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Venerdì, 29 Marzo 2024
Ambiente

Allarme plastica, lo "scempio" è anche nei supermercati (e la mangiamo pure)

Italia plastic free, ma solo a parole. Secondo i dati del 'Rapporto Coop 2019', nel nostro Paese vengono ancora utilizzate 2 milioni di tonnellate di plastica per confezionare i cibi e le bevande che troviamo sugli scaffali. Ogni settimana, senza saperlo, ingeriamo con gli alimenti un quantitativo di plastica equivalente ad una carta di credito. Novità nel dl Clima: sconto per i prodotti sfusi e trasporto sostenibile

Ormai è chiaro: la plastica che inquina mari e monti e che avvelena i loro abitanti è un male da debellare, prima che il nostro pianeta ci presenti un conto troppo salato da pagare. Ma nonostante si continui a parlare di strategie “plastic free”, la plastica continua a dominare gli scaffali dei supermercati italiani, essendo ancora molto utilizzata per gli imballaggi alimentari, soprattutto per quanto riguarda i prodotti messi in commercio dalla grande distribuzione. Per cibi e bevande questo materiale viene ancora impiegato su larga scala, come confermano i dati del 'Rapporto Coop 2019-Consumi e stili di vita degli italiani': "Sono 2,1 milioni le tonnellate di plastica usati per confezionare cibo e bibite ogni anno in Italia". Nella maggior parte dei casi (il 73%), la plastica viene utilizzata per imballare degli alimenti, mentre il restante 27% per le bevande.

Quindi Italia plastic free al momento soltanto sulla carta, anche se, secondo il report dell'Ufficio Studi Coop, il 68% ritiene favorevole far pagare un supplemento per i prodotti in plastica monouso così da disincentivarne l’acquisto. Un atteggiamento che sicuramente ci fa onore, ma che ha anche a che fare con la nostra salute. Forse non tutti lo sanno, ma ogni settimana ingeriamo insieme agli alimenti (e senza rendercene conto), circa 5 grammi di microplastiche: praticamente come se ogni sette giorni mangiassimo una carta di credito. Un dato che però non deve lasciarci sorpresi: basta pensare che una bottiglia d'acqua arriva a contenere fino a 240 microplastiche a litro.

Microplastiche in acqua da bere, "urgente saperne di più"

In questo scenario, i prodotti sfusi diventano quasi una rarità sugli scaffali dei supermercati, anche se nell'ultimo periodo il cambio di direzione verso la strada della sostenibilità sembra essere iniziato: rispetto al 2018 sono stati più di 13mila i prodotti plastic free lanciati nel settore, circa il 14,3% in più rispetto all'anno precedente. Ma questo non è certo abbastanza, motivo per cui c'è bisogno di misure con un'anima green, che possano cambiare alcune pessime abitudini e incentivare l'utilizzo di prodotti che non siano nocivi per gli esseri umani e per il pianeta.

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Dl clima, lo sconto sui prodotti sfusi

Un primo grande passo in avanti potrebbe arrivare con il decreto legge sui cambiamenti climatici. Una delle misure contenute nella bozza riguarda proprio i prodotti sfusi nei supermercati: Al fine di ridurre la produzione di imballaggi per i beni alimentari e prodotti detergenti, per gli anni 2020, 2021 e 2022 è riconosciuto un contributo pari al 20% del costo di acquisto di prodotti sfusi e alla spina, privi di imballaggi primari o secondari". In particolare "agli esercenti di attività commerciali che acquistano tali beni, il contributo è riconosciuto sotto forma di credito d'imposta, fino ad un importo massimo annuale di euro 10.000 per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 10 milioni di euro per l'anno 2020, 2021 e 2022". Ai soggetti acquirenti "il contributo è anticipato dal venditore dei beni come sconto sul prezzo di vendita ed è a questo rimborsato sotto forma di credito d'imposta di pari importo, nel limite complessivo di 10 milioni di euro per l'anno 2020, 2021 e 2022". Una mossa che però potrebbe mettere in subbuglio l'industria degli imballaggi, che dovrà in fretta e furia cambiare le linee produttive.

Nella bozza del dl Clima annunciata dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa, composta da 14 articoli divisi in quattro temi, è prevista anche l'istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri di una Piattaforma per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria, "presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri o, su sua delega dal ministro dell’ambiente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica".

Tra i compiti previsti: studiare le attuali emissioni in atmosfera a livello nazionale; redigere un Programma nazionale per il monitoraggio e la riduzione dell’inquinamento atmosferico, promuovendo accordi di programma tra Amministrazioni centrali e territoriali e proporre misure per la riduzione delle emissioni in atmosfera nei settori delle infrastrutture e trasporti, del riscaldamento e raffrescamento civile, nella gestione dei rifiuti, nelle attività produttive.

Dl Clima, il bonus rottamazione

Sempre nella bozza del decreto legge sui cambiamenti climatici, è stato inserito programma sperimentale di incentivazione del trasporto sostenibile per la promozione dei servizi di trasporto pubblico locale e di altri servizi ad essi integrativi da finanziare con le risorse riassegnate nel 2020 al ministero dell’Ambiente nel limite massimo di 200 milioni di euro. Questo riguarda soprattutto i cittadini che risiedono nelle città metropolitane interessate dalla procedura di infrazione europea per la non ottemperanza dell’Italia alle norme sulla qualità dell'aria: per coloro che rottameranno   autovetture omologate fino alla classe Euro 4 potranno godere di un credito fiscale corrisposto mediante un titolo di spesa pari a 2.000 euro, che l'utente potrà utilizzare entro i successivi cinque anni per acquistare abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale e di altri servizi ad esso integrativi, inclusi i servizi di sharing mobility con veicoli elettrici o a zero emissioni, anche in favore dei familiari conviventi. Un beneficio che verrebbe revocato se il soggetto in questione o un familiare convivente, provvedesse all'acquisto al leasing o al noleggio a lungo termine di un’autovettura non a basse emissioni entro i due anni successivi

Il credito fiscale è riconosciuto anche ai titolari di licenza di trasporto pubblico di piazza e agli autotrasportatori operanti nelle città metropolitane che "rottamano veicoli Euro 4 o inferiori, utilizzabile per la sostituzione del veicolo rottamato con veicoli ibridi o elettrici o ad emissioni ridotte".

Dl Clima, scuolabus green e trasporto sostenibile

Un'altra voce della bozza fa riferimento ad un fondo da 10 milioni di euro per incentivare il servizio di scuolabus a ridotte emissioni per le scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado, comunali e statali, delle città metropolitane più inquinate e su cui grava la procedura di infrazione Ue: "Al fine di promuovere il trasporto scolastico per gli studenti della scuola dell’obbligo e limitare le emissioni inquinanti in atmosfera, presso il ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare è istituito un fondo in favore del servizio di scuola bus a ridotte emissioni per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, comunali e statali ricadenti nell’ambito delle città metropolitane". Le famiglie che sceglieranno lo scuolabus green potranno usufruire di una detrazione di 250 euro sulle spese sostenute.

Agli esercenti attività imprenditoriale che svolgono direttamente o per tramite di soggetti terzi il servizio di trasporto a domicilio per la vendita di prodotti non destinati all’esercizio dell’attività economica o professionale "è riconosciuto un credito di imposta pari allo sconto praticato al consumatore, fino al 20% del costo del servizio, fino a un importo massimo di 5.000 euro ad esercente, nel limite complessivo di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022. Il costo del servizio è fiscalmente detraibile dal consumatore in misura pari al 100%".

Dl Clima, il progetto 'Città verde d'Italia'

Infine, un'altra novità prevista dalla bozza del decreto legge sui cambiamenti climatici che dovrebbe arrivare domani in Cdm punta a favorire progetti, iniziative e attività di gestione sostenibile delle città italiane, "il Consiglio dei ministri conferisce annualmente il titolo di 'Città verde d'Italia' ad una città italiana, sulla base di un'apposita procedura di selezione definita con decreto del ministro dell'ambiente, previa intesa in sede di Conferenza unificata, anche tenuto conto del percorso di individuazione della città italiana 'Capitale europea verde 2023'".

 I progetti presentati dalla città designata ''Città verde d'Italia'' al fine di incrementare la sostenibilità delle attività urbane hanno natura strategica di rilievo nazionale e sono finanziati a valere sulla quota nazionale del Fondo per lo sviluppo e la coesione, programmazione 2014-2020 e 2021-2027, nel limite di un milione di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2027".

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