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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Animali

Ventilatori e docce refrigeranti: la ricetta anti afa nelle stalle

Manca ancora un mese all’inizio dell’estate ma le alte temperature stanno già mettendo in difficoltà gli animali. Che mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Già scattate le contromisure a colpi di ventilatori

In questi giorni di primavera gli animali nelle stalle hanno sofferto temperature che sono andate oltre il loro clima ideale anche di 10-11 gradi. E all’estate, che già si preannuncia eccezionalmente calda, manca ancora un mese. E’ il caso delle mucche, che in alcune zone d’Italia il caldo africano ha costretto a sopportare temperature superiori ai 35 gradi. Nelle fattorie quindi sono entrate in funzione ventole e doccette refrigeranti per aiutare gli animali a sopportare l’afa fuori stagione. Anche perchè, oltre i 22-24 gradi, mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. 

“Per questo – spiega Coldiretti – sono già scattate le contromisure anti afa nelle stalle dove gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo. Ogni singolo animale è arrivato ad aver bisogno in questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi. Nelle stalle i pasti vengono dati un po’ per volta per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi”. C’è poi il capitolo che riguarda gli approvvigionamenti alimentari. “Il caldo bollente e la mancanza di acqua - prosegue Coldiretti - hanno anche ridotto la produzione di foraggio necessario per l’alimentazione del bestiame. L’allarme siccità colpisce le semine primaverili di riso, girasole, mais e soia, ma anche le coltivazioni di grano e altri cereali. In un momento peraltro, in cui è necessario garantire la piena produzione con una guerra in corso. Le difficoltà si estendono a buona parte della Penisola dove manca l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano già in una situazione di stress idrico”. 

Da nord a sud dunque, una conferma dei cambiamenti climatici in atto. Che hanno cambiato la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni, tanto che la siccità che è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana. Con danni stimati in un miliardo di euro all’anno.

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