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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Un animale in casa per superare la pandemia: è boom di adozioni

Nel 2020 cani e gatti hanno trovato accoglienza nelle case degli italiani che hanno scelto di aver accanto un animale domestico per affrontare le difficoltà, quanto meno emotive. Secondo Coldiretti le adozioni hanno registrato un aumento del 15 per cento

Più di una famiglia italiana su tre ospita in casa almeno un animale da compagnia ma nell'anno del Covid si è registrato un vero e proprio boom di adozioni con un aumento del 15% di cani e gatti che hanno trovato accoglienza nelle case secondo l'Enpa. È quanto emerge dall'analisi della Coldiretti in occasione della tradizionale benedizione di Sant'Antonio Abate, il Patrono degli animali. Una tradizione popolare, afferma Coldiretti con una nota, che il 17 gennaio vede in tutta Italia il ripetersi del rito la benedizione dalla variegata moltitudine di esemplari presenti sul territorio nazionale nelle case, nelle campagne, nelle stalle, ovili e nei pollai.

Boom di adozioni ma è crisi nelle campagne

Se durante la pandemia si è verificato un aumento della presenza di animali nelle case dove hanno aiutato molti italiani a superare i momenti difficili del lockdown, nelle campagne la crisi, sottolinea la Coldiretti, ha provocato un crollo della presenza degli animali nelle stalle. Un addio che ha riguardato la pianura e soprattutto la montagna e le aree interne più difficili dove mancano condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori.

A preoccupare ora sono gli effetti dello stop al turismo invernale destinato ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull'intero indotto delle vacanze in montagna, dall'attività dei rifugi alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi. Proprio dal lavoro di fine anno dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività di allevamento e coltivazione svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l'abbandono e lo spopolamento.

"Quando una stalla chiude - sottolinea Coldiretti - si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado".

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