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Martedì, 23 Aprile 2024
Ambiente

Il 2020 è stato l’anno più caldo di sempre

Il riscaldamento globale è cresciuto nonostante i lockdown dovuti alla pandemia. I dati del Copernicus Climate Change Service (C3S) dell’Unione Europa

Meteorologi e scienziati lo avevano già predetto nei primi mesi della pandemia: il 2020 sarebbe stato l’anno più caldo di sempre dall’inizio delle misurazioni sul clima. I dati rilasciati dal Copernicus Climate Change Service (C3S) dell’Unione Europa hanno confermato quelle previsioni: a livello globale il 2020 è l’anno più bollente, a “parimerito” con il 2016, l’anno de El Niño, che aveva contributo in maniera notevole all’innalzamento delle temperature. Non solo: gli ultimi sei anni sono stati i sei più caldi mai registrati e per l’Europa il 2020 un anno record per il caldo, con 1,6° C al di sopra della media a lungo termine. L’inverno 2019/2020 e l’autunno 2020 sono stati i più caldi di sempre. La temperatura media della superficie di tutto il pianeta nel 2020 è stata superiore di 1,25° C rispetto al periodo preindustriale 1850-1900.

Il 2020 è l'anno più caldo di sempre

 Temperature medie in salita anche nell’Artico e nella Siberia settentrionale: in alcune zone le temperature annuali medie sono salite fino a 3°C e in altre anche oltre i 6°C. La Siberia occidentale ha registrato un inverno e una primavera eccezionalmente caldi. Una situazione simile a quella osservata in estate e in autunno nell’Artico siberiano e su gran parte dell’Oceano Artico. Numerosi poi gli incendi registrati in quella regione, con roghi rilevati per la prima volta a maggio e continuati per tutta l’estate e fino all’autunno inoltrato. Di conseguenza, nel Circolo Polare Artico, in direzione del polo, nell’anno appena passato gli incendi hanno rilasciato una quantità record di 244 megatonnellate di anidride carbonica, oltre un terzo in più rispetto al record del 2019. Durante la seconda metà dell’anno, il ghiaccio marino artico è stato significativamente inferiore rispetto alla media per questo periodo dell’anno, con luglio e ottobre che hanno visto la più bassa estensione del ghiaccio marino mai registrata per questi due mesi.

"Un promemoria per prevenire l'impatto climatico negativo sul futuro"

“Il 2020 si è distingue per il caldo eccezionale nell’Artico e per il numero record di tempeste tropicali nel Nord Atlantico. Non sorprende che l’ultimo decennio sia stato il più caldo mai registrato ed è un ulteriore promemoria per le ambiziose riduzioni delle emissioni per prevenire l’impatto climatico negativo sul futuro”, dice Carlo Buontempo, direttore del C3S. 

“Sebbene le concentrazioni di anidride carbonica siano aumentate leggermente meno nel 2020 rispetto al 2019, questo non è motivo di compiacimento. Fino a quando le emissioni globali nette non si ridurranno a zero, la CO 2 continuerà ad accumularsi nell'atmosfera e a determinare ulteriori cambiamenti climatici”, denuncia Vincent-Henri Peuch, direttore del  Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS). Il Global Carbon Project ha stimato una riduzione temporanea di circa il 7% delle emissioni globali giornaliere di Co2 legata alla pandemia: una riduzione troppo poco significativa, per Peuch, che esorta a non abbandonare gli sforzi per ridurre le emissioni nette di Co2.

“Gli straordinari eventi climatici del 2020 e i dati del Copernicus Climate Change Service ci dimostrano che non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo unirci come una comunità globale, per garantire una transizione giusta verso un futuro ‘net zero’. Sarà difficile, ma il costo dell'inazione è troppo alto, motivo per cui gli impegni presi nell'ambito del nostro Green Deal europeo sono così necessari ”, sottolinea Matthias Petschke, direttore generale per l'industria della Difesa e Spazio della Commissione europea.

Copernicus è il programma dell’Ue che si occupa dell’osservazione delle condizioni della Terra. Un'analisi completa e dettagliata del clima europeo verrà pubblicata ad aprile, quando Copernicus presenterà il suo annuale European State of the Climate 2020.

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