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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Il dentista ai tempi del Covid, DentalPro: tecnologia e sicurezza

Videoconsulti e una check list con consigli pratici ai pazienti

Milano, 9 giu. (askanews) - Andare dal dentista ai tempi del Covid-19. Dopo la fase di massima emergenza gli studi odontoiatrici riprendono l'attività con nuove procedure. Nel settore c'è però anche chi non si è mai fermato, come il gruppo DentalPro, di cui abbiamo incontrato l'amministratore delegato Michel Cohen. "DentalPro - ha spiegato ad askanews - ha tenuto aperti tutti i centri, che sono 175, per dare un servizio a tutti i pazienti: essendo nel comparto salute-sanità non siamo stati tenuti a chiudere e con molta prudenza, tenendo un solo medico e un solo assistente in ogni centro, su richiesta dei pazienti, facendo uno screening molto attento delle vere urgenze dei pazienti, abbiamo potuto offrire un servizio importante".

E oggi che l'attività riprende con maggiore intensità, il punto principale, come ci ha confermato Samuele Baruch, direttore medico-scientifico del Gruppo, è molto chiaro: "La parola d'ordine - ci ha spiegato - oggi è sicurezza, sicurezza per i pazienti, sicurezza per gli operatori sanitari, per tutto il personale delle cliniche e delle strutture sanitarie".

Sicurezza che, durante il lockdown, le cliniche DentalPro hanno garantito utilizzando la tecnologia da remoto, gestendo oltre 66mila chiamate, e in particolare i videoconsulti. "Ne abbiamo fatti 3.500 in quattro settimane - ha aggiunto Cohen - è stata un'attività molto piena e non banale da organizzare, perché ha riguardato tutta Italia. Devo dire che ha funzionato molto bene e la maggior parte delle persone coinvolte è tornata nei nostri centri".

Per garantire sicurezza e tranquillità a tutte le persone che si apprestano a riprendere le cure odontoiatriche, il Comitato medico-scientifico DentalPro ha stilato anche una check-list con una serie di consigli e indicazioni pratiche, consultabili online.

"Un triage telefonico, che deve comunque essere fatto prima ancora di recarsi in struttura - ci ha spiegato il dottor Baruch - deve raccogliere una serie di informazioni, tra le quali ovviamente se ci sono sintomi correlati al Covid o se ci sono stati contatti a rischio o se si tratta di persone comunque infettate. E' meglio andare non accompagnati in struttura, se non ci sono esigenze particolari. Poi indossare sempre la mascherina, ormai la mascherina è un po' parte di noi, a maggior ragione se andiamo in una struttura sanitaria. Anche il personale deve assolutamente portarla, questo è essenziale".

Poi, naturalmente ci sono la misurazione della temperatura, l'igienizzazione delle mani e un altro passaggio di triage sui sintomi che un paziente potrebbe presentare. Dopodiché viene chiesto di consegnare in reception tutti gli oggetti personali e a quel punto si è ammessi alla sala d'attesa, dove vengono mantenute le distanze di sicurezza, prima di incontrare effettivamente il personale sanitario.

"Importante - ha aggiunto Baruch - è vedere che tipo di presidi vengono usati anche dal personale sanitario: quindi mascherine filtranti, occhiali a protezione biologica, cuffie, camici idrorepellenti. Il dentista, come l'assistente alla poltrona, così come l'igienista devono avere tutti questi dispositivi di protezione, che sono essenziali per proteggere se stessi, per non essere veicolo d'infezione per i pazienti, compresi quelli venuti prima e quelli che verranno successivamente".

La pandemia quindi cambia le cose, ma i servizi restano disponibili, così come resta la relazione tra il personale sanitario e i pazienti.

"Il gruppo - ha concluso Michel Cohen - è veramente molto vicino ai propri pazienti e non ha mai abbandonato in questi mesi tutti quelli che avevano bisogno".

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