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Giovedì, 25 Aprile 2024
Triste record

Morire di smog: l'Italia maglia nera in Europa per decessi e anni di vita persi

Secondo le stime dell'Agenzia europea dell'ambiente nel nostro Paese nel 2019 ci sono stati 10.640 per biossido di azoto

Nel 2019 in Italia sono state stimate 49.900 morti premature da esposizione a PM2.5 (polveri sottili), al secondo posto dietro la Germania, 10.640 da NO2(Biossido di azoto), il valore più alto in Europa, e 3170 per l'O3(Ozono). Numeri terribili contenuti nell'analisi 'Impatti sulla salute dell'inquinamento atmosferico in Europa' realizzata dall'Aea, l'Agenzia europea dell'ambiente, che presenta stime aggiornate su come tre inquinanti, particolato fine, biossido di azoto, ozono troposferico, hanno influito sulla salute degli europei nel 2019. 

Smog e decessi: il triste record dell'Italia

Nell'Ue a 27, 307mila persone sono morte prematuramente a causa dell'esposizione all'inquinamento da particolato fine nel 2019. Almeno il 58%, 178mila, di questi decessi si sarebbe potuto evitare se tutti gli Stati membri dell'Ue - spiega l'Agenzia - avessero raggiunto il nuovo livello di 5 µg/m3 delle linee guida per la qualità dell'aria dell'Oms. Secondo il report, altre 40.400 morti premature sono da attribuire all'esposizione cronica al biossido di azoto; 16.800 per l'esposizione all'ozono. Più in generale, le morti premature attribuite all'inquinamento atmosferico sono diminuite nel 2019 rispetto al 2018. 

La diminuzione maggiore è stata per l'NO2, con una riduzione del 16% delle morti premature associate. Le morti premature attribuite all'esposizione al particolato fine sono diminuite dell'11%, mentre quelle attribuite all'esposizione all'ozono sono diminuite del 9%. Dal 2005 al 2019 i decessi prematuri attribuiti all'esposizione al PM2,5 nell'Ue a 27 sono diminuiti del 33%.

Coldiretti: ''Italia maglia nera con 33,8 metri quadrati di verde urbano per abitante''

Con l'Italia che dispone di appena 33,8 metri quadrati di verde urbano per abitante è strategico puntare su un grande piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini che migliori la qualità dell'aria e della vita della popolazione dando una spinta all'economia e all'occupazione. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat in riferimento all'ultimo Rapporto 2021 sulla qualità dell'aria in Europa, pubblicato dall'Aea, l'Agenzia europea dell'ambiente, dove risulta che l'Italia è al primo posto fra gli Stati Ue per numero di morti per biossido di azoto (NO2, 10.640 morti) ed e' il secondo dopo la Germania per i rischi da particolato fine PM2,5 (49.900 morti) e ozono (3170).

L'inquinamento dell'aria che è considerato dal 47% degli italiani la prima emergenza ambientale secondo l'indagine Coldiretti/Ixe' e bisogna quindi intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori. L'obiettivo è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili.

A provocare lo smog nelle città è l'effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi con la situazione che peggiora nelle metropoli dove i valori vanno dai 15,2 metri quadrati di Messina ai 17,1 di Roma, dai 17,8 di Milano ai 22,2 di Firenze, dai 42,4 di Venezia ai 9,2 di Bari, secondo l'Istat. In questo contesto oltre 300mila nuovi alberi, quasi 8 milioni di metri quadrati aggiuntivi di parchi e giardini, 16mila nuovi terrazzi e balconi fioriti nei prossimi tre anni grazie alla proroga del bonus verde prevista dalla manovra di bilancio che pone l'Italia all'avanguardia nella lotta allo smog e ai cambiamenti climatici.

Un obiettivo in linea con le strategie nazionali del Pnrr dove sono stati stanziati 330 milioni di euro per la forestazione urbana che consentono di piantare 6,6 milioni di alberi attraverso la tutela delle aree verdi esistenti e la creazione di nuove, anche al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecologici legati alla piena funzionalità degli ecosistemi. Il bonus prevede una detrazione ai fini Irpef nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili. Un intervento strutturale che favorisce nelle città la diffusione del verde pubblico e privato considerato che una pianta adulta è capace di catturare dall'aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante è in grado di catturare 20mila kg di anidride carbonica (Co2) all'anno.

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