rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Mondiali di calcio

Storie mondiali, 1958: la filastrocca Vavà-Didì-Pelè e la prima volta del Brasile

Nella storia ci entra anche, con 13 reti in 6 partite, Fontaine che firmò il record di reti siglate in una singola edizione dei mondiali

Vavà, Didì, Pelè. Tre brasiliani neri neri, come tre chicchi di caffè. Ti fan ballar la nuova samba, segnando gol a tre a tre. La canzone del Quartetto Cetra sintetizza al meglio il mondiale del 1958. Nel 1954, a Berna e nel pieno dei Mondiali di quell'anno, la FIFA scelse la Svezia come paese organizzatore dei successivi mondiali. Fu un mondiale con tante assenze importanti, che finirono per favorire quella che poi si rivelò, effettivamente, come la squadra migliore: il Brasile.

L'Italia fu clamorosamente eliminata dall'Irlanda del Nord nelle qualificazioni e il bel Paese seguì con curiosità e distacco la kermesse in Svezia. Cadde anche l'Uruguay, che si lasciò travolgere dal Paraguay mentre l'Ungheria, nonostante fosse regolarmente nel lotto delle qualificate, si ritrovava irrimediabilmente provata dalla Rivoluzione dell'anno 1956. In Svezia approdarono sedici squadre, divise in quattro gironi all'italiana, per rappresentare solamente due continenti: quattro furono le nazionali americane e dodici le europee. 

Per la prima volta partecipò l'URSS, debuttò anche il Galles che, con Irlanda del Nord, Scozia e Inghilterra, andò a completare il lotto delle squadre britanniche. Le sedici partecipanti danno il massimo sin dall’inizio della prima fase, composta da quattro gironi, il più equilibrato dei quali appare quello composto da Argentina, Cecoslovacchia, Irlanda del Nord e i campioni in carica della Germania Ovest. Le squadre qualificate sono quella tedesca e, a sorpresa dopo lo spareggio contro i cecoslovacchi, i nordirlandesi e così anche l'Argentina lascia il mondiale. 

Nel secondo gruppo, davanti alla Jugoslavia, che vedeva tra le sue fila anche il buon centrocampista Vujadin Boskov, si impone a sorpresa la Francia di Just Fontaine, capocannoniere del torneo con tredici gol in sei partite. Con 13 reti in 6 partite Fontaine firmò il record di reti siglate in una singola edizione dei mondiali, primato che resiste tuttora. Attaccante classe 1933 dello Stade de Reims, con cui vinse tre  campionati francesi e raggiunse una finale di Coppa dei Campioni, fu autore di più di 160 reti in Ligue 1, e mise a segno 30 reti con la maglia della sua nazionale in sole 21 gare disputate. Agile e potente, con un fiuto del gol straordinario che fece di lui un vero e proprio bomber.


Senza problemi passano invece Svezia e Brasile. I padroni di casa e i sudamerdicani sono le squadre più forti. I verdeoro schierano una formazione completa in tutti i reparti, dal portiere Gilmar al difensore Nilton Santos, passando per campioni memorabili come Garrincha, Zagalo e il trio fenomenale Didì, Vavà e Pelè. Vicente Feola, commissario tecnico dei sudamericani non può fallire l’obiettivo che un paese intero gli ha assegnato: conquistare la coppa del Mondo. 


>>> I GOL DELLA FINALE <<<

Ai quarti di finale i valori espressi nelle prime partite del Mondiale si confermano: la Germania Ovest supera di misura la Jugoslavia, sempre colpevole di un’eccessiva incostanza, la Svezia fa fuori senza problemi l’URSS, così come la Francia sull’Irlanda del Nord (4-0). Il Brasile soffre un po’ di più, ma anche i verdeoro hanno la meglio sul Galles, privo dello juventino John Charles per infortunio, la rete decisiva viene realizzata da un ragazzino di diciassette anni, Pelè. 


Proprio il giovane attaccante del Santos è il grande trascinatore del Brasile in finale contro la rivelazione del torneo, la Francia, che chiuderà al terzo posto. Per superare i “galletti” francesi è necessaria una tripletta dell’astro nascente del calcio planetario, che fissa il risultato sul 5-2. Nell’altra semifinale la Svezia, condotta per mano dall’”italiano” Nils Liedholm recupera l’iniziale gol di svantaggio e supera la Germania Ovest per 3-1. Gli svedesi sono l’ultimo ostacolo tra il Brasile e il primo titolo mondiale della sua storia.

Nello stadio della capitale gli orgogliosi svedesi si oppongono ai brasiliani, consapevoli di poter riuscire nell’impresa di far slittare di altri quattro anni la conquista del titolo da parte dei verdeoro. A inizio gara le convinzioni brasiliane vengono minate dal 36enne Liedholm, che porta in vantaggio i suoi già al 3’ dopo un doppio dribbling ai danni di difensori brasiliani. Gli uomini di Feola reagiscono con aggressività gettandosi immediatamente all’attacco e dopo soli sei minuti è Vavà a riequilibrare le sorti dell’incontro con un tocco di precisione. 

Il Brasile attacca con giocate al volo e tentativi da ogni posizione dell’area di rigore. Gli scandinavi si oppongono strenuamente, tentando qualche contrattacco e riuscendo a mantenere il risultato in parità sino al 32’, quando è ancora Vavà a battere il portiere Svensson in un’azione-fotocopia della prima rete. I brasiliani giocano in scioltezza e lo stesso pubblico di casa intuisce che la coppa è ormai assegnata. 

Al 55’ Pelè mette il suo primo sigillo della finale. Un gol storico: dopo un beffardo pallonetto sul suo diretto marcatore, si libera e conclude alle spalle dell’estremo difensore. Il 4-1 è siglato, invece, da Zagalo con una potente conclusione. All’80’ gli svedesi si consolano con il gol di Simonsson, ma in prossimità del fischio finale è ancora il fenomenale Pelè a ristabilire il distacco di tre gol pochi secondi prima della conclusione della gara. 

Quando ancora la finale di Stoccolma non si era conclusa, in tutto il Brasile, dalle grandi metropoli ai villaggi della foresta amazzonica, si scatenò un’incredibile festa: un intero popolo andò in delirio riversandosi nelle strade a festeggiare il primo titolo mondiale ottenuto dopo le molte delusioni patite. Il Brasile conquista per la prima volta nella sua storia la Coppa del Mondo, scrivendo il proprio nome nell’albo d’oro del torneo grazie anche a un giocatore dalle qualità straordinarie, il futuro “O Rey”, Edson Arantes do Nascimento, detto Pelè.


 
IL TABELLINO DELLA FINALE
Brasile: Gilmar, D.Santos, N.Santos, Zito, Bellini, Orlando, Garrincha, Didì, Vavà, Pelé, Zagalo. C.T.: Vicente Feola.
Svezia: Svensson, Bergmark, Axbom, Borjesson, Gustavsson, Parlino, Hamrin, Gren, Simonsson, Liedholm, Skoglund. C.T.: George Raynor.
Arbitro: Guigue (Francia)
Marcatori: Liedholm 3’ (SVE), Vavà 9’ (BRA), Vavà 32’ (BRA), Pelé 55’ (BRA), Zagalo 68’ (BRA), Simonsson 80’ (SVE), Pelé 90’ (BRA)

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Storie mondiali, 1958: la filastrocca Vavà-Didì-Pelè e la prima volta del Brasile

Today è in caricamento