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Sabato, 20 Aprile 2024
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L'Italia è tra i paesi dove il web è più "libero"

Il rapporto della ong Freedom House fotografa la situazione: Internet nel mondo è sempre meno libero. Un calo significativo è stato registrato in Libia, Francia, Ucraina e Russia. Bene l'Italia, che si trova in ottava posizione

La libertà di accesso a internet si è ristretta per il quinto anno consecutivo in tutto il mondo. Lo afferma l'organizzazione non governativa Freedom House che nel suo rapporto segnala "significativi peggioramenti" registrati soprattutto in Libia, Ucraina, Russia, Turchia e Francia. L'Italia resta nel gruppo dei paesi più liberi. 

Quasi sei persone su dieci (58%) nel mondo vivono in un paese in cui utenti di Internet e blogger sono stati incarcerati per la condivisione di contenuti on-line di carattere politico, sociale o religioso, secondo il rapporto annuale 2015 di Freedom House. La libertà di espressione su internet, inoltre, è diminuita in 32 paesi sui 65 presi in esame. 

"Cali notevoli sono stati registrati in Libia e Francia, e per il secondo anno consecutivo in Ucraina, in conseguenza del conflitto e della guerra di propaganda con la Russia", ha sottolineato l'ong in un comunicato. La posizione della Francia ha visto invece un "restringimento" principalmente "a causa delle politiche adottate dopo gli attacchi terroristici a Charlie Hebdo" nello scorso mese di gennaio. In particolare, l'ong cita la controversa legge sui servizi segreti adottata dal Parlamento francese a luglio, che consente tra l'altro installazione di strumenti di analisi automatica dei dati, definita "scatola nera" dai suoi detrattori. Tra le peggiori performance figura quella della Cina, che si è piazzata in coda ai 19 paesi 'non liberi' dietro Siria e Iran. 

Il Paese più libero è risultato invece l'Islanda, seguita da Estonia, Canada, Germania, Australia, Stati Uniti, Giappone e Italia. Nella speciale classifica di Freedom House, il nostro Paese si trova in ottava posizione, dietro la Francia e a pari merito con il Giappone. 

I ricercatori dell'ong hanno notato che in Italia "generalmente non avvengono restrizioni su contenuti politici, nonostante ci sia un aumento drammatico di siti bloccati che si occupano di vendita di beni contraffatti, streaming e downloading di materiale protetto da copyright e gioco d'azzardo illegale".

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