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Martedì, 23 Aprile 2024

Coronavirus, Cina accusa di razzismo Usa: non siamo tutti malati

Ritirati gli accrediti a tre giornalisti del WSJ

Los Angeles, 19 feb. (askanews) - Con il coronavirus Covid-19 anche la diplomazia inizia ad avere altri motivi di attrito e il difficile equilibrio inizia a scricchiolare. Sui complicati rapporti tra Pechino e Washington si aggiunge un dossier prettamente mediatico, nel quale la Cina lamenta un trattamento razzista da parte della stampa (e non solo) a stelle e strisce. La comunità asiatica di Los Angeles denuncia la discriminazione razziale legata al coronavirus. Ecco le strade solitamente trafficate del quartiere di Chinatown: sono deserte.

Tiffany Yu, direttore di un'organizzazione per la difesa delle persone con disabilità spiega che il problema è in crescita:

"Mi preoccupo sempre più della discriminazione razziale ed è xenofobia quella che vediamo. C'è molta ricerca in corso sul coronavirus, ma il fatto che le persone nella comunità asiatica, le persone che hanno un'aria asiatica o un'aria cinese sono identificate con il virus, è ben più preoccupante".

Il Dragone ha intanto revocato l'accredito stampa a tre giornalisti del Wall Street Journal basati a Pechino, in seguito ad un articolo intitolato "Cina, il vero malato dell'Asia". Pechino punta il dito contro un "linguaggio razzialmente discriminatorio, calunnie e attacchi al Paese". Il quotidiano finanziario americano non ha voluto scusarsi.

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