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Martedì, 23 Aprile 2024
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Ciclone Red Bull sul mondo del calcio: luci e ombre da Lipsia a... Udine

La squadra "più odiata" di Germania. Le voci di uno sbarco in Italia a Udine. L'effetto Red Bull sul mondo del calcio segue dinamiche precise: squadre create (quasi) dal nulla, nuovi colori, nuovo logo. Grandi successi sportivi ma tifosi perplessi per quella che secondo alcuni è soprattutto una grande operazione di marketing, studiata alla perfezione

E' la squadra "più odiata" d'Europa secondo alcune recenti classifiche. Ma è anche una delle grandi sorprese sportive della Bundesliga 2016-2017: il secondo posto momentaneo in classifica profuma addirittura di Champions League. Come mai il Lipsia è finito così prepotentemente al centro dell'attenzione mediatica, anche al di là dei confini della Germania? Tutta "colpa" della proprietà, la Red Bull, azienda produttrice della nota bevanda energetica. Il miracolo Lipsia è l'occasione per approfondire una vicenda che può aver indicato davvero la strada del calcio del futuro, perfetto mix di marketing e programmazione: ma è una strada che non piace a tutti. E forse presto anche l'Italia del calcio sarà "costretta" a vedere da vicino le conseguenze dell'effetto-Red Bull. Ma procediamo con ordine.

LIPSIA - La società è stata costituita nel 2009 dalla multinazionale austriaca Red Bull GmbH, attraverso la legittima acquisizione della licenza sportiva del SSV Markranstädt (piccola squadra locale). Nuovo nome, nuovi colori, e obiettivi ambiziosi sin dal principio: dopo promozioni a ripetizione nelle serie inferiori, da quest'anno il RasenBallsport Leipzig (da qui in poi Lipsia, ndr) gioca nella massima serie del calcio tedesco, la Bundesliga. La Red Bull in 10 anni investirà 100 milioni di euro nella squadra, una cifra importante. Perchè proprio Lipsia? La città aveva una tradizione calcistica forte ma club sprofondati nelle serie minori, ma soprattutto uno stadio nuovo, moderno e sottoutilizzato. Il Zentralstadion era stato costruito nel 2004 per ospitare alcune gare del Mondiale 2006.

L'ODIO DEI TIFOSI AVVERSARI - In Germania la "tradizione", la storia di ogni club riveste la massima importanza per i tifosi. Squadre come il Bayern Monaco, l’Amburgo, il Borussia Dortmund, lo Schalke, il Werder Brema e il Borussia Moenchengladbach sono rispettate anche da molti supporter avversari proprio per ciò che rappresentano per tutto il movimento calcistico. Una società fondata "a tavolino" trova così molti detrattatori, che criticano la gestione a fini puramente commerciali: "Il calcio si gioca per suscitare emozioni, per regalare gioie alle persone. Loro giocano per farsi pubblicità. Questa è la commercializzazione del calcio che vogliamo combattere" ha spiegato un'associazione di tifosi del Borussia Dortmund. Va sottolineato come in Germania altri grandi gruppi industriali multinazionali siano proprietari di squadre di calcio, ma a differenza di Red Bull hanno un legame diretto con la città: Bayer a Leverkusen, Volkswagen a Wolfsburg, Audi a Ingolstadt.

Red Bull Lipsia (Ansa)

REGOLE "AGGIRATE"? -  "RB Lipsia" quindi, così in Germania ci si riferisce alla "squadra più odiata". I club non potrebbero avere nel nome quello di una multinazionale, ma il divieto è stato aggirato: RB, in questo caso, non sta per Red Bull, ma per Rasenballsport, parola inventata appositamente dai dirigenti del Lipsia, che significa “Sport da palla su prato”. Una trovata che è rimasta sullo stomaco a molti appassionati. Anche altre norme federali sono state aggirate: è vietato che il 49% delle quote di un club sia nelle mani di un unico proprietario, quindi l'RB Lipsia è al 49% della Red Bull e il restante 51% è distribuito fra 14 dirigenti della multinazionale.

SALISBURGO E GLI ALTRI PRECEDENTI - Il Lipsia non è la prima incursione di Red Bull nel mondo del calcio: nel 2005 acquisì la storica società Austria Salisburgo: tutte le tradizioni del vecchio club anche qui vennero spazzate via, nuovi colori sociali, nuovo logo e conseguente disamoramento di moltissimi tifosi. Alcuni di loro hanno persino fondato un'altra squadra con la denominazione originale di Sportverein Austria Salzburg: il club oggi milita in seconda serie. I successi del nuovo Salisburgo sono innegabili: 7 titoli nazionali. Red Bull ha da tempo messo piede anche nella Major League Soccer, il campionato di calcio statunitense: i New York Red Bulls (ex New York MetroStars) sono una società della multinazionale dal 9 marzo 2006. E poi ci sono anche Red Bull Brasil in Brasile e l’Academy Red Bull Ghana in Africa.

LATI "OSCURI" - L'ecosistema Red Bull, se così si può chiamare, ha molte sfaccettature: non tutti a Salisburgo ad esempio hanno gradito il fatto che ora sia chiaramente il Lipsia il centro del progetto calcistico della multinazionale. Negli ultimi anni secondo alcuni osservatori il team austriaco è stato indebolito e i calciatori migliori sono stati indirizzati in Germania piuttosto che in Austria. Sono stati spesi ad esempio più di 15 milioni per portare in Germania il talento classe 1997 Oliver Burke, diventato così il giocatore scozzese più costoso della storia etichettato come "il nuovo Bale".

FAVOLE CALCISTICHE - A Salisburgo nonostante tutti gli iniziali scetticismi la squadra locale "firmata Red Bull" ha conquistato molti nuovi tifosi, perché nel calcio funziona quasi sempre così: se una squadra vince, il pubblico aumenta. A Lipsia gli abbonati per la stagione 2016-2017 sono più di 20mila, e lo stadio è sempre pieno. Chi d'altra parte non vorrebbe vedere la propria squadra vincere, giocar bene, schierando in campo calciatori di talento? Da una parte la perdita delle tradizioni e la sensazione di società create in laboratorio, dall'altra i successi sul campo e il sogno di ripetere il miracolo Leicester City. Che direzione prenderà il calcio del futuro? E ci sono possibilità che anche l'Italia del pallone si trovi ad affrontare lo sbarco di Red Bull nel gioco più amato? 

REDBULL  E UDINESE - A Udine gira da mesi la voce di presunte trattative tra la famiglia Pozzo e Red Bull per nuove strategie commerciali future: partnership o acquisto della società? Difficile credere che una realtà importante come Red Bull si accontenterebbe di essere semplicemente sponsor di una squadra di serie A. Qualche mese fa l'ipotesi Udinese - Red Bull era giunta fino alle orecchie di un gruppo di tifosi di una squadra di quarta serie tedesca, il Burghausen (gemeallata col Salisburgo), che avevano esposto uno striscione in cui si invitava l'azienda a "stare lontana da Udine". Nuovi capitali farebbero bene all'Udinese? O le "controindicazioni" sono eccessive?

UN APPROCCIO DIVERSO? - La storia recente insegna che il metodo Red Bull è "prepotente": acquisisce le società, cambia logo, colori sociali e nome stesso della squadra. Udine potrebbe segnare l'inizio di un approccio diverso? Potrebbe mai RedBull accontentarsi di un accordo di sponsorizzazione o partnership?  Il giornalista Marco Agrusti è stato il primo a rilanciare mesi fa sul Gazzettino la voce del contatto Red Bull - Udinese: "Nell’incontro che ho riportato, il primo, si è parlato proprio di una sponsorizzazione - dice a Today.it - Ma non si accontenterebbero, sarebbe solo l’inizio di una scalata. A Udine certamente dovrebbero avere un approccio diverso. La tifoseria già oggi è pronta alle barricate. Ma va anche detto che una volta che uno compra, la roba è sua".

CURVA NORD CONTRARIA - "La storia condivisa con i nostri fratelli di Salisburgo - spiegava mesi fa in un comunicato la Curva Nord Udine - insegna che l’ingresso della multinazionale austriaca significherebbe sacrificare l’Udinese Calcio 1896, la sua storia e le sue tradizioni, per far spazio alla Red Bull Udine. Inoltre i colori sociali passerebbero dal bianconero al biancorosso e lo stemma verrebbe soppiantato dai ‘tori rossi’, che nulla hanno a che fare con la nostra storia. Senza contare - si legge ancora nel comunicato - che la nuova squadra della ‘famiglia’ Red Bull sarebbe relegata nelle retrovie, dietro alle consorelle già affermate e collaudate di proprietà della multinazionale austriaca. Sia chiaro fin d’ora che non piegheremo la testa davanti a tutto questo".

UDINESE E REDBULL -  Tra i tifosi a Udine prevale la paura per la possibile perdita di identità della squadra in caso di stravolgimenti societari "stile Red Bull", come ci conferma Agrusti. I successi sportivi di Lipsia e Salisburgo non stuzzicano la fantasia di nessuno. Tuttavia la fiducia di parte dei tifosi verso la società non è quella di qualche anno fa. "La fiducia è tutt’altro che immutata -dice sempre Agrusti a Today.it - C’è molto scollamento, come dimostra il coro “basta stranieri” e quello “Pozzo devi spendere”. Manca uno zoccolo duro d’italiani e mancano investimenti corposi. Questo viene imputato ai Pozzo".

I prossimi mesi ci diranno qualcosa di più: lo sbarco di Red Bull in serie A resterà una voce di corridoio o ci saranno concreti passi avanti?

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