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Giovedì, 28 Marzo 2024
Turismo sostenibile

Caro benzina, in vacanza andremo a piedi (o in bicicletta): boom di prenotazioni

L’impennata dei prezzi di carburante ed energia rischia di mettere in difficoltà le vacanze degli italiani per la terza estate consecutiva. Ma a salvare il portafogli (e anche l’ambiente) sono i viaggi zaino in spalla

Alberghi, trasporti, ristorazione e shopping. Sono i quattro pilastri su cui poggia l’industria turistica italiana che da sola, fa il 7% del prodotto interno lordo. Merito del paese più bello del Mondo e dei suoi abitanti, secondi a nessuno per spirito di accoglienza. Che non si sa come, hanno retto all’impatto distruttivo di due anni e mezzo di pandemia. E che ora, ancora prima di avviare la stagione della “ripartenza definitiva”, dai propri alberghi, autobus, ristoranti e negozi stanno decidendo se chiudere definitivamente o mettere mano a liquidità che non hanno per pagare bollette e carburante raddoppiati. “E’ la guerra, bellezza”. E sopisce le rinnovate speranze di viaggio degli italiani. Ma non tutto è perduto. Se la benzina costa troppo, l’energia rincara i prezzi dei biglietti di treni, navi e aerei, se anche il bed and breakfast rischia di costare come un albergo a cinque stelle, in vacanza ci si può sempre andare a piedi. Oppure pedalando. E facendo bene al portafogli, alla salute e all’ambiente. 

Gli italiani d’altronde, lo avevano già capito. Sin dal 2016, quando si iniziò a registrare un sensibile trend in ascesa dei viaggi scarponi ai piedi, zaino in spalla e notte in ostello lungo il tragitto. Letteralmente esplosi poi nella seconda estate pandemica, complice anche il boom di biciclette a pedalata assistita che consentono spostamenti più lunghi anche a chi non è allenato. Tanto che quest’anno, dalla via Francigena al Cammino di Santa Barbara, in su e in giù per lo Stivale lungo i 6.600 chilometri di cammini tricolore, è già da inizio febbraio che fioccano le prenotazioni in vista della bella stagione. La previsione è che si riverseranno oltre 40mila viandanti a passo lento sulle circa 100 vie d’Italia, senza invidia per Santiago de Compostela. “Dopo ogni crisi, c’è sempre un incremento di camminatori che hanno voglia di viaggiare lontano dai grandi affollamenti, immersi tra natura e cultura per alcuni giorni o intere settimane. Quest’anno ci aspettiamo 3000 camminatori (circa un terzo in più del 2021 nda) e la stagione inizierà in aprile”. Questa l’anticipazione a Today di Alberto Conte, presidente di Movimento Lento, che ha progettato il Cammino che porta da Santhià al Santuario di Oropa, dal vercellese al biellese. Sessantatrè chilometri, tra i più brevi d’Italia con tappe facili e accessibili anche a chi non si è mai messo in viaggio. Foriero di tesori nascosti, come tutto il Belpaese. “E’ un osservatorio privilegiato sul boom dei “nuovi camminatori” - prosegue Alberto - che ad oggi, rappresentano il 40% del totale. E che negli anni, hanno anche cambiato modo di vivere il viaggio. Badando meno alla prestazione fisica, al dislivello e alla fatica. Ma molto di più alla lentezza, all’introspezione e alla riscoperta del rapporto tra natura, cultura e conoscenza”. E infatti, la formazione tipica dei “nuovi pellegrini” è in coppia. E molto femminile, con un 60% rappresentato da donne. “Nel disegno di legge che chiede il riconoscimento dei cammini come itinerari culturali, è prevista l’istituzione di un Osservatorio dei Cammini, che permetterà di avere dati ancora più precisi per valorizzare tutta la filiera”, conclude Conte. 

Che siano i grandi classici, come la via Francigena che si snoda dalla Valle d’Aosta a Roma attraversando nove Regioni in 945 chilometri o il più misurato Cammino di Oropa, l’arma più appuntita contro il caro benzina sta nelle suole dei nostri scarponi. O nei raggi delle nostre biciclette.

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