Milano, "no" al regolamento per la tutela degli animali: "Norme inapplicabili"
Il documento presentato dal Comune è stato bocciato dai Consigli di Zona perché conteneva norme di principio incontrollabili e inapplicabili. Ecco alcuni esempi
Tenere negli acquari almeno due pesci rossi e non nelle bocce. Ma poi chi controlla? Questo uno dei punti del regolamento per la tutela degli animali che era stato presentato qualche giorno fa a Palazzo Marino. Si trattava già di una seconda bozza, ma le “Zone” hanno bocciato il testo perché troppo fumoso e pieno di norme di principio apparentemente sensate, ma senza alcuna possibilità di controllarle e metterle in pratica. In questo modo il regolamento diventa confusionario.
Ma vediamo alcune di queste norme:
Vietato usare animali vivi come cibo per altri animali. Un consigliere si chiede: “Quindi non si potrà più pescare con il verme?”
Obbligo per il Comune di inserire dossi rallentatori del traffico nelle zone in cui vi siano colonie feline per evitare che i gatti randagi vengano investiti. Il monitoraggio pare difficoltoso e significherebbe aggiungere dossi un po’ ovunque, mandando ulteriormente in tilt il traffico.
Sequestro dell’animale per gli accattoni che li usano, di qualunque specie, per muovere alla compassione i passanti e farsi dare elemosina. Anche in questo caso la norma pare difficile da seguire, col rischio di andare contro i veri amanti degli animali.
In caso di ristrutturazione della casa, va mantenuto l’habitat degli animali presenti. Detto così, però, verrebbero compresi anche eventuali topi. Il che sarebbe, ovviamente, assurdo.
In altre parole queste norme non aiutano, perché sono un elenco di principi inapplicabili e imprecisi che non tutelano gli animali. Ora l’Assessora Bisconti ha annunciato il ritiro del documento per permettere una rielaborazione e delle modifiche al testo. L’obiettivo è quello di avere norme separate, controllabili e sanzionabili. Chissà se sarà la volta buona.
