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Venerdì, 19 Aprile 2024
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I telefoni cellulari fanno male? Il Tar impone spot per informare gli italiani

Entro sei mesi anche in Italia arriveranno campagne informative per il corretto uso dei telefonini: per gli esperti occorre ridurre l'esposizione ai campi elettromagnetici in attesa di dati certi sugli effetti cancerogeni

L'uso del telefono cellulare nuoce alla salute? Le prove non ci sono, ma entro sei mesi sarà possibile assistere anche in Italia a campagne informative sul corretto uso dei telefonini. Il Tar del Lazio ha infatti intimato ai ministeri dell'Ambiente, della Salute e dell'Istruzione di provvedere ad adottare una campagna informativa, rivolta alla intera popolazione, sulle corrette modalità d'uso di telefoni cellulari e cordless e sui rischi per la salute e per l'ambiente connessi ad un uso improprio di questi apparecchi.

I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso dell'Associazione per la prevenzione e la lotta all'elettrosmog.

''Il tema dei possibili rischi per la salute conseguenti all'uso del cellulare è alla costante attenzione del Ministero della Salute, in particolare a seguito della classificazione stabilita dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro nel 2011, di agente possibilmente cancerogeno per l'uomo (categoria 2B) per i campi elettromagnetici in radiofrequenza''.

Nella medesima nota, i giudici mettono in evidenza come il Ministero della Salute ha rilevato che allo stato delle conoscenze scientifiche non è dimostrato alcun nesso di causalità tra esposizione a radiofrequenze e patologie tumorali.

Tuttavia, come evidenziato dal Consiglio Superiore di Sanità nel parere del 15 novembre 2011 l'ipotesi di un rapporto causale non può essere del tutto escluso.

Lo stesso Consiglio Superiore di Sanità ha raccomandato di mantenere vivo l'interesse della ricerca e della sorveglianza sul tema "in attesa che le nuove conoscenze risolvano le attuali aree di incertezza".

Gli esperti al contempo promuovono un uso responsabile del telefono, soprattutto in relazione ai bambini che tendono ad essere avvicinati all'uso del telefono cellulare in età sempre più precoce.

I telefonini fanno male?

La pronuncia dei giudici amministrativi rinfocola il dibattito sulle conseguenze dell'abuso di telefoni cellulari. È bene ricordare come la letteratura scientifica sul tema parli con una voce tutt'altro che univoca: un gran numero di studi sono stati condotti negli ultimi vent'anni per capire se l'uso del telefonino rappresenta un rischio potenziale per la salute umana, ma al momento non sono stati provati effetti avversi. L'ultimo parere dell'Organizzazione mondiale della sanità risale a qualche anno fa basandosi sulle ricerche di un gruppo di esperti dell'International Agency for Research on Cancer (Iarc).

L'Oms ha classificato nel 2011 i campi elettromagnetici a radiofrequenza quali "possibili cancerogeni", ma il gruppo di lavoro - 31 scienziati di 14 Paesi - aveva concluso che l'analisi dell'uso dei telefoni cellulari per oltre 10 anni non aveva dimostrato un aumento del rischio di glioma o meningioma. Tuttavia per gli esperti Oms c'erano "alcune indicazioni di un aumento del rischio di glioma" per i super-utenti che stanno per ore e ore al giorno al telefonino. Le evidenze al momento disponibili, precisava la Iarc, erano limitate a queste due neoplasie.

La raccomandazione degli esperti Iarc era quella di ridurre l'esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza, per esempio utilizzando gli auricolari o preferendo gli sms alle telefonate.

Perché sono nate le preoccupazioni per l'uso dei cellulari?

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Come spiega l'Airc vi sono tre motivi principali per cui è nata la preoccupazione che i telefoni cellulari possano avere effetti nocivi per la salute:

  • sono apparecchi che funzionano utilizzando onde radio (energia a radiofrequenza), un tipo di radiazione non ionizzante (ovvero diversa da quella emessa dalle radiazioni ionizzanti come i raggi X e gamma di cui è noto l'effetto mutageno sul DNA). I tessuti a contatto con il cellulare possono a loro volta assorbire questa energia;
  • vi sono sempre più persone che usano i cellulari, inclusi i bambini molto piccoli;
  • il numero di chiamate al cellulare effettuato al giorno e la durata delle chiamate sono aumentati, anche se, parallelamente, è migliorata la tecnologia e i nuovi cellulari emettono energie molto più deboli di quelle dei primi modelli (un aspetto che, come vedremo, è importante per valutare l'eventuale pericolosità di questa tecnologia).

Come funzionano i cellulari?

I telefoni cellulari funzionano ricevendo e inviando segnali ai ripetitori di segnale più vicini. Per questo utilizzano onde a radiofrequenza (RF), una forma di energia elettromagnetica che si situa tra le onde radio a media frequenza e le microonde. Si tratta di una forma di radiazione non ionizzante, quindi incapace di indurre mutazioni cancerogene in maniera diretta (come è invece il caso con i raggi X che si usano per esempio per gli esami diagnostici).

Le onde a radiofrequenza, però, se intense, possono scaldare i tessuti (come accade con le microonde, utilizzate per cucinare). Le onde RF sono generate dall'antenna del cellulare, dove sono più intense, mentre la loro energia decresce man mano che ci si allontana dall'apparecchio. Più l'antenna è vicina alla testa della persona, maggiore è l'esposizione alle onde RF e l'assorbimento di energia da parte dei tessuti: un fenomeno facilmente verificabile utilizzando il cellulare per qualche minuto vicino all'orecchio ma senza appoggiarlo e valutando come i tessuti si scaldano anche in assenza di un contatto diretto.

Alcuni scienziati hanno ipotizzato che le onde a radiofrequenza possano interferire con il metabolismo del glucosio. Sono stati condotti due piccoli studi sul metabolismo cerebrale del glucosio negli utilizzatori di cellulare e i risultati sono stati contradditori: uno di essi ha mostrato un aumentato consumo di glucosio nella parte di cervello più vicina all'antenna, l'altro ha mostrato una riduzione. Gli stessi autori degli studi hanno segnalato la necessità di ulteriori approfondimenti.

Alcuni fattori possono diminuire la quantità di onde RF assorbite dal corpo, per esempio l'uso di auricolari e la vicinanza a un ripetitore nel momento in cui si usa l'apparecchio. La massima emissione di onde RF avviene infatti quando il cellulare cerca la linea (per esempio durante una chiamata effettuata dal treno o dall'auto, in cui il cellulare deve agganciare diversi ripetitori man mano che il mezzo di trasporto si sposta).

La quantità di onde RF assorbite da un'unità di tessuto biologico per unità di tempo è nota col nome di "tasso specifico di assorbimento" o SAR (acronimo di specific absorption rate). I diversi modelli di cellulare hanno anche diversi SAR: il limite massimo autorizzato in Europa è di 2 watt per kg misurati su 10 grammi di tessuto. Il valore di SAR è in genere indicato sull'apparecchio o sul sito del produttore e tra i modelli più recenti non mancano quelli che si collocano a livelli di SAR inferiori a 0,5 watt per kg.

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