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Mercoledì, 6 Dicembre 2023
Grandi opere

I 'nuovi' Notav si battono contro il 'Terzo valico'

Si oppongono al tunnel che collegherà Genova al basso Piemonte, scendono in piazza e danno vita alle marce per abbattere le recinzioni dei cantieri. Sono i Notav contro il Terzo valico

Come i Notav nascono per contrastare e opporsi ai lavori di una grande opera. Ma questa volta non siamo in Val Susa, anche se non ci allontaniamo troppo perché rimaniamo tra il basso Piemonte e Genova. Si chiamano No Terzo Valico, un movimento che riunisce tutti coloro che si oppongono alla costruzione del tunnel ferroviario tra il capoluogo ligure e la Pianura padana, pensato per le merci del porto, e che in futuro potrà anche divenire una linea Alta velocità fino a Milano.

L'obiettivo dell'opera è di rendere più veloci i treni passeggeri e merci ma essendo una tratta nazionale è tutta a carico delle casse dello Stato italiane. Persino l'ingegner Mauro Moretti, amministratore delle Ferrovie dello Stato, l'aveva dichiarata un’opera inutile in un convegno ed era stato ripreso subito dall'allora ministro dei Trasporti Pietro Lunardi.

I lavori sono stati assegnati a Cociv, consorzio d'imprese legato a Impregilo. Alcuni dei suoi dirigenti sono stati recentemente condannati per omessa bonifica e traffico illecito di rifiuti nell'ambito un processo che riguarda la costruzione di un'altra grande opera, sempre legata al mondo delle ferrovie: la Tav del Mugello. Sono gli attivisti No Terzo Valico a fare questa ricostruzione:

"Rubegni Alberto condannato a due anni e mezzo per omessa bonifica per il Tav del Mugello ha rivestito la carica di Presidente del Cociv fino a fine del 2012. Guagnozzi Giovanni, con condanna uguale, ha rivestito la carica di Procuratore in qualità di Direttore del Cociv fino a Marzo del 2013. Marcheselli Pietro Paolo condannato a quattro anni e mezzo per traffico illecito di rifiuti riveste attualmente la carica di Procuratore in qualità di Direttore del Cociv"

Mentre Palazzo Madama approva con 173 sì, 50 no e 4 astenuti la ratifica dell'accordo tra l'Italia e la Francia per la realizzazione della Tav, in val Scrivia, in provincia di Alessandria, domenica 5 aprile oltre mille attivisti hanno marciato verso il cantiere dell'alta velocità di Radimero, da dove il Terzo Valico dovrebbe passare: 50 km di cui 30 di galleria. Alla maniera Notav con tenaglie e flessibili sono state buttate giù le reti di protezione del cantiere. E come da tradizione sono arrivate anche le cariche delle forze dell'ordine, tra manganelli e lacrimogeni. Diversi i feriti, tra cui il senatore del movimento 5 stelle Marco Scibona e un pensionato di sessantotto anni di un paese dei paraggi, Bartolomeo Sanita, che ha riportato una profonda ferita alla testa:

"Si sono messi a picchiarci, io non avevo mai visto delle belve così incazzate. Che poi io non ho mai fatto male a nessuno, sono incensurato"

In realtà difficile è ancora trovare della documentazione rispetto a questo progetto non soltanto perché non c'è dibattito pubblico. Mancano le analisi economiche. Scrive lavoce.info

"Non è stata presentata alcuna analisi economica e nemmeno è stata realizzata una molto più semplice analisi finanziaria, che evidenzi il rapporto costi-ricavi per le casse pubbliche (presumibilmente più alti di quelli della Torino-Lione, essendo il progetto tutto italiano). Sull’opportunità di quest’opera, tra l’altro, più di una volta, e anche recentemente, lo stesso amministratore delegato di Fs ha espresso perplessità"

Così Marco Ponti e Francesco Ramella hanno cercato di mettere insieme i pochi dati a disposizione per un'analisi che andasse soltanto a valutare costi e benefici dell'opera. Lo si può leggere sempre su lavoce.info

"Il risultato dell’analisi è fortemente negativo: il valore attuale netto del progetto è di -4,24 miliardi e il rapporto benefici/costi è stimato pari a 0,33. Non è possibile definire un tasso di rendimento interno e i benefici ambientali nell’arco di trent’anni ammontano a circa 300 milioni, ossia circa il 5 per cento del costo dell’investimento"

Insomma come definito dai movimenti "una grane opera inutile". Ma perché costruirlo allora? Si legge sul sito noterzovalico.info

"La motivazione del Terzo Valico è da ricercare nell'equilibrio spartitori dei potentati economici. E' stato aggiudicato nel novembre 1991 senza gara. Dal 1 gennaio 1992 vi è l'obbligo di andare a gara europea. Qualsiasi modifica al progetto darebbe origine a una nuova gara: ecco perché non si sono mai prese in considerazione delle alternative"

Intanto nonostante i tafferugli di domenica 5 aprile gli attivisti hanno deciso che andranno avanti: è in programma per domenica 13 aprile una nuova marcia, nella vicina Pozzolo Formigara, dove è stato allestito un altro cantiere del Terzo Valico.

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