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Giovedì, 25 Aprile 2024
Animali Rieti

Lupo impiccato nei boschi a Rieti, la Lav: "10mila euro a chi sa chi è stato"

L'animale sarebbe stato ucciso come "rimborso", perché aveva attaccato pecore e vitelli. "Un atto criminale di estrema crudeltà e gravità che non deve rimanere impunito", dice la Lav

Diecimila euro di ricompensa a chiunque fornirà informazioni utili a identificare i responsabili della morte del lupo ucciso a Pendenza di Cittaducale, in provincia di Rieti. A metterli a disposizione è la Lav. Il lupo era stato ritrovato impiccato, con un biglietto che, secondo la stampa locale, collegava l'uccisione a una reazione perché l'animale avrebbe attaccato e ucciso pecore e vitelli. Quell'uccisione sarebbe stata quindi una specie di "rimborso". Le foto della povera bestia sono state anche fatte recapitare in forma anonima alla sede dell'associazione "Il guardiano dell'ombra", che dal proprio profilo Facebook scrive di aver avuto conferma di indagini in corso, come ricorda la Lav in un comunicato. 

L'uccisione del lupo di Cittaducale è "un atto criminale di estrema crudeltà e gravità che non deve rimanere impunito", dichiara Massimo Vitturi, responsabile Lav area Animali Selvatici. "Chiediamo alla Procura di Rieti di sequestrare immediatamente il corpo dell’animale e di inviarlo subito al centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria, istituito presso l’Istituto Zooprofilattico di Grosseto, dove potranno essere svolte le necessarie indagini per identificare i responsabili dell’ignobile atto criminale”. 

Nel biglietto si farebbe rifermento a indennizzi non ricevuti per la predazione di animali e Venturi si chiede: "Chissà che gli elenchi delle richieste di rimborso non celino i nomi dei responsabili. E' difficile credere che in un territorio così piccolo nessuno possa fornire elementi utili a individuare i colpevoli”.

“Cedere alla tentazione di introdurre il ‘bracconaggio di Stato’, come vorrebbe il Ministro Galletti giustificandolo con la presunta necessità di abbassare il livello dello scontro sociale legato agli atti di predazione nei confronti delle greggi lasciate incustodite al pascolo, significherebbe vanificare tutti gli sforzi fatti negli ultimi decenni per favorire una pacifica convivenza tra l’uomo e gli animali selvatici, impedendo importanti azioni per la prevenzione del bracconaggio e delle predazioni”, conclude Vitturi.

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