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Sabato, 20 Aprile 2024
Ambiente

Tirreno Power: "A Vado Ligure politica negligente"

Fiorenza Giorgi, gip del tribunale di Savona, punta il dito contro la gestione amministrativa e politica della centrale termoelettrica di Vado Ligure. Intanto la società indagata per disastro ambientale e omicidio colposo si difende

Non sarebbe soltanto responsabilità della gestione dell'azienda, ma anche dell'amministrazione. Nelle 45 pagine dell'ordinanza che ha disposto il sequestro degli impianti della centrale termoelettrica Tirreno Power di Vado Ligure il gip del tribunale di Savona, Fiorenza Giorgi, punta il dirò contro società e amministrazione pubblica. "La condotta tenuta dalle società che si sono succedute nella gestione della centrale è stata costantemente e sistematicamente caratterizzata da reiterate inottemperanze alle prescrizioni. Il gestore in tutti questi anni e fino alla data odierna ha sempre fatto quello che gli tornava più vantaggioso".

E poi c'erano anche le amministrazioni pubbliche: "Neghittosità degli organi pubblici chiamati a svolgere attività di controllo che, lungi dal sanzionare le dette intemperanze, hanno ritardato in modo abnorme l'emissione dei dovuti provvedimenti ed emesso alla fine una Aia estremamente vantaggiosa e frutto di un sostanziale compromesso in vista della costruzione di un nuovo gruppo a carbone, che si presenta come meramente ipotetica, non preoccupandosi da ultimo di imporre l'adempimento delle prescrizioni in ordine alla collocazione dello Sme (il sistema di monitoraggio delle emissioni)".

Intanto dopo gli ultimi avvenimenti giudiziari che l'hanno vista coinvolta Tirreno Power diffonde una nota aziendale in cui commenta l'ordinanza, ribadendo "ancora una volta di avere sempre rispettato le norme e i limiti di emissione stabiliti dalle leggi" che potrebbero avere creato delle "incomprensioni" perché verrebbero contestati vengono contestati fatti "già oggetto di valutazione e decisione da parte degli organi preposti e del Ministero dell'Ambiente".

Ma l'obiettivo dell'azienda è riprendere le attività e per questo si è detta "disponibile" a "percorrere tutte le strade che consentano la rapida ripresa dell'attività produttiva confrontandosi e superando le motivazioni che hanno spinto l'autorità giudiziaria al sequestro".

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