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Giovedì, 25 Aprile 2024
La situazione

Clima impazzito: fiume Po salato, siccità record e disastri per maltempo

L'acqua salata rischia di bruciare le colture. In altre zone invasi drammaticamente a secco. Cosa sta succedendo

L'acqua del fiume Po che diventa salata e rischia di bruciare le colture, altre zone d'Italia drammaticamente a secco e improvvise ondate di maltempo che provocano disastri. E' la fotografia dell'Italia. Il Bel Paese deve fare i conti con un clima sempre più tropicale e le conseguenze non si fanno attendere. L’Osservatorio Anbi sulle risorse Idriche traccia il quadro della situazione. Vediamo cosa succede da Nord a Sud e cosa significa.

Il fiume Po "magro" e salato

Supera ormai i 15 chilometri, la risalita del cuneo salino (il movimento di acqua dal mare verso l’entroterra attraverso il sottosuolo, ndr) lungo il fiume Po, che al rilevamento di Pontelagoscuro è sceso al di sotto dei minimi storici, toccando i 301,6 metri cubi al secondo, molto al di sotto della soglia critica, fissata a mc/sec 450. Ciò ha già costretto a sospendere l’irrigazione in alcune zone di Porto Tolle e Ariano, nel Polesine rodigino, dove sono state attivate pompe mobili d’emergenza per garantire la sopravvivenza delle colture.

“E’ un fenomeno invisibile, ma che sta sconvolgendo l’equilibrio ambientale del delta polesano - commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Se la situazione persisterà, entro la settimana prossima saranno contaminate le prime falde destinate all’uso potabile".

Veneto

"Molto grave" è definita la situazione idrica nel resto del Veneto, dove tutti i corsi d’acqua, a eccezione del Bacchiglione, registrano decrescite vertiginose. Il bollettino pluviometrico regionale segnala come, a maggio, il deficit sia stato del 46%, mentre in alcuni bacini si sia arrivati addirittura a oltre il 70% (Lemene -77%, Pianura tra Livenza e Piave – 73%) o poco meno (Tagliamento -67%, Sile -61%); l’indice SPI (Standardized Precipitation Index) annuale certifica una regione in larga parte colpita da estrema siccità. Il secondo fiume italiano, l’Adige alla stazione di Boara Pisani segna un livello idrometrico, inferiore di oltre 2,20 metri a quello dell’anno scorso e di circa un metro rispetto al 2017.

Lazio

“Catastrofica” la situazione idrica ai Castelli Romani, dove i laghi sono ai minimi storici con deficit idrico quantificabile in 50 milioni di metri cubi: il bacino di Nemi ha un livello medio (50 centimetri), inferiore di oltre un metro a quello registrato nello stesso periodo  dell’anno scorso (162). “In queste zone – precisa Massimo Gargano, direttore generale di Anbi– le conseguenze dei cambiamenti climatici si sommano a un’eccessiva pressione antropica, maturata negli anni e i cui prelievi idrici hanno abbassato la falda a livelli tali da rendere ormai impossibile la ricarica degli specchi lacustri, le cui acque altresì sono richiamate nel sottosuolo". Rimanendo  nel Lazio, anche Tevere, Sacco e Aniene sono sempre più secchi.

Piemonte

Esemplare è l’analisi dell’indice semestrale Spi (Standardized Precipitation Index) sul Piemonte: c'è una condizione di siccità estrema su circa il 90% della regione, dove il bollettino pluviometrico di maggio segnala un deficit pari al 23,4% con punta record del  60,9% nel bacino dell’Agogna-Terdoppio (52,4% nel Cervo e il 49,1 nell’Orba); in questo quadro  si evidenziano i cali di portata nel Tanaro e nella Stura di Demonte.

Nel Nord-Ovest, a beneficiare delle recenti, quanto violente piogge, pare essere stato il fiume Adda, che registra un aumento di portata, pur rimanendo ai livelli più bassi in anni recenti. 

Lombardia

Rimane, al contempo, molto grave la situazione delle riserve idriche della Lombardia, dove la neve è già quasi completamente sciolta (l’82% in meno rispetto alla media storica, ma anche -90% in meno rispetto a un 2021 già caratterizzato dalla carenza d’acqua): d’ora in avanti si potrà fare affidamento solo sulle precipitazioni, avendo poca acqua stoccata nei bacini e niente neve sui monti.

Emilia Romagna

In Emilia Romagna, dove il 50% del territorio presenta un bilancio idro-climatico da bollino rosso, le portate dei fiumi continuano inesorabilmente a calare con il Reno, che scende sotto i minimi storici e l’unico corso d’acqua, che si possa definire “in salute” è il Panaro. Il quadro idrico complessivo è tutt’altro che roseo e, in assenza di significative precipitazioni, metterà  a repentaglio la continuità del prelievo di livelli costanti d’acqua indispensabile all’agricoltura, delineando uno scenario simile a quello dell’estate più inoltrata.

Toscana

Sulla Toscana, a maggio, le piogge  sono state dal 50% al 70% in meno rispetto alla media storica (mm.29 invece di mm.71) con record negativi sui bacini dei fiumi Fiora ed Ombrone sud-orientale (sono caduti mm. 19 ca.); l’Arno scende ad una portata di mc/sec 7,83 mc/s ed anche il Serchio vede una portata più che dimezzata rispetto alla scorsa settimana.

Marche

Nelle Marche, l’estate  si prospetta complessa come quella dell’anno scorso,  in quanto i livelli dei fiumi  stanno continuando a decrescere in maniera consistente: il Sentino è solo 5 centimetri al di sopra del minimo storico, che l’anno scorso era stato toccato soltanto alla fine di Agosto. Resta confortante la situazione negli invasi, che continuano a contenere circa 4 milioni di metri cubi d’acqua di più dell’anno scorso.

Umbria

E’ difficile la situazione idrica anche  in Umbria: il lago Trasimeno segna il livello più basso dal  Maggio 2003; nella Bassa Valle del Tevere, il “fiume di Roma”, a Maggio ha registrato la media mensile più bassa dal ’96; i volumi della diga Maroggia sono ai minimi del recente quadriennio.

Abruzzo

In controtendenza è invece l’Abruzzo dove, nonostante le scarse precipitazioni del mese scorso, l’invaso della diga di Penne registra il record di acqua invasata dal 2017.

Campania

In Campania, il rischio di siccità permane nei bacini dei fiumi Garigliano e Volturno, i cui livelli idrometrici si presentano in netto calo, ma ormai lambisce anche quello del Sele, la cui portata è in lieve flessione come quella del Sarno; inoltre, si segnalano in deciso calo i volumi dei bacini del Cilento e del lago di Conza .   

Basilicata

In Basilicata, dove a Maggio sono caduti circa 45 millimetri di pioggia, i livelli medi del fiume Agri sono più bassi rispetto agli anni precedenti e dai bacini artificiali è attinto 1 milione di metri cubi d’acqua al giorno.

Puglia

Più cospicui sono i prelievi dagli invasi della  Puglia, dove in una settimana sono stati utilizzati circa 11 milioni di metri cubi di risorsa idrica.

Sardegna

In Sardegna, infine, è definito  un “livello di pericolo” per i serbatoi appartenenti ai sistemi idrici Nord-Occidentale, Alto Cixerri, Alto Coghinas.

Clima tropicale

La più volte evidenziata “tropicalizzazione” del clima ha,per estremo contrappasso il maltempo con danni eccezionali. Di dissesto idrogeologico si può parlare per Veneto (nelle province di Belluno, Vicenza, Verona) e Trentino Alto Adige (a Predazzo, in val Ridanna, Bassa Pusteria, Val di Non e nell’Alta Valle dell’Isarco), ma anche  Lombardia (a Casalzuigno, nel Varesotto, sono caduti 70 millimetri di pioggia in pochi minuti). 

Ciò nonostante, calano i livelli dei laghi d’Iseo e di Como, così come del Maggiore, che è ormai a pochi centimetri  dal minimo storico. In Valle d’Aosta cala il torrente Lys ed anche la Dora Baltea ha portate inferiori agli anni scorsi.

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