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Venerdì, 29 Marzo 2024
Emergenza maltempo

"Emergenza maltempo? Tutta colpa di chi governa"

Lo dicono i geologi toscani, alla luce di frane, morti e alluvioni che affliggono la loro regione e tutto il nostro Paese: "Non c'è una pianificazione territoriale accurata e mancano piani di protezione civile"

Non è colpa di Madre Natura, ma come al solito ci sono problemi e responsabilità che riguardano la cattiva gestione. Se morti, alluvioni, frane sembrano sempre più frequenti questo non dipende soltanto dai cambiamenti climatici o dal maltempo. Francesco Ceccarelli, vicepresidente dell'Ordine dei Geologi della Toscana lo ha ammesso, pubblicamente e chiaramente:

Dobbiamo metterci in testa che il rischio zero non esiste. Manca una pianificazione territoriale accurata e mancano piani di protezione civile. La prima prevenzione si fa con la conoscenza del territorio per capire e valutare i rischi. Poi con i piani di protezione civile per informare la popolazione su cosa fare con quei rischi. Occorrono campagne di comunicazione scuola per scuola, condominio per condominio

Parole chiare dette in un'occasione ufficiale, ovvero la conferenza stampa tenutasi a Firenze su prevenzione, delocalizzazione, burocrazia, opere non realizzate, e situazione idrogeologica della regione. Se il vicepresidente propone le soluzioni la presidentessa dell'Ordine Maria Teresa Fagioli punta il dito e cerca le responsabilità:

La politica deve intervenire pesantemente, anche con scelte dolorose. È importante conoscere il territorio, avere sensibilità del territorio, comunicare con la popolazione il grado di rischio. Vaste zone della Toscana ancora una volta hanno subito i devastanti effetti delle intense piogge che hanno colpito gran parte della costa e dell'immediato entroterra. Ancora morti, allagamenti e conseguenti danni. La beffa è che vengono colpite zone già precedentemente danneggiate


CULTURA DEL TERRITORIO - Un problema che però coinvolge anche i cittadini la loro "cultura del territorio": da chi lo vive a chi lo amministra, nessuno sembra avere una percezione chiara del rischio idrogeologico e di risorse e misure adeguate per prevenirlo. Ma come riuscire a sensibilizzare bene la popolazione su questo tema così complesso? "Se un privato ha una frana e la mette a posto, - continua Ceccarelli - deve essere premiato o con una riduzione delle tasse, una possibilità di ampliamento, qualcosa che premi la messa in sicurezza. Oggi se hai una frana o abiti in una zona alluvionabile rischi di dover solo pagare, ti mettono il vincolo e sei rovinato".

LA PREVENZIONE - C'è poi un altro problema: quello della prevenzione. Mauro Chessa, presidente della Fondazione dei Geologi della Toscana, non ha dubbi: "Ci sono anni di mancanza di interventi. Adesso le opere servono per mitigare, ma occorre prevenire. E quello che serve e che oggi manca è la cultura di gestione del territorio. Certo, intervenire in situazioni di emergenza è più gratificante, in termini di immagine e in appalti. La prevenzione non si vede". Non solo quindi una questione di conoscenza, ma anche politica e d'immagine: fare prevenzione significa fare investimenti senza troppo rumore né echi dei media. Ma va fatta, visto che a rischio c'è la vita della gente e la salute del territorio.

IL CASO DELLA MAREMMA - Un esempio di tutto ciò, per Fabio Martellini, consigliere dell'Ordine dei geologi, riguarda la provincia di Grosseto e il fiume che passa per la sua provincia, l'Albegna:

Quando ha esondato ha seguito il suo corso naturale, ha allagato dove c'era stata l'alluvione nel 2012. Le Terme di Saturnia, fiore all'occhiello della Toscana, sono state ampliate dove scorre un piccolo torrente. Si doveva tenere conto che la zona era alluvionabile, quanto meno andava messa in sicurezza


Qui si sono registrati due morti: "L'uomo ha peccato di presunzione, ha agito sul territorio non tenendo conto della natura. E se ne vedono gli effetti, il territorio non ne può più" conclude amaramente Martellini. In effetti nonostante i rischi e le conseguenze dei disastri, i geologi sono figure poco presenti nelle amministrazioni locali: "Si pensa di far fare tutela del paesaggio ad altre figure. Non c'è la giusta valorizzazione del nostro ruolo" conclude la presidentessa dell'Ordine, Maria Teresa Fagioli.

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