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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Luca Pancalli, anima dello sport paralimpico italiano: "Chi dà il massimo ha già vinto"

Il presidente del Comitato Paralimpico: "La vita è come lo sport paralimpico: se hai sogni e fai ciò in cui credi, non è detto che tu vinca, ma dando il massimo hai già vinto"

Luca Pancalli, 56 anni, è il presidente del Comitato Italiano Paralimpico.

L'incidente a 17 anni

Grande promessa dello sport italiano sin da giovanissimo, diventa nazionale juniores di pentathlon moderno dopo aver vinto tre campionati italiani. Nel 1981, a 17 anni, si trova in Austria per una gara internazionale under 18. Cade da cavallo e diventa tetraplegico. Per lui è l'inizio di una nuova vita, fatta di piccole e grandi sfide quotidiane, di comprensibili momenti di sconforto, ma anche di caparbia determinazione per la conquista di nuovi traguardi, costantemente sostenuto dagli affetti familiari e soprattutto da una forza d'animo e di volontà straordinarie.

"La vita è come lo sport paralimpico"

Oggi Luca Pancalli è un uomo sereno, affettuoso padre di famiglia e protagonista di una carriera importante. Un esempio di cosa voglia dire essere uomini di sport nell'anima. Per lui "La vita è come lo sport paralimpico: se hai sogni, passioni e fai convintamente ciò in cui credi, non è detto che tu vinca una medaglia, ma dando il massimo hai già vinto".

Proprio a Luca Pancalli è dedicata la puntata di "A sua immagine" di sabato 19 maggio alle 15.55 su Rai1, con Lorena Bianchetti. A gennaio Luca Pancalli è stato rieletto Presidente del Comitato Italiano Paralimpico con 51 preferenze sui 56 aventi diritto (91,07% dei consensi) appartenenti al Consiglio Nazionale Elettivo (3 schede bianche e 2 nulle).

Pancalli, il discorso di PyeongChang 

Il discorso di Pancalli agli atleti italiani al termine delle Olimpiadi invernali  di PyeongChang 2018 aveva commosso tutti gli sportivi italiani. Parole che non si scordano facilmente.

"Sono certo - aveva detto - che da domani tutti voi sarete i migliori ambasciatori dello sport paralimpico per cercare di far sognare tanti ragazzi che magari ora pensano che la loro vita sia finita, che non sia possibile nulla come magari è capitato a noi. La più bella medaglia che potete vincere è convincere quanti più ragazzi possibile a far parte di questo mondo. Quando la fiaccola si spegnerà sarete tutti tristi perché un capitolo si chiude. Ma è così. I Giochi si aprono e si chiudono. Ma la vostra storia sportiva continua in attesa della riaccensione di un’altra fiaccola". 

"Quando arriverete alla mia età, queste sono le cose più belle che porterete con voi. Non voglio far retorica. Di tutte le medaglie che ho vinto non ne ricordo una, ma gli amici, i tecnici e i compagni di squadra li ricordo tutti a uno a uno e questo è il regalo più grande che potete ricevere da una Paralimpiade”.

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