club", ha annunciato in una conferenza stampa Hogeg Moshe, un imprenditore che ha comprato il club nelle ultime settimane. Secondo il nuovo proprietario, conta solo il criterio sportivo. Scontato altrove, non in Israele. "Reclutare un giocatore unicamente perché è arabo sarebbe anch'essa una forma di razzismo", ha detto Moshe Hogeg. 

I tifosi del club sono politicamente schierati a destra: era fino a oggi l'unica squadra israeliana a non aver mai tesserato, nella propria storia, un calciatore arabo. Nel 2005 un neoacquisto, il calciatore nigeriano Ndala Ibrahim, fu costretto a lasciare il club dopo pochissimo tempo dal suo arrivo, a causa della forte avversione e degli insulti nei suoi confronti di gran parte dei tifosi. Cinque anni fa , nel 2013, dopo l'acquisto dei calciatori russi Dzhabrail Kadiyev e Zaur Sadayev, ambedue musulmani, gli uffici della dirigenza del Beitar erano stati oggetto di un violento attacco vandalico notturno da parte di alcuni ultras. Delle frange più oltranziste della tifoseria del Beitar fa parte il controverso gruppo ultrà "La Familia", noto per l'esaltazione dell'identità ebraica. Ora si volta pagina.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Calcio, la squadra simbolo della destra ebraica "apre" ai giocatori arabi

Today è in caricamento