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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il caso

Quali sono gli orsi che verranno abbattuti in Trentino (e perché)

La Provincia prende provvedimenti dopo la morte del runner 26enne Andrea Papi. Il presidente Maurizio Fugatti ha chiesto di procedere contro tre plantigradi "problematici" (Mj5, Jj4 e M62), ma l'obiettivo a lungo termine è ridurre drasticamente il numero di esemplari sul territorio

L'orso che ha ucciso Andrea Papi non è l'unico esemplare finito nel mirino della Provincia di Trento che in seguito alla morte del 26enne ha ordinato di abbattere l'animale responsabile dell'aggressione (ancora da identificare). La giunta guidata da Maurizio Fugatti ha infatti manifestato la volontà di "rimuovere" altri tre plantigradi definiti problematici, ma l'obiettivo più ampio è quello di ridurre drasticamente il numero degli orsi che vivono nel territorio, oggi più di un centinaio.

Gli orsi che rischiano di essere "condannati a morte" sono Mj5, Jj4 e M62. Il primo, lo scorso 5 marzo, ha aggredito un escursionista di 38 anni che stava portando a spasso il cane. Sebbene ci sia stato spavento e preoccupazione, l'uomo ha riportato solo lievi ferite al braccio e alla testa e non è mai stato in pericolo di vita. Mj5 è un maschio di 18 anni nato nel 2005 da Maja e Joze, orsi sloveni che hanno dato avvio al progetto Life Ursus sulle Alpi negli anni Novanta.  Gli esperti hanno spiegato che probabilmente si è trattato di un "attacco finto" che aveva come scopo la difesa. La Provincia ha annunciato comunque l'intenzione di abbatterlo, scatenando le proteste degli animalisti.

Il secondo orso a rischiare la vita, Jj4, è in realtà un'orsa che i suoi difensori hanno ribattezzato Gaia. L'orsa si è resa responsabile di un'aggressione ai danni di padre e figlio sul Monte Peller, in Trentino Alto Adige, avvenuta il 22 giugno del 2020. In base a quanto è stato ricostruito, il giovane si stava inoltrando lungo un sentiero, seguito a poca distanza dal padre, quando si è trovato a tu per tu con l'orso. Caduto a terra, è stato sormontato dall'animale e a quel punto la reazione del padre è stata quella di scagliarsi contro il plantigrado riportando la frattura di una gamba in più punti.

Il terzo orso messo nel mirino dalla Provincia è M62, definito "troppo confidente" anche se non risultano aggressioni "a suo carico". La Provincia autonoma di Trento sta monitorando da tempo questo plantigrado che avrebbe fatto diversi danni per la sua abitudine di frequentare da vicino i centri abitati. L'ultimo episodio noto alle cronache risale a circa un anno fa: l'animale avrebbe predato delle galline tentando poi di entrare, rompendo due finestre, in un locale adibito a dispensa al piano terra di una casa abitata a maso Testoni, nel comune di Campodenno. 

"Ad oggi i casi di orso problematico, dei quali è già stata informata Ispra, sono tre" ha detto il presidente della Provincia Fugatti, annunciando che "nei prossimi giorni verrà fatta richiesta di abbattimento di questi tre esemplari: Mj5 (responsabile dell'aggressione del 5 marzo scorso), Jj4 e M62. Abbiamo avuto già rassicurazioni da parte Ispra di dell'accoglimento di queste richieste".

I plantigradi da abbattere sono dunque potenzialmente 4, qualora dalle indagini genetiche emergesse che l'orso che ha aggredito il runner non sia già classificato come pericoloso. La Provincia però ha ben altri piani. Secondo Maurizio Fugatti  il progetto 'Life Ursus' che ha reintrodotto l'orso in Trentino "con questi numeri non può durare". "La presenza di oltre un centinaio di esemplari sul territorio Trentino non è sostenibile. Dobbiamo riportare la popolazione a circa 50 unità. Non importa come" ha detto Fugatti. 

Lo studio di fattibilità del piano per riportare i plantigradi sul territorio era stato curato dall'Istituto nazionale per la fauna selvatica e aveva accertato l'idoneità ambientale per ospitare una popolazione vitale di plantigradi (40-60 orsi), che costituiva l'obiettivo finale del progetto. L'areale doveva andare ben oltre i confini del Trentino, mentre la maggior parte del centinaio di esemplari attualmente presente sul territorio provinciale si sposta all'interno di un'area ampia circa 1.500 chilometri quadrati (pari a un quarto dell'intero Trentino) e fortemente antropizzata. Il piano è di ridurre drasticamente il numero di orsi sul territorio, ma non è chiaro in che modo la Provincia intenda farlo. 
 

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