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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Plusvalenze fittizie: Chievo punito con 3 punti di penalizzazione

Questa la decisione del Tribunale Nazionale Federale della Figc. La società clivense dovrà anche pagare un'ammenda di 200mila euro, mentre il presidente Campedelli è stato squalificato per tre mesi

l Tribunale Nazionale Federale della Figc ha punito il Chievo Verona con tre punti di penalizzazione da scontare in questo campionato, per la vicenda delle plusvalenze fittizie. La sentenza prevede anche un'ammenda di duecentomila euro al club clivense e tre mesi di squalifica per il presidente della società veneta Luca Campedelli. Il Tribunale federale nazionale presieduto da Cesare Mastrocola ha inoltre dichiarato di non doversi procedere nei confronti del Cesena per intervenuta revoca dell'affiliazione, sanzionando con 1 mese e 15 giorni di inibizione i consiglieri della società Guido Aldini e Samuele Mariotti.

La sentenza

Nel dispositivo il Tribunale Federale Nazionale - Sez. Disciplinare, dichiara di "non doversi procedere nei confronti della Società AC Cesena Spa per intervenuta revoca dell'affiliazione". Inoltre "accoglie il deferimento nei confronti dei Signori Campedelli Luca, Campedelli Piero, Campedelli Giuseppe, Cordioli Michele, Cordioli Antonio, Aldini Guido e Mariotti Samuele, nonché della Società AC Chievo Verona Srl con l'irrogazione delle seguenti sanzioni: Campedelli Luca, mesi 3 (tre) di inibizione; Campedelli Piero, mesi 1 (uno) e giorni 15 (quindici) di inibizione; Campedelli Giuseppe, mesi 1 (uno) e giorni 15 (quindici) di inibizione; Cordioli Michele, mesi 1 (uno) e giorni 15 (quindici) di inibizione; Cordioli Antonio, mesi 1 (uno) e giorni 15 (quindici) di inibizione; AC Chievo Verona Srl, € 200.000,00 (Euro duecentomila/00) di ammenda e punti 3 (tre) di penalizzazione in classifica da scontare nella stagione sportiva in corso; Aldini Guido, mesi 1 (uno) e giorni 15 (quindici) di inibizione; Mariotti Samuele, mesi 1 (uno) e giorni 15 (quindici) di inibizione".

La vicenda

Le due società di Chievo Verona e Cesena erano state deferite per aver sottoscritto le variazioni di tesseramento di alcuni calciatori indicando un corrispettivo superiore al reale e per aver contabilizzato nei bilanci plusvalenze fittizie e immobilizzazioni immateriali di valore superiore al massimo stabilito dalle norme che regolano i bilanci delle società di capitali, condotte finalizzate a far apparire un patrimonio netto superiore a quello esistente alla fine di ciascun esercizio e ciascun semestre così da ottenere la Licenza Nazionale e l'iscrizione al campionato delle stagioni 2015/2016, 2016/2017, 2017/2018 in assenza dei requisiti previsti dalla normativa federale.

''Siamo stupiti e contrariati dall'esito della sentenza odierna. Siamo fermamente convinti, oggi più che mai, che la società abbia sempre agito con correttezza e trasparenza, e che le indagini della procura non siano state fatte correttamente. Riteniamo perciò che il Chievo non meriti questa ridotta penalizzazione, frutto peraltro, con tutta evidenza, della consapevolezza, da parte del Tribunale, della debolezza della tesi accusatoria", commenta il legale del Chievo, Marco De Luca, annunciando: "Ricorreremo quindi in appello, fiduciosi che la giustizia sportiva saprà alla fine riconoscere le nostre ragioni. In ogni caso, al di là di tutte le considerazioni di merito, resta il fatto che riteniamo il deferimento nei confronti del Chievo nullo per le ragioni già espresse ieri in udienza e segnatamente perché l'unico soggetto legittimato a firmare il relativo atto sarebbe stato il procuratore Giuseppe Pecoraro che invece non lo ha fatto né ha dedotto alcun impedimento come previsto dal Codice di Giustizia Sportiva".

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