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Venerdì, 29 Marzo 2024

Salute, via al nuovo protocollo per l'ipnosi nella cardiologia

Scaglione: "Riduce l'ansia e permette il controllo del dolore"

Milano, 17 gen. (askanews) - Usare l'ipnosi come terapia analgesica aggiuntiva nei pazienti cardiologici sottoposti a procedure di elettrofisiologia ed emodinamica quali ablazioni, studi elettrofisiologici e impianti di pacemaker e defibrillatori. Il nuovo protocollo di cura è stato presentato a Milano nel corso dell'evento "Ipnosi e Cardiologia Interventistica".

Marco Scaglione, direttore del reparto di Cardiologia dell'ospedale Cardinal Massai di Asti: "Abbiamo voluto presentare l'esperienza dell'utilizzo dell'ipnosi nella cardiologia interventistica. Non parliamo di interventi a cuore aperto, parliamo di cateterismi cardiaci per via percutanea, come possono essere le ablazioni e gli impianti di pacemaker. L'ipnosi ci ha permesso di essere una terapia aggiuntiva alla terapia farmacologia analgesica e ci ha permesso di ridurre notevolmente l'utilizzo degli anestetici, controllando il dolore e riducendo l'ansia".

Il protocollo di cura prevede il consenso da parte del paziente che viene invitato a focalizzare l'attenzione in un punto preciso, che può essere interno o estero. "E in questo modo far sì che si possa indurre la condizione di ipnosi che implica un altissimo controllo da parte del paziente che può controllare le proprie sensazioni. E usare le sue capacità per gestire il dolore, per ridurre l'ansia e rimanere immobile".

Secondo gli studi, lo stato ipnotico viene raggiunto in quattro minuti e durante l'intervento un operatore comunica con il paziente per mantenerlo in condizione. Milena Muro, operatore sanitario esperto in Comunicazione ipnotica-didatta dell'Istituto Franco Granone Ciics. "La comunicazione è sempre continua perché si è in relazione con il paziente. Questo non significa che si debba parlare tutto il tempo, anzi lo si lascia bello tranquillo a sognare, tra virgolette, di cose che a lui appassionano: ci sono persone che immaginano di distaccarsi da quell'esperienza fisica che può essere dolorosa per immaginarsi in luoghi diversi che possono essere montagna, mare. Ho avuto persone che hanno fatto il giro del mondo".

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