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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Perché la mancanza di vaccini per i gatti sta diventando un problema

Medici veterinari già provati da un’estate di farmaci a singhiozzo. Adesso arrivano segnalazioni di vaccini per gatti carenti. Il medico veterinario: “Stiamo utilizzando le scorte, vaccinando i più piccoli e rimandando gli adulti. Ma è rischioso”

Canili e gattili mai così vuoti come quest’anno. Ma una volta approdati a casa delle nuove famiglie, i migliori amici dell’uomo potrebbero non aver risolto tutti i loro problemi. Già durante l’estate i medici veterinari avevano lamentato una carenza di farmaci per le cure di base, per lo più in specialità iniettabili: “Ritardi di distribuzione all’interno della filiera, attribuibili al periodo estivo”, aveva fatto sapere la Direzione Farmaci del Ministero della Salute. Eppure, a giudicare dalle segnalazioni di alcuni professionisti, l’autunno desta un nuovo allarme: a mancare sugli scaffali sono adesso i vaccini per gatti.

“Stiamo utilizzando le scorte – rivela a Today Camillo Sandri, medico veterinario dell’ambulatorio Arcadia in provincia di Verona – ma ci sono colleghi che non ne hanno più. Stiamo vaccinando solo i cuccioli che rischiano di rimanere totalmente scoperti, rimandando i richiami degli adulti. Ma è rischioso perchè può facilitare la circolazione di malattie infettive, in special modo per esemplari che vivono all’esterno o a contatto con i propri simili”. Una situazione che si protrae ormai da alcuni mesi, alla quale è il numero uno dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) a dare una chiave di lettura: “Il boom di adozioni di animali domestici nel periodo delle maggiori restrizioni - spiega Marco Melosi, presidente ANMVI - ha aumentato del 30% le prestazioni dei medici veterinari. Già in luglio le forniture scarseggiavano. Le case farmaceutiche facevano fatica a reperire i materiali di confezionamento come le fiale di vetro o i sigilli di plastica, destinati a contenere il vaccino ad uso umano. Ma ci hanno assicurato che la produzione riprenda a breve in maniera regolare”.

Un nervo scoperto quello dei 7,9 milioni di felini domestici, che deve tener conto però di un esercito di altre specie da compagnia: i gatti sono solo la seconda specie più rappresentata nelle famiglie italiane, preceduta da 8,2 milioni di cani. “Questi ultimi – prosegue Melosi – sono aumentati di circa 2 milioni circa dal 2017 ad oggi e di pari passo è andata l’attenzione alla cura che i proprietari dedicano loro”. Anche l’Ente Nazionale di Protezione Animale (ENPA) ha registrato adozioni che in alcuni mesi del 2020 hanno superato il +15%, lasciando vuoto per la prima volta nella storia il canile di Monza. Un intero circuito ha spinto i motori a correre per garantire benessere e lunga vita ai migliori amici dell’uomo, disponibile a mettere mano al portafoglio pur di godere di affetto e vicinanza. E si sa, “salute” fa rima con “alimentazione”. Le prestazioni del pet food confermano il trend: secondo l’Associazione Nazionale Imprese per l'Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia (ASSALCO), il comparto dell’alimentazione ha sviluppato un giro d’affari complessivo di 2,4 milioni di euro con un aumento di fatturato dell’8%.

Si attiva il Ministero della Salute 

Nel frattempo, il Ministero della Salute si è attivato per facilitare le segnalazioni ma “noi abbiamo chiesto di essere aggiornati tempestivamente – conclude Melosi - perché dobbiamo programmare i trattamenti sui pazienti e gestire una fase di sofferenza che ci auguriamo rimanga temporanea”.

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