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Giovedì, 28 Marzo 2024
Animali

C’è un serpente a scuola: perché i casi di Roma sono una buona notizia

Vive da sempre insieme a noi anche se spesso non ce ne accorgiamo nemmeno. E’ innocuo e si nutre di insetti e roditori, resistendo alla cementificazione selvaggia delle nostre città

E’ un animale della fauna autoctona che resiste all’incessante urbanizzazione delle nostre metropoli iper-cementificate, occupando piccoli spazi di biodiversità sfuggiti all’asfalto. E’ uno degli ultimi baluardi di quel mondo di mezzo che s’incontra quando gli ecosistemi si fondono con gli ambienti occupati dall’uomo. E’ totalmente innocuo, non velenoso e in questo periodo inizia ad essere più attivo dopo i rigori della stagione fredda. E’ probabilmente per questo che due biacchi sono stati ritrovati nella palestra e nel cortile di due scuole romane adiacenti a delle aree verdi, suscitando l’indignazione e il sensazionalismo di stampa e social. Eppure, i fatti costituiscono una buona notizia per la nostra vita in città.

“Avvistare un biacco a Roma - spiega Andrea Bonifazi, naturalista ed ecologo - è, in termini di rarità, sostanzialmente come avvistare una lucertola. Ma il nostro background culturale ci porta a vedere i serpenti come animali tropicali, pericolosi o mortali, totalmente distanti da noi e non presenti in città. Loro invece ci sono sempre stati e speriamo, continueranno ad esserci. Significa che, nonostante l'urbanizzazione spesso selvaggia, rimane un po' di naturalità anche dentro una città grande come Roma”. Non solo, ma rimane anche una parvenza di quella catena alimentare che porta il biacco a nutrirsi di roditori (certamente in soprannumero a Roma) e insetti. 

Conosciuto  in tutta Italia con nomi tradizionali e non come colubro verdegiallo, natrice dal collare, biscia, milord o carbonazzo, il biacco ha solitamente una colorazione nera e gialla nella parte superiore e il ventre di colore chiaro. Vive da sempre insieme a noi anche se non ce ne accorgiamo, spesso ospite di orti, cortili e giardini. E il suo “superpotere” è la velocità: molto schivo, se disturbato tende a scappare molto rapidamente. “L'importante è non allarmarsi - conclude Bonifazi - ma nello stesso tempo, se il serpente è in una scuola o in un'abitazione e non si hanno le competenze necessarie per riconoscere con certezza la specie, è bene contattare chi di dovere per portarlo fuori se non ci si riesce da soli. Ricordando che l'uccisione o la detenzione di rettili autoctoni è vietata dalla legge. Dovrebbero essere proprio i mass media a far comprendere la normalità di un serpente in città, ma troppo spesso sembra una gara a chi crea più panico, generando solo confusione che di certo complica sia la convivenza con questi animali, foraggiando luoghi comuni e leggende metropolitane”.

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