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Giovedì, 28 Marzo 2024
Gli scenari

Le sei città italiane più a rischio per le alluvioni e le ondate di calore

Il report sui cambiamenti climatici e le possibili conseguenze a Napoli, Venezia, Roma, Milano, Bologna e Torino

Da un lato il caldo estremo, dall'altro il pericolo alluvioni. Dal report "Analisi del rischio, i cambiamenti climatici in sei città italiane", realizzato dalla Fondazione centro euro-Mediterraneo (Cmcc), emerge un quadro preoccupante soprattutto per sei città del nostro Paese. Si tratta di Napoli, Venezia, Roma, Milano, Bologna e Torino. Secondo questo rapporto, pubblicato oggi, le ondate di calore sono in crescita e sempre più roventi negli ultimi decenni in particolare a Napoli (50 giorni in più di caldo intenso l'anno rispetto a inizio secolo), ma anche a Milano (+30 giorni), Torino (+29) e Roma (+28). A Bologna ci si aspetta per il futuro un aumento di intensità e frequenza di fenomeni di allagamento. A Venezia, invece, negli ultimi 150 anni il livello dell'acqua relativo della città è cresciuto di oltre trenta centimetri e la soglia critica è stata superata 40 volte negli ultimi 10 anni.

Alluvioni e ondate di calore: le sei città italiane più a rischio

Il rapporto "è il più aggiornato e avanzato strumento per comprendere il rapporto tra città e cambiamenti climatici, dall'analisi della situazione attuale agli scenari futuri, fino alla pianificazione e alla realizzazione di strumenti di adattamento e resilienza per rispondere efficacemente ai rischi presenti e futuri". Per ciascuna delle sei città, il rapporto propone quattro sezioni:

  • clima, con gli scenari futuri, le tendenze che si possono individuare in quello che è accaduto negli ultimi 30 anni in ogni città, con un'analisi effettuata con dati ad altissima risoluzione (2 chilometri);
  • impatti climatici legati a temperature e precipitazioni, come hanno interessato e interesseranno le diverse città;
  • valutazione dei rischi con una rassegna di come ciascuna delle sei città elabora la valutazione del rischio da cambiamento climatico;
  • strumenti di adattamento di cui le singole città si stanno dotando per implementare strategie e piani di adattamento ai cambiamenti climatici.

Le ondate di calore e le alluvioni sono gli impatti principali cui sono interessate le città italiane, spiega la Fondazione, e ci si aspetta che questi impatti crescano, con conseguenze sulla salute delle persone, sulla mortalità, su episodi di dissesto idrogeologico. Nel dettaglio, potrebbero essere fino a 90 i giorni consecutivi di ondate di calore a Napoli entro il 2080 senza l'applicazione di politiche climatiche, che invece potrebbero ridurre il fenomeno a 50 giorni, con gravi rischi per la la popolazione più anziana per maggiori ospedalizzazioni e mortalità. A Venezia, entro il 2100, senza interventi di mitigazione dei cambiamenti climatici, è previsto un aumento della temperatura fino a 5 gradi in estate e autunno e fino a 4 gradi in inverno e primavera. Nella città lagunare i rischi maggiori restano gli allagamenti, tra fenomeno di acqua alta (maree) e piogge intense oltre alle ondate di calore.

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Secondo gli studiosi che hanno analizzato gli scenari climatici attesi per l'Italia, il fenomeno delle ondate di calore è comune a tutte le città prese in esame. Sul fronte degli allagamenti da piogge intense, il Cmcc osserva come questo problema sia esacerbato dall'ambiente urbano a causa della densità delle costruzioni, dell'impermeabilizzazione del suolo e di specifiche caratteristiche delle singole città. A Milano, ad esempio, ci sono stati 150 eventi di piena negli ultimi 140 anni e in anni recenti si sono manifestati meno giorni piovosi, ma piogge più intense. A Napoli, piogge intense che si sono verificate ogni 10 anni, potrebbero verificarsi ogni 4.

Come si affronta il rischio climatico

Molti e diversi sono i modi con cui le sei città affrontano il rischio connesso ai cambiamenti climatici. Se tutte si concentrano sull'analisi dei rischi connessi a ondate di calore e allagamenti, diverse sono le strade che ciascuna percorre per sviluppare piani di intervento. In alcuni casi (Milano, Bologna, Torino) la macchina amministrativa è dotata di elevate competenze e capacità tecniche, in altri casi (Roma, Napoli, Venezia), mentre si procede alla formazione delle capacità necessarie, si punta a collaborazioni con università e centri di ricerca del territorio. In tutti i casi, spiega il Cmcc, risultano determinanti la partecipazione in network nazionali o internazionali di città impegnate in azioni per affrontare i cambiamenti climatici e l'attivazione di pratiche partecipative che coinvolgano cittadini e stakeholders.

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