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Sabato, 20 Aprile 2024
Il documento finale

Cop26 verso il fallimento, riscaldamento climatico già oltre soglia. Greta: "Onu dichiari l'emergenza"

Quasi impossibile contenere l'aumento della temperatura media globale sotto il grado e mezzo entro il secolo: falliti gli accordi di Parigi

Greta Thunberg e altri giovani attivisti hanno predisposto una petizione legale destinata all'Onu per chiedere al segretario generale, Antonio Guterres, di dichiarare formalmente il problema del surriscaldamento globale come "emergenza climatica sistemica". Il documento è emerso a margine della conferenza internazionale sul clima Cop26, in corso a Glasgow, contro cui la giovane paladina svedese dell'ambiente ha protestato in piazza con decine e decine di migliaia di coetanei, denunciandone i lavori come fallimentari e additando a più riprese "il bla bla bla" dei leader del mondo.

Oggi il premier britannico Boris Johnson torna in anticipo - e non nel fine settimana, come previsto inizialmente - al summit sul clima con l'obiettivo di rilanciare i negoziati che stanno producendo un accordo giudicato da esperti e ambientalisti insuffficiente. Stavolta viaggerà in treno, dopo le polemiche suscitate dal suo volo in charter, per rientrare a Londra, la scorsa settimana. Ieri il presidente della Cop26, il britannico Alok Sharma, ha detto che c'è una "montagna da scalare" per trovare un accordo adeguato ad affrontare la minaccia del surriscaldamento globale. 

Nelle ultime ore è stata diffusa la prima bozza dell'accordo che parte da un dato di fatto: il riscaldamento globale ha già provocato un innalzamento delle temperature medie di 1,1 gradi centigradi; così come stanno le cose, secondo gli ultimi studi si arriverà a un disastroso +2,4º.

Il documento senza impegni della Cop26

La bozza dell'accordo stabilisce come i Paesi ridurranno le emissioni per evitare aumenti di temperatura catastrofici e sollecita migliori piani climatici per il 2030 da presentare entro la fine del 2022 in modo da limitare il surriscaldamento a 1,5 C rispetto ai livelli preindustriali e chiede una piu' rapida eliminazione graduale dei sussidi al carbone e ai combustibili fossili; il documento non riconosce però che i combustibili fossili sono la causa principe della crisi climatica e non si impegna in azioni tangibili per porre fine alla dipendenza globale da carbone, petrolio e gas.

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La bozza di documento finale della Cop26 "riconosce che limitare il riscaldamento globale a 1,5 C al 2100 richiede rapide, profonde e sostenute riduzioni delle emissioni globali di gas serra, compreso ridurre le emissioni globali di anidride carbonica del 45% al 2030 rispetto al livello del 2010 e a zero nette intorno alla metà del secolo".

Cop26: "Eliminare il carbone e i sussidi ai combustibili fossili"

L'impegno delle parti che hanno preso parte alla conferenza sotto l'egida dell'Onu "riafferma l'obiettivo globale di lungo termine di tenere l'aumento della temperatura globale media ben sotto 2 gradi dai livelli pre-industriali, e di perseguire gli sforzi per limitare l'aumento di temperatura a 1,5 C dai livelli pre-industriali".

Il documento "riconosce che l'impatto del cambiamernto climatico sarà molto più basso con un aumento della temperatura a 1,5 C, riconoscendo che questo richiede azioni significative ed efficaci da tutte le parti in questo decennio critico, sulla base della miglior conoscenza scientifica disponibile". La bozza "invita le parti a considerare ulteriori opportunità di ridurre le emissioni di gas serra che non sono anidride carbonica", "chiede alle parti di accelerare l'eliminazione del carbone e dei sussidi ai combustibili fossili" e "sottolinea l'importanza critica delle soluzioni basate sulla natura e degli approcci basati sugli ecosistemi, compreso proteggere e ripristinare le foreste, nel ridurre le emissioni e proteggere la biodiversità".

In Italia temperatura media già oltre 1.5 gradi

Quanto lontano dalla realtà possano apparire gli accordi di Glasgow lo esplicitano le ultime rilevazioni dell'Ispra: mentre a scala globale sulla terraferma il 2020 è stato l'anno più caldo della serie storica - con un'anomalia di +1.44 gradi rispetto al valore climatologico di riferimento 1961-1990 - in Italia è stato il quinto anno più caldo dal 1961, registrando un'anomalia media di +1.54 gradi. Nel 2020 le anomalie sono state positive in tutti i mesi dell'anno, con i valori massimi ad agosto (+1.7 gradi) e a maggio (+1.4 gradi).

Le informazioni estratte dal XVI Rapporto 'Gli indicatori del clima in Italia mostra come a partire dal 1985, le anomalie sono state sempre positive, ad eccezione del 1991 e del 1996. Il 2020 è stato il ventiquattresimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto al valore normale; il decennio 2011-2020 è stato il più caldo dal 1961.  

Per quanto riguarda la temperatura superficiale dei mari italiani, il 2020, con un'anomalia media di +0.95 gradi, si colloca al quarto posto dell'intera serie dal 1961. Negli ultimi 22 anni la temperatura media superficiale del mare è stata sempre superiore alla media; nove degli ultimi dieci anni hanno registrato le anomalie positive più elevate di tutta la serie.

Greenpeace: non un piano ma accordo per incrociare le dita

"Non un piano per risolvere la crisi climatica, ma un accordo per incrociare le dita e sperare per il meglio": Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace, non usa mezzi termini per criticare l'ultima bozza di risoluzione della Cop 26. Ovviamente non è detta l'ultima parola: restano ancora tre giorni perché le delegazioni discutano la bozza e negozino un documento finale - che tuttavia, in passato, si è dimostrato un compromesso al ribasso.

Dal momento poi che il principale obbiettivo in gioco è il graduale "phasing out" dei combustibili fossili, è improbabile che i grandi produttori di petrolio e carbone accettino di mettere una data per iscritto e il rischio è che gli impegni effettivi vengano differiti ancora una volta, in teoria all'anno prossimo.

Cosa comporterà il taglio delle emissioni di metano dopo l'accordo alla Cop26 

Il documento ribadisce quindi l'obbiettivo di lungo periodo di mantenere il riscaldamento sotto i due gradi e di "proseguire nello sforzo" di limitarlo a 1,5º entro il 2100, come previsto dagli accordi di Parigi, riconoscendo che per raggiungere questo risultato occorre "un'azione efficace e importante" da parte di tutti i Paesi coinvolti. Il problema, rilevano i critici, è che nella bozza di questa azione non vi è alcuna seria traccia.

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