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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Mucche con gli occhiali (virtuali) per produrre più latte: il caso potrebbe arrivare in Italia

In Turchia è già realtà. Una tecnologia che aumenta la produzione di latte nonostante lo stress dell’allevamento intensivo. Un’innovazione che potrebbe non essere così lontana dalla diffusione anche in Italia

Se la mucca non va al pascolo, è il pascolo che va alla mucca. Con tutti i crismi: prati, erba e uccellini trasferiti dentro un paio di occhiali a realtà aumentata. Per mucche un pò stressate, che non escono mai dalla propria stalla. Così, una volta indossati, i visori hanno effetto positivo sull’emotività dell’animale, il quale produrrà più latte. Una tecnologia che per il momento è stata studiata da un allevatore russo e applicata in Turchia, con risultati molto soddisfacenti in termini di aumento dei volumi di produzione. E in Italia? I 500 milioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinati alla digitalizzazione in agricoltura sono dietro l’angolo e la questione potrebbe farsi interessante anche nel paese degli alpeggi. Seppure le mucche tricolori abbiano già problemi ben più semplici nel farsi riconoscere il giusto prezzo per il proprio latte, che la grande distribuzione sottopaga rispetto ai costi delle materie prime. Ma le vie del PNRR sono infinite e anche una tecnologia “alla rovescia” potrebbe rientrare nelle misure per l’ammodernamento del settore primario. Anche perchè nei prossimi anni, tutti gli indicatori economici prevedono un aumento importante nella produzione di latte, destinato soprattutto all'export. 

Mucche in allevamento con visori virtuali (Agenzia di Stampa Anadolu)-2

“Abbiamo 100 mucche da latte - spiega l’allevatore turco Izzet Kocak in un’intervista diffusa da Reuters - e da ognuna, otteniamo 22 litri di latte al giorno. Grazie ai visori per la realtà virtuale, in entrambe le mucche che li hanno avuti, abbiamo ottenuto un incremento di latte di 5 litri ognuna. I visori le fanno sentire come fossero in grandi prati. Questo provoca un effetto positivo sul loro benessere e quindi, sulla produzione”. Ed è qui il nodo. Di natura logica, non ideologica. Se il modello di allevamento intensivo mette gli animali nella condizione di rendere solo parzialmente, utilizzare l’innovazione per aumentare i profitti pur mantenendo lo stesso paradigma, non sembra essere un gran favore al benessere animale. Semmai, ha più l’aria del redditizio palliativo. Che come tutti i palliativi, prima o poi svelerà i suoi nervi scoperti. “Abbiamo intenzione di provarlo su altre 10 delle nostre mucche - prosegue Kocak - e crediamo che avrà lo stesso successo. In questo caso, allargheremo l’innovazione all’intero allevamento”. 

Gli occhiali virtuali erano già stati testati nel 2019 in una fattoria di Krasnogorsk, non lontano da Mosca. Il test russo - ha spiegato il Ministero dell'agricoltura e dell'alimentazione di Mosca - avrebbe rivelato “una riduzione dell'ansia e un miglioramento dell'umore emotivo generale nella mandria”. Una conferma ulteriore dunque, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il processo industriale andrebbe migliorato nella sostanza più che nella forma. Ma la realtà indica il contrario. In Italia stiamo andando verso un perfezionamento della standardizzazione meccanica: Ismea prevede che nei prossimi cinque anni la produzione di latte bovino in Italia aumenterà del 10-15%, con l’export che crescerà fino al 25%. E allora, a quel punto il benessere delle mucche sarà davvero virtuale.

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