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Giovedì, 18 Aprile 2024

Etica e finanza in "Diavoli", Borghi: ho scoperto un nuovo mondo

L'attore al webinar della Luiss Business School

Roma, 9 mag. (askanews) - "La finanza è come l'acqua", bisogna essere in grado di guidarla: si muore sia di troppa acqua che di troppo poca. L'obiettivo è portare i soldi dove ci sono delle idee, e pensare al concetto di finanza come cinghia di trasmissione dell'economia.

Ma anche la commistione tra finanza e politica, tra finanza ed etica, sono STATI i temi al centro del webinar organizzato dalla Luiss Business School, sul caso "Diavoli", la serie tv di successo prodotta da Sky e Lux Vide, thriller ambientato nel mondo della finanza internazionale.

Ad introdurre il dibattito è stato Paolo Boccardelli, direttore della Luiss Business School: "Da un lato c'è l'etica, dall'altro c'è anche il ruolo della finanza. La finanza non può dimenticare i sottostanti e non può creare su se stessa il valore, deve cercare di legarsi all'economia reale".

Guido Maria Brera, autore del best seller da cui è tratta la serie, ha raccontato come è nata l'idea: "E' stato un progetto molto ambizioso, perché volevamo raccontare un mondo che non si vedeva, raccontare un mondo reale, senza effetti di donne pazzesche, droghe, lussi. Raccontare un mondo di gente che rispetta le regole ma che le regole se l'è prima scritte. È stato un forte ingaggio e una scommessa per ingaggiare il pubblico su temi forti, politici. Perché questa è una serie politica, senza parteggiare per l'uno o per l'altra".

L'obiettivo è uno: "Lo stato deve creare degli argini giusti, indirizzare il fiume del denaro dove serve. Questo purtroppo non è stato fatto negli ultimi trent'anni".

Alessandro Borghi, protagonista della serie: "Fare Diavoli per me è stato a tutti gli effetti un "regalo". Credo che questo mestiere abbia come elemento fondamentale la curiosità. Le cose che mi spingono a prendere parte a un progetto sono quelle materie che non conosco affatto, come la finanza, che prima era un'entità astratta. E' interessante il rapporto tra finanza ed etica, perché tutte le domande poste nei confronti del mio personaggio erano domande che andavano a intaccare le sue scelte rispetto all'etica da applicare".

"Il regalo più grande fatto con questa serie è stata la possibilità di entrare in contatto diretto con un mondo che di solito non ti lascia proprio le porte aperte. Sono stato a Londra, penso al primo giorno a Morgan Stanley. Ho cercato di rubare molto con gli occhi, seguivo in maniera quasi maniacale il team di Guido (Brera) cercando di entrare in alcune dinamiche che non mi appartenevano. Non sono diventato un esperto di finanza ma riesco a capire quali movimenti possano esserci dietro una scelta che viene fatta da qualcuno di livello".

Luca Bernabei, amministratore delegato di Lux Vide: "Questa serie vuole raccontare le storie di uomini e di donne che lavorano nei mercati finanziari non solo per guadagnare i soldi ma per diventare padroni del mondo. Ma raccontiamo anche l'umanità di queste persone, raccontiamo dei personaggi di una serie televisiva".

Poi l'annuncio: "Presto sarà negli Stati Uniti come in altri quasi 200 paesi in tutto il mondo".

E anticipando qualcosa sulla seconda stagione, l'autore Brera ha affermato: "Stiamo lavorando moltissimo, ci sarà sicuramente la tecnologia, è un tema inevitabile. Stiamo scrivendo siccome vogliamo fare una seconda serie all'altezza della prima, ci stiamo mettendo l'anima".

Soddisfatto per il successo della serie, Maximo Ibarra, CEO di Sky Italia: "Questa serie ha avuto nella stagione 19-20 il migliore esordio in assoluto. Un successo straordinario ma si spiega facilmente anche dal titolo, sceneggiatura, gli attori, il ritmo. tutti elementi che rendono una serie di successo. il tema della finanza è anche un po' difficile da capire, si evoca il concetto di diavoli, la finanza cattiva, border-line".

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