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Venerdì, 29 Marzo 2024
Tecnologia Cina

"WhatsApp non va", in Cina la censura colpisce ancora

Il blocco di WhatsApp arriva mentre a Pechino fervono i preparativi per il congresso del Partito Comunista, che inizia il prossimo 18 ottobre e che dovrebbe riconfermare Xi Jinping alla guida del Paese. Facebook era stato disattivato già dal 2009

La chat funziona, ma l'invio di messaggi vocali e di foto appare bloccato: Whatsapp funziona così da alcuni giorni in Cina, segno probabilmente di un giro di vite prima dell'importante Congresso del Partito comunista, in programma a metà ottobre.

Numerosi utenti di Whatsapp in Cina hanno dato notizia di frequenti interruzioni negli ultimi giorni sulla popolare applicazione di messaggeria di proprietà di Facebook.

Si avvicina l'apertura del Congresso del Partito comunista cinese, un appuntamento che è visto dagli osservatori come un ulteriore rafforzamento del potere di Xi Jinping, e contestualmente si stringono gli spazi di libera espressione sul web.

In questi giorni, hanno segnalato diversi utenti, le comunicazioni su Whatsapp - il primo servizio di messaggeria nel mondo, ma non in Cina - risultano disturbate, in un paese che già pone barriere - in verità spesso abilmente aggirate dagli utenti - a Facebook, Twitter, YouTube e Google. A bloccare i contenuti l'ormai celebre "Grande Muraglia del web" (o "Grande Firewall").

In ogni caso, non sono solo i giganti occidentali a subire le pressioni del governo. Pechino ha annunciato pesanti ammende a diversi giganti internet locali, da Baidu a Weibo (il Twitter cinese), che sono accusati di essere veicolo per contenuti "osceni" e illeciti sui quali non eserciterebbero il controllo giuridicamente previsto.

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