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Venerdì, 29 Marzo 2024
Ambiente

Veleni di Quirra, nuove rivelazioni: "Discarica di Stato, aprire inchiesta per strage e disastro ambientale"

Il Poligono di Quirra, attivo dal 1956, è anche al centro di un'inchiesta iniziata nel 2011, legata alla cosiddetta Sindrome di Quirra, una serie di morti sospette e casi di tumore. Secondo la testimonianza dell'ex sottufficiale dell'Aeronautica resa ieri alla commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito a Roma, "erano i soldati a preparare i crateri e a provocare le esplosioni a torso nudo, senza alcuna protezione"

Nuove rivelazioni su ciò che accadeva al Poligono sperimentale interforze di Quirra, in Sardegna. Per anni armi obsolete da tutta Italia venivano smaltite facendole "semplicemente" brillare. Secondo la testimonianza dell'ex sottufficiale dell'Aeronautica Gianni Palombo, resa ieri alla commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito a Roma, "erano i soldati a preparare i crateri e a provocare le esplosioni a torso nudo, senza alcuna protezione". Nella base tra le più grandi d'Europa si testavano,e si testano tutt'ora, armi e munizioni.

Sindrome di Quirra

Ancora oggi circa il 60% delle servitù militari dell'intero territorio nazionale è ubicato in Sardegna, il restante 39% è altrettanto iniquamente ripartito fra Friuli Venezia Giulia (31%) e il resto del Paese. Fra servitù di terra e aree marine interdette alla navigazione ed alla attività civile la Sardegna si attesta nell'intorno del 35 mila ettari, senza considerare gli spazi aerei interdetti. E i tre più grandi poligoni d'Europa alloggiano in terra sarda. Poligoni sperimentali, nei quali si spara terra-mare, aria-terra e mare-terra, dove si svolgono possenti esercitazioni. Il Poligono di Quirra, attivo dal 1956, è al centro di un'inchiesta della Procura di Lanusei, iniziata nel 2011 dal Procuratore Domenico Fiordalisi, legata alla cosiddetta Sindrome di Quirra, una serie di morti sospette e casi di tumore di militari e pastori, nonché malformazioni di animali allevati nella zona, seguiti dal ritrovamento di cassette di uranio nell'area del poligono.

Lotta contro le servitù militari in Sardegna: A foras

Minimizza la portata dello specifico problema emerso ieri l'ex generale Francesco Piras, 74 anni, capo ufficio operazioni del poligono di Quirra fra il 1982 e il 1988: "Erano solo attività marginali del poligono: noi eseguivamo gli ordini che arrivavano da Roma". Ma secondo l'ex docente dell'Università di Siena, Francesco Riccobono, è confermato l'inquinamento di metalli cancerogeni a Quirra: "La Rumianca di Macchiareddu, che gestiva la miniera di Baccu Locci, scaricava i fanghi all'arsenico direttamente nei fiumi della zona [...] c'erano delle conformazioni che sembravano rocciose: in realtà erano fanghi industriali".

Mauro Pili: "Riaprire processo per disastro ambientale"

Le reazioni nel mondo politico sardo sono state immediate. "Esplosioni ciclopiche con effetto bomba atomica, le nubi tossiche che si generavano, alte anche 60/70 metri, si riversavano sui paesi limitrofi, venivano distrutte migliaia di tonnellate di bombe, missili, proiettili di ogni genere provenienti da tutte le basi italiane. Il racconto agghiacciante reso ieri in commissione d’inchiesta sugli effetti dell’uranio impoverito dal responsabile dei mezzi meccanici dell’aeronautica militare aprono uno squarcio rilevante nel lavoro dell’organo inquirente della Camera dei deputati. E’ la prima volta che la commissione mette mano ai fatti di Quirra con testimonianze dirette e inconfutabili dei protagonisti di quello smaltimento illegale di armamenti gestito clandestinamente dentro il poligono militare. Emerge un quadro devastante dell’uso della base come una vera e propria discarica di Stato". Lo ha detto il deputato di Unidos Mauro Pili dopo gli esami testimoniali svolti ieri dalla commissione d’inchiesta sugli effetti dell’Uranio impoverito.

"Con questa testimonianza raccolta ieri dalla commissione si cancellano per sempre i tentativi maldestri di manipolare la verità, di ometterla e di deviarla. Le affermazioni dirette del maresciallo Gianni Palombo e per altri versi del generale Piras rilegano nell’ambito delle cialtronerie di Stato i tentativi di pseudo professori e vertici militari di imputare le morti di Quirra ad elementi estranei all’attività militari. Si è trattato di audizioni chiave - dice Pili - proprio perché è emerso in modo evidente che quelle polveri cariche di nano particelle finivano sulle popolazioni generando effetti gravissimi a partire dalle gravissime malformazioni sui nascituri. Effetti che secondo i consulenti internazionali della commissione d’inchiesta sono comparabili con quelli verificatisi negli anni dopo la caduta delle torri gemelle a New York con malformazioni di ogni genere. A questo si aggiunge l’aggravante di nanoparticelle generate da quelle bombe fatte esplodere nel cuore di Quirra. Ora che questi fatti ineludibili sono agli atti della commissione si deve procedere conseguentemente. Per questo motivo ho chiesto alla commissione di trasmettere tutti gli atti alla magistratura ordinaria con la richiesta esplicita di apertura di un fascicolo per strage e disastro ambientale considerato che l’ultima distruzione smaltimento di materiale esplosivo è avvenuto nel 2008. Il potenziale reato, dunque, non solo non è prescritto ma costituisce un’evidente omissione non perseguirlo. Non c’è un solo giorno di tempo da perdere e se non ci saranno immediati riscontro sarò costretto ad intraprendere azioni ancora più decise per denunciare questi misfatti".

"Sono emersi fatti circostanziati"

"Sono emersi fatti circostanziati come mai prima e non si può ignorare che non siano scaduti i termini di prescrizione viste le esplosioni devastanti con lo smaltimento di bombe e missili che si sono tenute anche nel 2008. La commissione - ha detto Pili - deve per questa ragione svolgere sino in fondo l’azione inquirente e chiedere alla magistratura ordinaria di procedere conseguentemente”.

"A questo si aggiunge la testimonianza del tecnico incaricato dall’aeronautica per svolgere le indagini su Quirra. E’ emersa in maniera chiara la farsa di quella messa in scena funzionale solo alla propaganda di Stato. Il docente ha dichiarato di essere stato prelevato da un aereo e portato in Sardegna costretto a fare tre inutili prelievi e dopo qualche giorno dichiarare che non esisteva uranio e torio. Nel corso dell’interrogatorio ha dovuto ammettere che si trattava di una farsa inutile sul piano scientifico ma funzionale solo alle dichiarazioni degli apparati dello Stato che annunciavano dopo quei ridicoli prelievi chiuso il caso uranio. [...]  E’ inaccettabile continuare a nascondere questi misfatti. Non c’è altro tempo da perdere - ha concluso Pili - le vittime militari e civili e le popolazioni meritano giustizia e verità".

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