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Venerdì, 29 Marzo 2024
Proteste

"Basta bombe in Sardegna": scatta la protesta online

Scatta la mobilitazione sul web contro i test aeronautici e missilistici: "Stanno contaminando il territorio e distruggendo il patrimonio ambientale e archeologico". A fianco del popolo sardo anche quello della Striscia di Gaza

Da più di sessant'anni diverse aree della Sardegna vengono utilizzate per test aeronautici e missillistici della Nato, ma anche dal nostro esercito per provare l'efficacia di alcuni armamenti industriali.

Con Today.it ci siamo occupati spesso del tema, che colpisce ambiente e salute degli abitanti. L'isola è una delle più militarizzate d'Europa: qui si trova il 61% delle servitù militari italiane e i tre più grandi poligoni d'Europa.

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Per tutte queste ragioni è scattata la mobilitazione anche sul web. Scrivono gli attivisti:

Tutto questo ha portato alla contaminazione del territorio e alla distruzione del patrimonio ambientale e archeologico sardo, un duro colpo per una regione che vorrebbe puntare sul turismo


Per questa ragione è stata lanciata la campagna di socialbombing #stopbombingsardegna: sul sito Socialbombing.org è possibile mandare direttamente via Twitter al premier Matteo Renzi un messaggio per chiedergli un impegno concreto contro i test.

La mobilitazione è partita dagli abitanti dell'isola e adesso si sta diffondendo on-line. Inoltre alcuni movimenti del territorio hanno organizzato una manifestazione, prevista per il 13 settembre presso il comune di Arbus, a novanta chilometri da Cagliari:

L'occupazione militare della Sardegna rappresenta un sopruso che dura da sessanta anni e che non siamo più disposti a tollerare. La nostra terra è ridotta a un campo di sperimentazione militare in cui diventa lecita qualsiasi soglia di inquinamento e viene testata qualsiasi tecnica di sterminio.

L'APPELLO ANCHE DA GAZA - Alle richieste degli abitanti dell'isola si aggiungono anche quelle del popolo di Gaza: in Sardegna vengono addestrati alcuni piloti dell'esercito israeliano, che con i loro caccia sorvolano i cieli per delle esercitazioni. Così dagli abitanti della Striscia è partita una campagna mediatica, sempre sui social network, per chiedere lo stop di questa pratica al governo italiano.

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CHE COSA E' IL SOCIALBOMBING - Il portale web su cui è stata lanciata la mobilitazione è stato fondato da un italiano residente a Londra, Marco Camisani Calzolari. L'azienda è inglese, la stessa che qualche anno fa ha lanciato il sito internet Livepetition.org, la cui traduzione italiana è Firmiamo.it. L'obiettivo è riempire i social network di messaggi affinché si possa misurare e far sentire la volontà del popolo di internet.

Ognuno può creare la sua missione, tanto che lo slogan della nuova piattaforma è: "Make yourself heard" ("Fa sentire la tua voce" ndr). Cliccando sul banner "bomb" è possibile inviare direttamente dal proprio account Twitter un messaggio che si diffonde on-line tramite il social network, con il contenuto della causa che si è scelto di appoggiare.

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