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Sabato, 20 Aprile 2024
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Tempo di zecche: come evitarle e cosa fare in caso di puntura

In primavera ed estate è molto frequente imbattersi in questi ospiti sgraditi, mentre attendono un ospite sul quale arrampicarsi. Nel caso siamo noi i loro prescelti, ci sono alcuni punti da conoscere per evitare infezioni e complicazioni

Non tutte le zecche sono uguali. E oltre a roditori, lepri, conigli, volpi, uccelli e ungulati, sul menù di alcune di esse ci siamo anche noi. Primavera ed estate sono il periodo in cui questi acari escono dalla quiescenza invernale per avviarsi alla ricerca di un ospite da parassitare, molto spesso dalla cima di una pianta erbacea o di un arbusto. Ma su trentasei specie presenti in Italia, sono quattro quelle maggiormente diffuse e più rilevanti per la nostra salute. Tra queste la zecca dei boschi (Ixodes ricinus) e la zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus). Che non saltano e non volano su escursionisti e camminatori di passaggio, ma si arrampicano e camminano fino a trovare il punto migliore per pungere e iniziare a succhiare il sangue. Una puntura generalmente indolore, grazie all’inoculazione di una certa quantità di saliva che contiene principi anestetici e non pericolosa di per sè. Ma che potrebbe rivelarsi problematica come veicolo di infezioni per l’uomo.

Dove è più frequente incontrarle

L’habitat preferito delle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con preferenze che dipendono dalla specie. Se la zecca dei boschi prospera in presenza di clima fresco e umido con vegetazione rigogliosa, la zecca del cane frequenta invece maggiormente zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada. La loro presenza dipende essenzialmente dalla presenza di ospiti da parassitare sul territorio e per questo, luoghi come stalle, ricoveri di animali e pascoli sono tra i loro ambienti preferiti. Da qui, le zecche possono rimanere attaccate all’ospite per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni, prediligendo le zone dove la pelle è più sottile e irrorata come l’inguine, le ascelle, l’addome o il cuoio capelluto. Dopo il pasto di sangue poi, si lasciano generalmente cadere spontaneamente.

I pericoli per la salute

Durante il pasto le zecche possono contagiare l’ospite virus o batteri responsabili di infezioni che, se non riconosciute e curate in tempo, possono avere conseguenze anche gravi, come la malattia di Lyme e la TBE o meningoencefalite. In realtà però la maggior parte delle malattie nelle fasi iniziali può essere risolta con una pronta terapia antibiotica. Solo raramente invece (fino al 5% dei casi) e in soggetti anziani o bambini queste infezioni possono essere pericolose per la vita.

Come evitarle e cosa fare (e non fare) in caso di puntura

Esistono alcune precauzioni per ridurre la possibilità di venire a contatto con le zecche, o almeno per individuarle rapidamente, prima che possano trasmettere una malattia. In generale, è consigliato indossare abiti chiari, per individuarle meglio. Utilizzare pantaloni lunghi e preferibilmente un cappello. Può aiutarci anche evitare di strusciare l’erba lungo il margine dei sentieri e non addentrarsi nelle zone in cui è più alta. E, nel caso abbiamo compagnia a quattro zampe, trattare sempre gli animali domestici con appositi prodotti contro questi parassiti. E’ possibile però che, nonostante le nostre precauzioni, il nostro ospite ci abbia fatto visita. E allora, per rimuovere la zecca non usare mai alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassiné oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette: la sofferenza indotta potrebbe provocare il rigurgito di materiale infetto e un ulteriore affondamento del parassita nella pelle. Invece, la zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili (non a mani nude), il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione. Attenzione però: spesso il rostro (cioè il suo apparato boccale) rimane all’interno della cute. In questo caso deve essere estratto con un ago sterile o con pinzette a punte sottili. Va da sé che è necessario sempre rivolgersi al proprio medico.

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