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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente&Veleni

Terra dei Fuochi: a un anno dalla legge "bilancio fallimentare"

Ritardi, poche analisi sui terreni, progetti di bonifica assenti, falde non risanate e dati epidemiologici preoccupanti: il rapporto di Legambiente mostra cosa è cambiato dal decreto ad hoc del govern

"Terra dei Fuochi: a che punto siamo" è il titolo del rapporto che Legambiente ha stilato a proposito di quanto avvenuto tra Napoli e Caserta dopo il decreto ad hoc del governo. Il decreto del governo ad hoc è entrato in vigore un anno fa, e l'associazione ambientalista ha stilato il bilancio relativo a quanto da allora è cambiato in Campania. L'azione portata avanti dell'esecutivo si può definire fin qui fallimentare: ritardi, poche analisi sui terreni, progetti di bonifica assenti, falde non risanate e dati epidemiologici preoccupanti.

Il decreto “Terra dei Fuochi” è stato convertito in legge il 6 febbraio del 2014, poco più di un anno fa. Si trattava di un provvedimento emergenziale dettato dal venire a galla, nell'area a metà tra le province di Napoli e Caserta, di una gravissima situazione ambientale dovuta a decenni di roghi tossici di rifiuti e di discariche abusive interrate. L'intreccio tra imprenditoria senza scrupoli e camorra – che pure in tantissimi denunciavano da anni – era finalmente di dominio pubblico, come del resto l'aumento del tasso di mortalità per tumori (anche tra giovanissimi) nelle aree in questione.

Mentre le esportazioni alimentari della Campania precipitavano nel Paese a causa di una sorta di psicosi collettiva verso prodotti anche d'eccellenza, come nel caso della mozzarella di bufala, la politica nazionale si è affrettata a provare ad arginare la situazione.

Dopo tanti proclami però, secondo Legambiente, gli unici dati presentati dai ministeri delle Politiche agricole e forestali, dell’Ambiente e della Salute sullo stato di contaminazione nei 57 Comuni perimetrati (diventati nei mesi successivi 88), risalgono alla conferenza stampa dell’11 marzo 2014. E poi? Intanto, i risultati delle indagini su ulteriori 51 siti (all'interno di 7 Comuni) definiti “prioritari e maggiormente a rischio” non sono stati ancora pubblicati - questo laddove i rilievi sono stati ultimati da tempo e tutto doveva essere reso noto entro il 9 giugno 2014. Inoltre, ancora per quanto riguarda le indagini, c'è da aggiungere che all'interno dei primi 57 Comuni perimetrati ci sarebbero altri 1335 siti ritenuti potenzialmente inquinati, ma sui quali non sono state fatte ancora analisi dirette. E, infine, che per gli altri 31 Comuni considerati coinvolti dal disastro ambientale (aggiunti dallo scorso giugno) non è stata avviata alcuna attività.

Scatti dalla Terra dei Fuochi (Foto di Luca Abete)

Per Legambiente anche il punto sulle bonifiche è tutt'altro che rassicurante. Nella maggior parte dei casi in cui sono previste, i cantieri non sono neanche partiti. Senza contare che non è in programma il risanamento delle falde contaminate, né analisi e caratterizzazioni di suoli e acque. Questo mentre, secondo una ricerca condotta dall’Istituto superiore di sanità (Iss), c'è “un eccesso di mortalità e di ospedalizzazione nella popolazione residente nei 55 comuni della Terra dei fuochi per diverse patologie tumorali”, così come “per tutti i tumori” nel caso di “bambini ricoverati nel primo anno di vita” e per “tumori al sistema nervoso centrale nella fascia di età 0-14 anni”. (da NapoliToday)

Terra dei fuochi, il corteo a Napoli | Foto di Viviana Graniero/NapoliToday

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