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Venerdì, 29 Marzo 2024
Viaggi Polonia

Viaggio in Polonia, consigli e posti da vedere: la guida

Da Varsavia a Cracovia, passando per Danzica e Auschwitz: un lungo viaggio nella terra polacca, tra monumenti, storia e cibo

Storia, buon cibo, prezzi bassi e mezzi pubblici che funzionano. La Polonia è un paese che vi sorprenderà. Resteranno basiti soprattutto coloro i quali si aspettano di trovare luoghi degradati e vecchie reminiscenze dell’Urss. La Polonia è una nazione in grande espansione che si affaccia con entusiasmo al turismo internazionale offrendo il suo mix antico-moderno, servizi a misura di cittadino e una cucina povera. Il tutto, condito da prezzi che sono ancora più che abbordabili per i visitatori italiani. Basti pensare che in molte della città polacche una camera doppia in un albergo 2 stelle costa mediamente 30 euro a notte, mentre un letto in ostello può costare 8-12 euro a notte. E’ possibile mangiare in trattorie e bistrot a 15-20 euro, ordinando una zuppa, un piatto principale e una birra. 

Viaggio in Polonia: la guida (Foto di Massimo Romano)

Abbiamo viaggiato in Polonia per 12 giorni, spostandoci con autobus e treni da una città all’altra e optando per soluzioni low cost. Obiettivo di questa piccola guida è quello di sintetizzare quest’esperienza e tradurla in consigli per chi sta pensando di visitare questo straordinario Paese. 

VARSAVIA (giorni consigliati: 3)

Partiamo ovviamente dalla capitale. Meno elegante di Praga, ma avanti anni luce ad altre capitali dell’Est Europa come Sofia e Bucarest, Varsavia abbina un centro storico interamente ricostruito dopo la guerra a una city fatta da grattacieli moderni e di design. La metropolitana deve fare ancora qualche passo in avanti per essere davvero funzionale. Ci sono solo due linee, una più lunga che taglia la città da Nord a Sud e una seconda, molto più breve, che va da Est a Ovest, con incrocio nella stazione Centrum. La rete di tram e bus è capillare, frequente e di una comodità sconosciuta alla maggioranza delle città italiane. Il consiglio è di servirsi spesso dei mezzi pubblici per spostarsi da un quartiere all’altro, perché le lunghe distanze potrebbero portare a grandi perdite di tempo e tanta fatica. In alternativa ai mezzi di linea, scaricate una delle tante app che vi permetterà di noleggiare biciclette e monopattini elettrici diffusissimi in città.

La città è in pieno fermento e cambiamento, come dimostrano i numerosi cantieri che si incontrano sia nella parte più nuova che in quella antica. Il legame con la Seconda guerra mondiale è ad ogni angolo di strada. Manifestazioni, commemorazioni ed eventi multimediali sono all’ordine del giorno. 

Il Centro

Il fulcro turistico di Varsavia è la città vecchia o Stare. Come molte altre città polacche, Varsavia è stata distrutta dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. I centri storici sono quasi del tutto ricostruiti e i polacchi sono molto orgogliosi per ogni mattone rimesso al proprio posto. Le ricostruzioni sono assai credibili e consentono un’immersione quasi globale nella storia del 1300. 
La fermata della metro più vicina per il centro storico è Ratusz Arsenal, che dista poco più di 10 minuti a piedi dalle mura. Gli edifici di fattura recente lasciano gradualmente posto ai palazzi nobiliari del tardo medioevo e il colore dominante diventa il rosso. Dalla fermata della metro è possibile imboccare il Dluga, che condurrà in piazza Krasinskich. L’impatto emotivo del monumento che avrete di fronte sarà forte. Statue di soldati giganti sembrano sbucare dal pavimento, come fossero fantasmi che ritornano dall’aldilà.

Raffigurano le vittime dell’insurrezione di Varsavia, datata 1944, portata avanti dall’armata polacca contro i tedeschi. La rivolta fallì e morirono 15mila soldati polacchi a cui si aggiunse la carneficina tra i civili: 200mila morti, molti dei quali uccisi con estrema crudeltà. 
Giunti in plac Zamkowy, noterete la colonna di Sigismondo III in plac, un re particolarmente amato da queste parti perché decise nel 1596 di spostare la capitale da Cracovia a Varsavia. La colonna è solo un rifacimento di quella originale, abbattuta durante la guerra, che potrete vedere posta in orizzontale di fianco al Palazzo Reale. 

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Ai piedi di Sigismondo, si riunisce a tutte le ore la varia umanità fatta di viaggiatori solitari, gruppi turistici, venditori ambulanti, artisti di strada e cittadini polacchi in pausa lavoro che leggono un libro. Quando in Polonia pensate ad artisti di strada, fate l’abitudine all’incontrare raffinati violinisti che vi allieteranno sulle note del connazionale Chopin. 

Sulla piazza si affaccia il Palazzo Reale. Meritano certamente una menzione le decorazioni del grande appartamento e la sala delle assemblee, mentre non ci si può esimere dal visitare l’appartamento del Re e l’adiacente stanza del Canaletto, così chiamata perché ospita 23 opere del pittore veneziano. Potreste anche evitare di salire in cima alla torre, da dove la vista non è particolarmente affascinante. Se siete appassionati di vedute dall’alto, optate per il campanile della vicina cattedrale di San Giovanni, da dove potrete ammirare quasi tutto il centro storico.

Proseguendo verso nord-est, vi troverete nella piazza della città vecchia. Sebbene sia completamente rifatto, questo quadrato delimitato da case a due piani col tetto a punta vi farà immergere in un tempo andato in cui l’unico disturbo sarà rappresentato dall’eccesso di bar e ristoranti turistici che occupano il suolo pubblico. È opportuno soffermarsi sui palazzi ai civici 34 e 36, gli unici due scampati alle bombe. In questa piazza troverete anche il museo di Varsavia, dove oltre a ripercorrere la storia della città, soprattutto gli anni drammatici delle occupazioni nazista prima e sovietica poi. La piazza è il luogo più adatto per prendere un caffè o un lody (gelato), ma non è consigliabile fermarsi a pranzo o cena, a meno che non si voglia incappare in qualche bidone. 

Poco più avanti, la Porta di Barbacane rappresenta uno degli accessi alla città. Da qui, vi sarà possibile ammirare le mura in mattoni rosse che circondano la stare miasto. Le mura non offrono spunti particolari, né viste meritevoli, quindi inutile indugiare troppo. Appena superata la porta, uscendo dallo stare miasto, sulla destra troverete un bar mleczny, precisamente il Pod Barbakanem. I bar mleczny meritano un breve approfondimento. Letteralmente, la traduzione è bar-latteria e si tratta di mense risalenti al periodo comunista, dove per pochi spiccioli i lavoratori potevano mangiare portate sostanziose, il più delle volte a base di latticini, elemento che giustifica il nome. Troverete questi luoghi in tutte le città della Polonia, alcune vi trasporteranno direttamente nell’atmosfera della Polonia sovietica, altri sono stati rimodernati, ma in tutti potrete mangiare a prezzi molto contenuti. La forma non è la principale qualità di un bar latteria: sono dei self service, dovrete mettervi in fila, ordinare piatti da un menu che la maggior parte delle volte è solo in polacco a donne, spesso anziane, che la maggior parte delle volte parlano solo il polacco. Superando questi ostacoli, il piatto vi verrà posto su un vassoio e potrete accomodarvi in uno dei posti liberi spendendo una cifra compresa tra i 20 e 30 zloti, pari a 5-7 euro, che comprenderà una zuppa, una portata principale e una bibita. Nel caso del Pod Barbakanem i piatti sono abbondanti e ottimi, ma evitate la zuppa di barbabietola. Se volete mangiare pierogi, ravioli di pasta fresca ripieni, ricordatevi che in questo bar servono anche una cremosissima versione dolce.

Dalla porta del Barbacane, in pochi minuti si raggiungere il Vistula, o Visla, il fiume lungo il quale sorgono le città principali del Paese. Chi si aspetta un lungofiume romantico e pieno d’atmosfera, sulla falsa riga di Praga e Budapest, resterà deluso. Il fiume è fiancheggiato da una strada a scorrimento veloce e da una pista ciclabile, separate da una lunga lingua di verde. Se decidete di intraprendere questa passeggiata sappiate che il monumento più vicino dista quasi un’ora di cammino e non è nulla di imperdibile. Si tratta della Cittadella, una fortezza del 1800 usata oggi per scopi militari. Stesso discorso per Brama Stracen, luogo in cui si giustiziavano i prigionieri politici. 

La City, Praga e il quartiere ebraico

Se siete amanti della modernità, la zona della stazione Centrum merita una passeggiata. Il quartiere è tagliato in due, da Est a Ovest da Jerozolimskie, un’ampia strada a scorrimento veloce intorno alla quale proliferano centri commerciali, grattacieli, uffici. Siamo nella City e incrocerete centinaia di polacchi in giacca e cravatta che si recano a lavoro. Alzando lo sguardo, impossibile non notare il Palazzo della Scienza e della Cultura. Questo edificio altissimo fu un omaggio dell’Unione sovietica agli “amici” polacchi. Sembra voler sfidare lo scorrere del tempo e gli altri grattacieli nati in epoca più recente. Costruito negli anni ’50, ancora oggi ospita sala congressi, teatri e cinema multisala. C’è la possibilità di salire con l’ascensore fino al 15esimo piano per affacciarsi dalla torre, ma la fila da fare è quasi sempre lunga. A sud di Jerozolimskie, è possibile trovare locali di ogni tipo: dalla cucina internazionale al vegano, dall’etnico al giapponese, passando per i bar alla moda della movida frenetica della capitale.

Prendendo la metro a Centrum, è possibile raggiungere la stazione Stadion Naradowy, sul versante est del Vistula. Siamo nel quartiere Praga, una zona fino a poco tempo fa sinonimo di degrado e abbandono. Ancora oggi, la differenza con le strade eleganti del centro è evidente e di sera è ancora sconsigliabile passeggiare per le strade del quartiere. Eppure, sembra essere la location più cool della città, dove si stanno trasferendo artisti, architetti e professionisti. La riqualificazione si sta allargando a macchia d’olio e l’epicentro di questa trasformazione è Soho Factory, un complesso residenziale che racchiude colorati palazzi di design e moderni uffici ricavati nelle vecchie fabbriche in mattoni rossi. In alcuni punti, ci sono ancora i binari con i quali le merci venivano spostate da un edificio all’altro. Nel Soho Factory vale la pena dedicare un’oretta al Museo del Neon, un capannone che raccoglie tutto il meglio e il peggio delle insegne al Neon dell’epoca comunista. La maggior parte delle insegne sono accese, regalando un effetto psichedelico. 

Riprendendo la metro a Stadion Naradowy e cambiando linea a Centrum, si potrà tornare a Ratusz Arsenal. Camminando a Nord Ovest della stazione si entra nel ghetto ebraico. Sarebbe bene perdersi un po’ in queste strade e respirarne l’atmosfera. Sono le stesse strade nelle quali, dal 1940, furono rinchiusi 450mila ebrei. Camminando lungo Generala Andersa e svoltando a sinistra su Anielewicza vi ritroverete di fronte al maestoso Museo della Storia degli ebrei polacchi. Ricordate che il martedì è chiuso. La mostra è organizzata su più livelli, è multimediale e si basa sulla ricostruzione di intere strade, zone ed epoche storiche. Vi ruberà almeno un paio d’ore se non di più, ma ne varrà la pena. 

I parchi

Meritano tempo e attenzione i parchi di Varsavia. Mi permetto di segnalarne due. Il primo è a meno di mezz’ora di bus dalla stazione Centrum, in direzione Sud Est. Si tratta del Parco Lazienki. Questa enorme area verde, delimitata dalle strade al Ujazdowskie e al Armii Ludowej, comprende anche un orto botanico, cui si accede a pagamento. Il resto del parco, invece, è ad accesso libero e comprende un lago oblungo, sul quale si affaccia il Palazzo sull’acqua, residenza neoclassica di re Stanislao II. Su un isolotto noterete un anfiteatro per gli eventi estivi. In alcuni punti di Parco Lazienki troverete delle sdraio su cui accomodarvi e se sarete fortunati potrete godere dei concerti all’aperto sulle note di Chopin. 

Il secondo parco è appena fuori città, circa 6 km a Sud di Lazienki, facilmente raggiungibile anch’esso con uno dei tanti autobus di linea. Parliamo di Palazzo Wilanow. Di gran lunga il palazzo più bello della capitale, realizzato nella seconda metà del 1600 ha superato senza danni la Seconda guerra, conservando il suo stile a metà tra il barocco e il neoclassico. Gli appassionati di residenze storiche (era la maison estiva di re Giovanni III) ammireranno gli interni. Non resteranno delusi coloro che, invece, prediligono gli spazi aperti: i 45 ettari di giardino, comprensivi di un lago, potrebbero mettere a dura prova anche i più stoici. Il palazzo è a pagamento, i giardini no. 

DANZICA (giorni consigliati: 2)

Varsavia è ovviamente collegata a tutte le principali destinazioni del paese. Con un treno intercity (è possibile consultare i treni e prenotare un biglietto al sito www.intercity.pl/en), al costo di circa 70 zloty polacchi (poco più di 15 euro), in tre ore è possibile raggiungere Danzica. Se non volete perdere la fermata o se dovete chiedere informazioni ai locali, dimenticate questo nome che per i polacchi è sconosciuto e ricordate che il nome di questa città in lingua locale è Gdansk. Anche Danzica non sfugge alla regola della distruzione della Seconda guerra. La città è stata rasa al suolo per circa il 90 per cento e nel museo all’interno del municipio troverete fotografie impressionanti che mostrano quei luoghi all’indomani dei bombardamenti. Quello di Danzica è stato l’intervento di ricostruzione più grande d’Europa. Danzica ha mantenuto a lungo l’indipendenza dallo Stato centrale, oltre a essere una località dall’animo profondamente operaio, caratteristiche che la rendono diversa da tutte le altre località. 

Quando siamo giunti nella stazione Gdansk Glowny (agosto 2019) l’impatto non è stato dei migliori. I lavori in corso l’hanno resa un cantiere disordinato e piuttosto brutto. Mancano i tabelloni elettronici e non sarà semplice orientarsi. Una volta fuori, vi ritroverete nella città moderna, con uno snodo tramviario nuovo di zecca e un centro commerciale. Lo stare miasto dista 20 minuti a piedi. Il centro di Danzica è abbastanza piccolo da non rendere necessario il ricorso ai mezzi pubblici. Come accade in molte città della Polonia, la città vecchia si sviluppa intorno alla via Reale, o Dluga. 

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La via Reale è molto breve, ma densa di punti di interesse. Tutto il centro storico è delimitato da porte. Quelle di maggior impatto visivo sono la Porta d’oro e la Porta verde. Da una porta all’altra, il corso è fiancheggiato da meravigliosi edifici, oltre che da bar e ristoranti. Percorrendo il Dluga verso il fiume, poco prima della piazza del mercato vale la pena fermarsi in prossimità del Teatr Woknie. Qui, nei pomeriggi estivi, le porte a vetro vengono aperte per realizzare happening teatrali, concerti e altri eventi a cui è possibile assistere liberamente, anche se gli artisti apprezzeranno piccole offerte. Nei pressi troverete anche il Neptun, un bar latteria dove è possibile rimpinzarsi di specialità polacche con pochi euro. Come tutti i bar latteria, anche il Neptun funziona solo a pranzo. A pochi metri, ci sono il municipio e la torre della città. Sebbene la torre sia la più alta di Danzica, la vista sarà deludente. Invece, merita sicuramente una visita il palazzo, sede del Museo cittadino, dove spicca la Sala Rossa, riccamente decorata, che ospita 25 dipinti, su tutti spicca quello che sul soffitto che racconta l’annessione della città alla Polonia.  

La piazza del Mercato è il luogo in cui si fermano per una pausa la maggiora parte dei turisti, che si mischiano ai polacchi e alle decine di artisti di strada, per lo più musicisti. Su uno dei lati troveremo la fontana di Nettuno, il monumento laico più antico della Polonia e dall’altro la Corte di Artù, in passato anche residenza dei sovrani. La Chiesa di Santa Maria, la principale di Danzica, è l’edificio più grande del centro. Dall’esterno appare in tutta la sua maestosità, basti pensare che è la più grande al mondo in mattoni (rossi). Imponente da fuori, insignificante o quasi all’interno. Santa Maria appare come una chiesa spoglia, con le pareti bianche che le sottraggono fascino e atmosfera. La torre non sorprende, ma lo scorcio è decisamente migliore di quella del municipio. 
Danzica è la patria dell’ambra che da queste parti chiamano oro del Baltico. In Ulica Mariacka, una caratteristica stradina che parte dalla Porta di Santa Maria, troverete una dietro l’altra una serie di botteghe e gioiellerie dove poter acquistare il vostro ricordo in pietra arancione. 

Superata la Porta Verde sul Dluga, saremo sul lungofiume del Motlawa, un affluente del Vistula, e questa volta la fascinazione è assicurata dalle decine di locali che lo affollano. Un dedalo di ponti permettono di giungere sugli isolotti che sono sul corso d’acqua, una passeggiata godibile soprattutto con le luci della sera che potrà condurvi fino alla ruota panoramica sull’isolotto di Olianka. Se vi resta del tempo a Danzica e lo stare miasto vi ha annoiato, prendete il tram 10 dalla stazione centrale e in mezz’ora raggiungerete il faro di Nowy Port, dalla cui sommità è possibile affacciarsi sul Baltico e ammirare la penisola di Hel. Attenzione, però, si tratta di una zona dove non troverete negozi o ristoranti e dalle 19 in poi potrebbe diventare un po’ isolata. I mezzi pubblici si diraderanno, rendendo difficile il vostro ritorno. 

Sopot e la penisola di Hel

A venti minuti di treno da Danzica c’è Sopot, una tranquilla località balneare. Una tappa inutile se il viaggio non è nel periodo estivo. Sopot non offre praticamente nulla, ma quel nulla lo sa vendere molto bene. Tanto da essersi inventati il Molo, una lunga passerella in legno, pare sia la più lunga del Baltico, per percorrere la quale bisogna pagare un pedaggio. La spiaggia di Sopot ricorderà quelle della Riviera Romagnola, ampia e a perdita d’occhio. Ahimè, il mar Baltico si rivelerà freddo e non troppo pulito. 

La cittadina presenta diversi alberghi di buon livello sul lungomare, un mercato di ambra prima di entrare sul Molo e qualche ristorante. Gli alberghi e la spiaggia sono separati da un parco con prato all’inglese, panche in legno e giostre per i più piccoli: ideale per un pic nic. Sopot, può essere la tappa di relax che permette di riposare prima di riprendere il cammino. Ma se la tranquillità dovesse stancarvi, risalite sul treno e dirigetevi verso la Penisola di Hel (altre due ore di treno). Ci vorranno un paio di ore e vi ritroverete su una lingua di sabbia, con il mare sia a destra che a sinistra, dal fascino indiscutibile. Ad Hel c’è un villaggio di pescatori ed è un peccato che l’atmosfera d’altri tempi sia stata rovinata dai resort costruiti negli anni. 

TORUN (giorni consigliati: 1-2)

Torun è facilmente raggiungibile in treno essendo su uno degli assi ferroviari principali del Paese, quello che unisce la penisola di Hel, a Nord, con Cracovia a Sud. Da Danzica ci vogliono circa tre ore (biglietto intorno ai 70 zloty, circa 15 euro). Se arrivate in treno in questa piccola ma incantevole bomboniera medioevale (l’alternativa è il bus visto che non c’è un aeroporto nelle vicinanze), è importante sapere che esistono due stazioni: Torun Glowny dista oltre due chilometri dal centro città e costringe a percorrere a piedi una statale e poi il ponte che attraversa il Vistula; Torun Miasto, invece, è più comoda ed è situata a Est del centro storico. 
Se si arriva al mattino presto, armati di buona volontà, è possibile vedere i punti di maggiore interesse in una sola giornata. La particolarità di Torun è che, a differenza del resto del Paese, è completamente intatta e tutto ciò che è visibile è assolutamente originale e non ricostruito, comprese le mura che cingono la città, scampate ai bombardamenti. Vi avvolgerà l’atmosfera che, soprattutto dopo il tramonto, affiderà alle stradine acciottolate un fascino gotico. 

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Torun ha altre tre particolarità. È la città del pan di zenzero: troverete due musei e moltissimi shop in cui far sbizzarrire la vostra eventuale passione per questo articolo; è la città natale di Copernico; è stata sede dei cavalieri teutonici. La visita della città può cominciare proprio dalla statua del noto astronomo, situata nella piazza del mercato (Rynek Staromiejski). Alle spalle della statua si erge l’antico municipio. Noterete che anche qui i mattoni rossi la fanno da padrone. La visita al Municipio offre alcuni pregevoli dipinti dell’800 polacco. La torre farà lievitare di molto il costo del biglietto d’ingresso, ma è forse la migliore vista dall’alto di tutte le tappe proposte.

Girando per la piazza del mercato potreste notare statue bislacche. Proprio intorno al municipio ne troverete almeno tre: un asino d’orato (lato sud est della piazza) al quale venivano attaccati i criminali prima della fustigazione; un ragazzo che suona il flauto, versione polacca del pifferaio magico; e un cane con un ombrello, raffigurazione di un fumetto locale. 

Dalla piazza, percorrendo Zeglarska, la strada che porta sul fiume, sulla sinistra c’è la Cattedrale dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista. Pare che l’altare sia di pregevolissima fattura, ma quando abbiamo visitato la chiesa c’erano lavori in corso. Se vi va di chiudervi in un museo, potreste far visita alla fantomatica Casa di Copernico (attenzione, chiude il lunedì), altrimenti dirigetevi a Est. Appena fuori le mura di Torun, ci sono le rovine del Castello dei Cavalieri teutonici. Oltre ad antiche armi, si potrà apprendere il ruolo centrale che Torun ha avuto per questo ordine plurisecolare e ancora esistente al giorno d’oggi. Nei sotterranei, i polacchi si sono lasciati prendere la mano e hanno piazzato qualche chincaglieria horror degna del peggior luna park di paese. 

Oltre alle chiese e ai musei, è piacevole prendersi un paio d’ore per girare a caso tra i vicoli e le strade che portano dalla città vecchia a quella nuova, prima di dirigersi sul lungofiume. La riva del Vistola di Torun ha un fascino decadente. Non c’è quasi nulla, ma al tramonto decine di studenti occupano le sdraio messe a disposizione dai pochi baretti, mentre le famiglie fanno avanti e indietro con i bimbi. Vi assicuro che l’effetto è molto appagante 

CRACOVIA (giorni consigliati: 3)

Agli amanti dei viaggi scomodi e low cost interesserà sapere che nel periodo estivo, ogni notte, all’una circa, da Torun Glowny parte un treno notturno che in 7 ore arriva a Cracovia. Non immaginatevi la nostra alta velocità, viaggerete su vecchi intercity con scomodi scompartimenti a sei posti (100 zloty polacchi, circa 23 euro). In alternativa, se volete una cuccetta assicuratevi di prenotarla con almeno 3-4 giorni di anticipo, ma il prezzo salirà sensibilmente.

Cracovia è, per distacco, la città più turistica di tutta la Polonia. I visitatori arrivano a frotte, attirati soprattutto dalla figura di Giovanni Paolo II e da Auscwhitz (sul quale torneremo a breve). Se capitate qui d’estate armatevi di pazienza, perché ogni monumento prevede lunghe file e, spesso, sarà necessario prenotare i biglietti. Chi arriva scopre una città complessa, densa di storia e di vita. Dopotutto, Cracovia è stata capitale della Polonia fino al 1956. La visita della città potrebbe essere divisa in tre parti: Stare Miasto, Wawel, Kazimierz. Non c’è la metropolitana ma un’efficiente rete di tram e bus attivi anche di notte che permette di muoversi senza alcuna difficoltà.

Lo Stare Miasto, ha una forma vagamente triangolare ed è racchiuso dal Planty, un enorme giardino che gira intorno al centro storico senza soluzione di continuità, dove i cittadini si rilassano, mangiano, leggono, vanno in bici. Un tempo era il fossato della città, ma finite le esigenze difensive è stato riempito e riconvertito in area verde. Come a Varsavia, anche in questo caso l’ingresso alla parte antica è garantito da un Barbacane, dopo il quale si snodo il dedalo di strade perpendicolari. Il fulcro del centro è la piazza del mercato, Rynek Glowny, un enorme piazza quadrata sulla quale si affacciano le principali attrazioni turistiche. La più vistosa è indubbiamente la Basilica di Santa Maria. La sua particolarità è che le due torri hanno diverse altezze. Questa asimmetria è spiegata dalla tradizione locale. Si racconta che le due torri furono costruite da due fratelli che entrarono in competizione tra loro per costruire quella più alta. Quello che uscì sconfitto accoltellò il vincitore, per poi suicidarsi per il rimorso. 

La seconda particolarità è che dalla torre più alta, ad ogni ora vedrete spuntare un trombettista che suonerà la chiamata a raccolta da ogni lato e, finita la performance, si affaccerà per salutare gli astanti. L’interno offre una fantastica atmosfera gotica. L’azzurro delle volte, si mescola al rosso del marmo. Sperate che abbiano concluso i lavori di restauro al pezzo forte della Basilica: il polittico che occupa l’altare maggiore, composto da cinque pannelli in legno scolpiti, dipinti e dorati che raffigurano momenti della vita di Cristo e della Madonna.

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Al centro della piazza non è possibile non notare il mercato dei tessuti. Purtroppo è possibile solo immaginare gli antichi fasti, oggi ospita solo un’accozzaglia di negozietti di banali souvenir. È possibile visitare la Rynek sotterranea. Badate bene che è possibile farlo solo prenotandosi all’ufficio presente sotto i porticati del mercato e che d’estate difficilmente si trova posto in giornata. Scendere sotto il livello del suolo offre la possibilità di passeggiare tra le mura degli antichi mercati, ma la cosa più interessante sono le installazioni multimediali che permettono di scoprire la storia di quella zona. 

Saliti sulla torre del municipio, alta 70 metri, avrete visitato che cose fondamentali dello Stare Miasto, anche se il consiglio è di perdere una mezza giornata per girovagare nelle stradine e scoprire la miriade di chiese che popolano il centro di Cracovia. Sappiate che a Cracovia è custodita la Dama con l’Ermellino di Leonardo Da Vinci. Cambia spesso location, in occasione di mostre temporanee, anche se solitamente potrete trovarla 

Il complesso del Wawel, a Sud dello Stare Miasto, è il fulcro del turismo locale. Si tratta di una roccaforte che ospita diversi edifici storici, tra cui il Castello Reale e una cattedrale. La cosa fondamentale da sapere per visitare il Wawel senza essere inghiottiti dall’orda di turisti (nel periodo estivo un pericolo piuttosto frequente) è che ogni attrazione ha un biglietto a parte, tutti acquistabili al ticket center. Gli ingressi ai singoli monumenti sono scaglionati per fasce orarie e già in tarda mattinata potrebbero terminare i posti per alcuni di essi. Ci sono due modi per uscire vivi da questa visita: arrivare la mattina molto presto, quando non c’è ancora folla, oppure prenotare i biglietti per i giorni seguenti. Meritano sicuramente un’occhiata le camere di Stato e gli appartamenti dei reali, così come la cattedrale, per secoli sede delle incoronazioni dei reali. 

Il Wawel si affaccia sul corso del Vistula e dal lungofiume di Cracovia sarebbe lecito aspettarsi molto di più. È, invece, il più deludente di quelli visti finora. Le uniche forme di vita sono sulla collina che dal Wawel discende verso il fiume, con studenti e gruppi che si godono il sole. Appena il verde incrocia la lingua d’asfalto, l’atmosfera diventa laconica e priva di qualsiasi fascino. È incomprensibile, come non ci siano bar che diano un po’ di carattere a questo lembo di città. 

A Sud Est del Castello comincia il quartiere di Kazimerz e se il fiume è deludente, sono notevoli alcuni dei ponti che lo uniscono al quartiere di Podgorze. Segnalo in particolare il ponte Father Bernatek, un vero gioiello. La piattaforma si biforca e al centro delle due pedane, sospese nel vuoto volteggiano statue in acciaio che raffigurano atleti di varie discipline. L’ulteriore particolarità è che queste statue, collegate al ponte con fili di acciaio semoventi, con la vibrazione dovuta ai passi delle persone, oscillano dando l’impressione di prendere vita. La sera, con l’illuminazione violacea, è uno spettacolo per gli occhi. 

Kazmierz è il quartiere ebraico. Passeggiare per le strade intorno a Miodowa e Szeroka consentirà di imbattersi in antiche insegne di botteghe, ristoranti Koscher, in ben tre sinagoghe e nel museo ebraico della Galizia. Ma per trovare importanti pezzi di storia della persecuzione tedesca al popolo ebraico bisogna attraversare il Vistula dal Ponte Powstancow Slaskich e arrivare a Podgorze. Nel primo slargo dopo il ponte, la piazza del Ghetto, noterete decine di sedie vuote. In questa piazza venivano selezionati gli ebrei da portare nei campi di concentramento. L’installazione delle sedie è un omaggio a Roma Polansky e a tutti gli ebrei che dovettero abbandonare le loro case. 

Nell’angolo Sud Ovest della piazza c’è la farmacia dell’Aquila, oggi un museo, ma durante l’occupazione nazista fu rifugio per centinaia di perseguitati. Poco più a Sud, sulla strada Luwowska è stato lasciato a memoria dei posteri un pezzo del muro che racchiudeva il ghetto. Il pezzo forte di questa parte di città è indubbiamente la fabbrica di Schindler, resa celebre dal film Shindler’s List. Oggi non è rimasto più nulla nell’antica fabbrica, ma è stato allestito un bellissimo museo interattivo che racconta l’occupazione dei tedeschi, la deportazione degli ebrei e la successiva occupazione sovietica, odiata dai polacchi quanto quella nazista. 
Se capitate in zona a ora di pranzo, ricordatevi di fermarvi a mangiare da Jadlodaynia, un bar letteria tra i più autentici mai incontrati lungo tutto il viaggio che si trova sempre nella piazza del Ghetto, sul fronte opposto alle sedie vuote. 

AUSCHWITZ

Su Auschwitz c’è davvero poco da dire. È un’esperienza individuale che va assolutamente vissuta e descriverla in poche righe non potrebbe far altro che banalizzarla. Ci limitiamo a qualche consiglio pratico. Il primo consiglio è sul quando andare. Se avete la possibilità di scegliere, escludete il periodo estivo, quando ad Auschwitz arrivano migliaia di turisti ogni ora a bordo di autobus. La folla trasformerà l’incontro con l’orrore dell’olocausto in un chiassoso pic nic. 

La seconda cosa importante da sapere è che da aprile a ottobre l’unico modo per visitare il campo di concentramento è con una visita guidata con obbligo di prenotazione. Esistono visite in diverse lingue, comprese l’italiano, ma sarà necessario prenotare con almeno una settimana di anticipo se si vorrà avere la certezza di trovare un posto. I biglietti sono acquistabili sul sito visit.auschwitz.org. Il Biglietto costa 50 zloty polacchi, poco più di 11 euro.

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Cracovia è la basa migliore per organizzare la visita al museo. Esiste un treno regionale che in due ore conduce dalla stazione centrale fino alla località di Oswiecim, il nome polacco di Auschwitz. Giunti qui, con un bus di linea è possibile raggiungere l’ingresso del campo di concentramento. L’alternativa è servirsi dei più costosi bus turistici che da Cracovia arrivano direttamente all’ingresso di Auschwitz. Non vi sarà consentito introdurre zaini, ma solo borse di piccole dimensioni, nelle quali sarà fondamentale introdurre viveri perché una volta entrati non esistono punti ristoro. Probabilmente, camminare in questi luoghi in un periodo invernale consentirà al visitatore di essere emotivamente più coinvolto nella sofferenza che migliaia di persone hanno patito. 

Con Auschwitz si conclude questo tour parziale della Polonia. Quanto avete letto non può e non vuole rappresentare una guida completa, ma speriamo di avervi fornito indicazioni importanti. Non ci resta che augurare BUON VIAGGIO.  

  

  

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