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Martedì, 23 Aprile 2024
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Errani squalificata per doping, la difesa: "Contro di me accuse false"

La tennista ha parlato in conferenza stampa per fare chiarezza sulle accuse di doping: "La sostanza in questione non è dopante e non migliora le prestazioni sportive"

"Ho subito una sanzione a causa dell'ingestione involontaria di un cibo che era contaminato con una sostanza non dopante. Una frase che ha dell'incredibile". E’ una Sara Errani visibilmente emozionata nella conferenza stampa convocata a Milano per rispondere alle motivazioni della sua squalifica per doping di due mesi per assunzione di letrozolo, sostanza probita dalla Wada e rilevata nel test del 16 febbraio scorso. 

"Sono arrabbiata ma in pace con me stessa – dice – E’ una vicenda che ho vissuto male, un momento difficile sia per me che per la mia famiglia che ho sentito vicina come non mai. La cosa che mi ha fatto più male sono state le falsità. Avete tirato in mezzo anche mia madre che da 10 anni vive una situazione difficile. Ho sentito varie colleghi e colleghe e devo ringraziare la federazione che mi ha supportato. Per la sentenza, sono loro che devono giudicare, io gioco a tennis”. La Errani cita uno studio australiano per il quale “la sostanza non è dopante per le donne. Non è uno steroide, non è uno stimolante e non migliora le performance”. Dal controllo del 16 febbraio “ho deciso di continuare a giocare perché sapevo di non aver fatto niente di male”.

La Errani aggiunge: la sostanza in oggetto, il letrozolo, “è dopante per gli uomini, non per le donne. Il motivo principale per cui viene usato è perché contrasta gli effetti collaterali di altri prodotti dopanti come steroidi anabolizzanti, e non copre. Gli uomini lo usano per contrastare la crescita del seno. Io sono stata ritenuta, giustamente responsabile delle azioni di chi mi circonda, tecnico e famiglia”. A dimostrazione di questo Sara Errani cita il test sui capelli effetuato: “Negatività mia e positività di mia madre sono state ammesse come confronto tra uso occasionale e uso cronico. Il test però non è stato ammesso perché presentato in ritardo rispetto ai termini”.

Sul periodo di stop aggiunge: “Spero mi darà tanta carica, per recuperare da stress e situazioni sgradevoli. Abbiamo ricevuto una quantità sbalorditiva di insulti, cercherò di tornare più forte di prima. Essere a casa è dura ma ho tanta voglia di tornare a fare quello che più mi diverte. Punti persi? Stiamo pensando con gli avvocati cosa fare. Squalifica a vita? Continuo ad essere della mia opinione per quei casi in cui al termine di un processo venga stabilito che la sostanza sia assunta volontariamente e con lo scopo di migliorare prestazioni”.

Pronto il ricorso: “Sono stata sanzionata perché, testualmente, sono responsabile anche di errori commessi da parte di chi mi circonda. Pronti a difenderci, abbiamo prove in più come quella del capello che non è stata accettata in prima istanza”. Dal 2009, aggiunge il fratello Davide, che in chiusura ha attaccato chi ha ironizzato sulla madre e sulla sorella sul web, Sara è stata controllata 83 volte: sangue, urine e a volte entrambe. “Alcuni media hanno ipotizzato una mia linea difensiva per coprire colpe. Ma non ho una linea difensiva, mi attengo ai fatti” la conclusione.

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