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Giovedì, 25 Aprile 2024

Spazio, Crew Dragon: il commento dell'astronuata Maurizio Cheli

"Cambiamento di paradigma, grande impulso per attività spaziali"

Houston, 1 giu. (askanews) - L'accesso alla Stazione spaziale internazionale di Bob Behnken e Doug Hurley, i primi astronauti americani a essere partiti il 30 maggio 2020 dal territorio degli Stati Uniti, su un'astronave Made in Usa, la Crew Dragon ribattezzata "Endeavour" da 9 anni a questa parte, non rappresenta solo il ritorno degli Stati Uniti d'America all'accesso diretto allo Spazio dal 2011, data di pensionamento dell'ultimo Shuttle, l'Atlantis pilotato per l'ultima missione proprio da Doug Hurley. Rappresenta, infatti, l'ingresso dell'intera ricerca aerospaziale mondiale in un nuova Era, quella dei voli spaziali commerciali.

Askanews ha chiesto un parere su questo storico evento all'astronauta italiano dell'Esa, Maurizio Cheli, in orbita nel 1996 con la missione Sts-75 dello Shuttle "Columbia" nonché pilota sperimentatore militare prima e civile poi.

"Il lancio del Dragon rappresenta sicuramente un cambio di paradigma, non solo osservabile visivamente perché è sufficiente l'interno di questa navetta per rendersi conto del grande cambiamento introdotto dalla tecnologia rispetto ai veicoli che l'hanno preceduta ma anche e soprattutto dal punto di vista dell'organizzazione delle attività spaziali".

In un crescendo di emozioni seguito in live streaming dal mondo intero, sabato 30 maggio 2020, al secondo tentativo a causa del maltempo, il razzo Falcon 9 si è levato in volo dalla rampa di lancio 39A - la stessa dell'Apollo 11 - della base Nasa di Cape Canaveral, in Florida.

Poco più di 9 minuti dopo, il primo stadio del razzo riatterrava, pronto a essere riutilizzato, sulla piattaforma galleggiante "I still love You" al largo delle coste della Florida, mentre Hurley e Behnken, in orbita, monitorati anche dai radar della base italiana dell'ASI a Malindi, in Kenya, cominciavano il loro inseguimento alla Stazione spaziale dove sarebbero arrivati circa 19 ore dopo il lancio.

Tutto questo, per la prima volta, grazie alla fondamentale collaborazione tra pubblico e privato, tra la Nasa e la SpaceX del genio visionario Elon Musk che si è dimostrata una formula vincente per abbassare i costi aumentando efficienza e sviluppo tecnologico.

"Soprattutto dal mio punto di vista ha introdotto un grande impulso alle attività spaziali - ha concluso Cheli - qualcosa che forse si era perduto nel corso degli ultimi tempi. Non bisogna dimenticare infatti che non c'è solo SpaceX ma anche Blue Origin e Virgin Galactic, ci sono tanti altri attori che in questo momento stanno mettendo a punto nuovi mezzi per le attività più svariate nel campo delle attività spaziali. È un qualcosa con cui oggi tutti si ritroveranno a fare i conti, anche e soprattutto l'Europa se vorrà mantenere quel grado di competitività nelle attività spaziali che aveva raggiunto nel passato, anche per i prossimi anni".

Insomma, un input importante che rende più vicino lo Spazio per tutti, anche per i potenziali turisti spaziali e per immaginare nuovi viaggi sulla Luna, la conquista di Marte e viaggi interplanetari. A proposito di Europa; il primo astronauta dell'Esa a volare sulla Crew Dragon sarà il francese Tomas Pesquet nel 2021 mentre il primo non americano dovrebbe essere il giapponese Soichi Noguchi ad agosto 2020.

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