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Giovedì, 18 Aprile 2024

Triennale, tre nuove mostre per una vocazione multi disciplinare

Lorenza Baroncelli: nel 2020 riscopriremo l'edificio di Muzio

Milano, 27 gen. (askanews) - Tre mostre per inaugurare il 2020 e l'ingresso a pieno regime della squadra di Stefano Boeri: la Triennale di Milano si presenta al pubblico con una nuova stagione di esposizioni ed eventi, che ci è stata raccontata dal direttore artistico Lorenza Baroncelli. "Sicuramente uno dei punti fondamentali - ha detto ad askanews - sarà la riscoperta dell'edificio. Stiamo iniziando una serie di lavori per il 'back to Muzio', con l'idea un po' di svuotare l'istituzione, farla tornare a quella che era la monumentalità e la flessibilità originale: questa sarà un po' la cifra di tutte le mostre che porteremo avanti nell'anno. Allestimenti molto semplici, che danno forza allo spazio e ai contenuti che vengono ospitati all'interno".

Seguendo queste, per così dire, linee guida, è possibile addentrarsi anche nelle mostre che inaugurano, a partire da quella dedicata all'architetto Giancarlo De Carlo, e in particolare ai suoi quaderni. "Questa su De Carlo - ci ha detto Baroncelli - inaugura una serie di mostre sui maestri, molti saranno maestri milanesi, dopo De Carlo, Magistretti e Gianni Rodari, ed è una mostra particolare, perché per la prima volta presenta al pubblico i diari di Giancarlo De Carlo, non solo per quanto riguarda l'architettura, ma in una versione inedita, che nessuno finora aveva potuto vedere".

Tra le altre linee guida per il 2020 in Triennale c'è anche quella di presentare, accanto a un maestro, anche il lavoro di più giovani talenti, in questo caso si tratta del lavoro di Francesca Torzo, che ha allestito interventi site specific, sotto forma di grandi tende che dialogano con lo spazio della Triennale e variano nelle diverse ore del giorno. "Noi le chiamiamo le avanguardie - ha aggiunto il direttore artistico - perché non si tratta tanto di cercare un giovane per età, ma è più la ricerca di figure che hanno avuto la capacità di rompere il linguaggio delle proprie discipline".

Nello stesso modo la terza mostra, "Tra gli spazi" di Corrado Levi rompe l'unità espositiva, perché si diffonde in tutto il palazzo della Triennale, portando l'arte a contaminare l'intero edificio. "Quella di Corrado Levi - ha concluso Lorenza Baroncelli - è una chicca speciale, nata dal dialogo con l'artista e dalla nostra volontà di raccontare il lavoro che stavamo facendo sull'edificio, nel quale si è trovato benissimo per raccontare queste opere d'arte, poiché il suo lavoro è sempre stato interstiziale tra le discipline, le pratiche e i linguaggi".

Una interdisciplinarietà che ci appare oggi come una delle cifre della Triennale di Boeri, nonché una metafora anche del modo in cui una città come Milano oggi può pensare se stessa.

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