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Sabato, 20 Aprile 2024
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Due proiettili in gomma sparati al lupo Sirio: la paura ha salvato lui e l’allevatore

In Italia vivono circa 2000 lupi ma sta aumentando la confidenza dimostrano nei confronti dell’uomo. Un fenomeno pericoloso, trattato per la prima volta in Italia con un’intervento straordinario a colpi di proiettili in gomma. Così si è salvato il lupo e le pecore

Dai monti ai litorali, lo Stivale è ormai popolato da un contingente di circa 2000 lupi. Un bel numero che, tra la ricerca di nuovi territori da colonizzare e l’aumento della nostra densità abitativa, sta spingendo molti esemplari a spasso per i paesi e nei pressi delle abitazioni. Tra di loro però, c’è chi sta smettendo di percepire l’uomo come una minaccia. In rete le immagini di “lupi confidenti” spopolano ovunque, ma non dovrebbero intenerire. Anzi. Sarà proprio la paura a salvare uomini e predatori da un conflitto che si inasprisce in ogni parte d’Italia e che rischia di compromettere non solo la vita degli animali, ma anche quella delle attività economiche.

Testimonial involontario di un tentativo di pacificazione è Sirio, un bel lupo di 4 anni protagonista, per la prima volta in Italia, di un intervento di dissuasione a colpi di proiettile in gomma. Un’azione totalmente innocua, richiesta da Regione Veneto e supportata dall’Università di Sassari, che ha restituito risultati sorprendenti. E che, insieme ai cani da guardiania e alle altre misure di prevenzione, potrebbe rappresentare la chiave di volta per la convivenza.

“Sirio si era avvicinato per almeno 18 volte a un pastore del Grappa, a una distanza compresa tra i 150 e i 10 metri”, spiega a Today Duccio Berzi, ricercatore responsabile delle operazioni sul campo condotte nella notte tra il 19 e il 20 agosto. “Spesso aveva portato con sé altri lupi più giovani, in modo da trasmettere un modello di comportamento che prima o poi avrebbe offerto loro i suoi vantaggi. Dopo il parere favorevole dell’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale, siamo intervenuti colpendolo a una coscia a circa 25 metri di distanza con due proiettili di gomma “Rubber baton” calibro 12 a palla unica. Grazie al collare Gps e ai sensori di prossimità istallati vicino alle malghe ci è stato possibile, per la prima volta in assoluto, monitorare l’effetto di questo tipo di dissuasione, innocua per l’animale”. Dal confronto delle attività tra le due settimane precedenti e quelle successive infatti, la distanza media percorsa dal lupo è passata da 26,82 chilometri al giorno a 46,56 chilometri al giorno. Segno evidente che il messaggio è stato recepito. E che si è salvato lui e le pecore del pastore.

“Questo significa - prosegue Berzi - che la dissuasione, ovvero la rinnovata paura dell’uomo, ha provocato l’effetto di rivolgere le attenzioni di Sirio nuovamente verso gli ungulati selvatici. E i dati non mentono. Registrano un aumento del tasso di predazione sui selvatici dell’89% e una diminuzione sui domestici del 70%”. Per il momento in Italia si tratta di una procedura straordinaria che ha richiesto un iter autorizzativi molto lunghi. Eppure in altri paesi come la Svezia o gli Stati Uniti, i proiettili in gomma fanno parte della gestione ordinaria dei casi problematici. “Il lupo crea associazioni molto vincolate - specifica il ricercatore - che gli permettono di modificare rapidamente una propria abitudine se questa viene associata ad un evento svantaggioso. In Veneto, che conta una popolazione di sedici gruppi riproduttivi, siamo già pronti per replicarla e monitorarla”. La paura dell’uomo salverà il lupo, dunque. Ma l’uomo dovrà fare lo stesso. “Dobbiamo evitare che questo predatore abbia motivi di attrazione. Non lasciamo i nostri cani sciolti quando entriamo nei suoi ambienti, né lasciamo cibo o rifugi disponibili. E in caso di incontro fortuito non deve essere maneggiato perché non è un cane. La sua capacità offensiva è infinitamente maggiore di quella di un cane”, conclude Berzi.

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