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Venerdì, 29 Marzo 2024
Animali Trapani

Cagnolina in mare con una pietra al collo: "Mia rischia di non avere giustizia"

La vicenda è seguita dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane. Il Tribunale ha chiesto l'archiviazione del procedimento a carico del proprietario, ritenendo credibile la sua versione

Aveva indignato tutti la storia della cagnolina Mia, salvata mentre affogava con una pietra al collo: il pubblico ministero pochi giorni fa ha chiesto l’archiviazione del caso ritenendo valide e credibili le giustificazioni del proprietario. I fatti risalgono a luglio 2018 nella zona di Lido Valderice a Trapani, quando una cagnolina meticcia, fu salvata da alcuni bagnanti dopo essere stata trovata in mare con una pietra legata al collo.

L'episodio circolò parecchio sui social e commenti in merito giunsero persino dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che in quell’occasione si impegnarono a far inasprire le pene per i reati contro gli animali. "Un impegno che ad oggi non ha ancora avuto seguito, ma che tutti gli amanti degli animali e i sostenitori della legalità attendono con ansia", dicono dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LNDC).

Cane in mare con pietra al collo: procedimento archiviato

Mia aveva il microchip e il proprietario era stato denunciato per maltrattamento di animale. Pochi giorni fa, riferisce la LNDC,  il pm del Tribunale di Trapani ha chiesto l’archiviazione del procedimento a carico dell’indagato. Ha infatti ritenuto credibile la versione fornita dall’uomo, che ha dichiarato che avrebbe portato la cagnolina al mare per lavarla; che avrebbe collocato il collare su uno scoglio mettendoci una pietra sopra; che la cagnolina a un certo punto sarebbe scappata, e si sarebbe tirata dietro la pietra a cui nel frattempo si era attorcigliato il collare, scivolando in acqua. Il proprietario, a quel punto, se ne sarebbe andato confidando che la cagnolina Mia sarebbe tornata a casa da sola.

"In venti anni di avvocatura mi è capitato davvero raramente di leggere delle motivazioni così assurde”, afferma l’avv. Michele Pezone – Legale e Responsabile Diritti Animali di LNDC. “Mi auguro che il GIP del Tribunale di Trapani respinga già di sua iniziativa questa richiesta di archiviazione, ma in ogni caso LNDC presenterà opposizione formale perché il racconto dell’uomo è totalmente inverosimile. Faremo tutto ciò che ci è consentito dalla legge per fare maggiore chiarezza sulle sue responsabilità".

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LNDC: "Sconcertati, daremo battaglia"

“Sono davvero sconcertata da questo provvedimento del PM”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Accade spesso, purtroppo, che la magistratura sottovaluti i reati contro gli animali ma questa richiesta di archiviazione ha del grottesco .Prendere per buono un racconto del genere vuol dire semplicemente volersi girare dall’altra parte e far finta di non vedere. La cosa comunque non finirà sicuramente qui; daremo battaglia affinché un gesto così grave – che solo per un caso fortuito non è finito in tragedia – non venga liquidato come un banale incidente".

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